Chargers – Colts 19 – 9
Ha inizio, con oggi, la pubblicazione di una speciale “review” dell’ultima partita settimanale disputata dai Chargers. La disamina tecnico-tattica dell’incontro non è mia (probabilmente non diverrò mai così competente!) ma dell’amico forumista coachP, del quale noi tifosi di Endzone Forum abbiamo la fortuna, già da alcuni anni, di apprezzare i sempre precisi interventi sul “Team reports” della nostra squadra. Sono davvero orgoglioso che abbia accettato la mia proposta di condividere anche su BoltsBlog le sue splendide analisi. Grazie di cuore, Mario.
CHARGERS – COLTS 19 – 9 (a cura di coachP)
Portiamo a casa una bellissima vittoria figlia apparentemente di una strepitosa prestazione difensiva. Nel giorno in cui mancano Donald Butler al centro e Jarret Johnson all’esterno e siamo costretti a partire col rookie Tourek Williams titolare e con Andrew Gachkar accanto all’altro rookie Manti Te’o, teniamo a soli 9 punti l’attacco di una delle migliori squadre della NFL, nelle cui fila gioca Andrew Luck considerato a giusta ragione da tutti già oggi un top quarterback e soprattutto il numero 1 del prossimo futuro, senza contare Trent Richardson e Reggie Wayne. E invece li costringiamo a mettere a segno solo 3 field goal con l’inossidabile Adam Vinatieri, ma gli annulliamo il gioco di corsa e gli diamo enormi problemi su quello di lancio.
Per la prima volta il “nostro” Pagano decide di mettere seriamente pressione sul quarterback avversario e lo fa in modi diversi chiamando blitz di vario tipo anche con i defensive backs, in particolare con Johnny Patrick. E a questa aggressività in linea fa da contraltare altrettanta aggressività nelle coperture e anche e soprattutto sui terzi down. Mettiamo a segno un clamoroso sack con Kendall Reyes, un intercetto nel finale con Derek Cox, ma soprattutto teniamo sotto pressione Luck per l’intero incontro grazie finalmente ad un lavoro maiuscolo di Corey Liuget e alla buona prestazione anche di Thomas Keiser. Perché un conto è fare sack e un conto è mettere pressione. Quando mancano entrambi è buio pesto, ma ieri sera la pressione costante ha fatto la differenza.
Il rientro di Shareece Wright poi ci consente di giocare più costantemente in press tecnique ed un ottimo Eric Weddle si esalta sul TE Coby Fleener. Si registra solo qualche amnesia su alcune coperture a zona che sono un po’ un nostro tallone d’Achille, così come quella al primo gioco sulla flea flicker iniziale dei Colts. Per onor di cronaca va anche detto che siamo fortunati quando in almeno quattro occasioni nitide i ricevitori e tight end avversari si lasciano scappare palle ben lanciate da Luck ed in posizioni favorevoli di campo.
Nella nickel per la prima volta vediamo anche schierarsi il nose guard in double-point stance e a volte, come già visto spesso, Eric Weddle sale quasi in linea coi linebackers o gioca accanto al LB centrale. Addirittura qualche accenno mi arrischierei a dire di “zone blitz” in alcune fasi di gioco realizzate in particolare con giocate di Larry English e di Thomas Keiser. Si vede in campo anche il NT Kwame Geathers, autore peraltro di un bel placcaggio addirittura senza casco.
Va sottolineata qualche amnesia centrale della inedita coppia di ILB ed in generale qualche placcaggio di troppo mancato soprattutto in campo aperto, pecca che ci portiamo dietro da un po’. Te’o e Cox portano a casa 5 solo tackles per ciascuno. Andrew Luck finirà con un 18 su 30, 202 yds e 1 intercetto e Richardson con sole 40 yds corse su un totale di appena 74 concesse ai Colts (prima del match al 4° posto NFL in rushing offense e ora all’8° – ndr).
Insomma, una prova difensiva maiuscola che non è però stata la causa principale della vittoria, perché il segreto in qualche modo è stato tener lontano dal campo Luck & co. e questo grazie ad un eccezionale ball control che ci ha visto in possesso di palla per un minutaggio quasi il doppio dei nostri avversari. Abbiamo messo su drive da 17, da 14, da 12, da 11 giochi nei quali finalmente abbiamo mescolato benissimo giochi di corsa con giochi di lancio soprattutto dal punto di vista dell’efficacia. E ciò nel giorno non della migliore partita di Philip Rivers, che nel primo quarto risulta assente ed impreciso ma che poi sa mettere a segno un lancio fenomenale in occasione del primo ed unico touchdown del rookie WR Keenan Allen, quando scavalca chirurgicamente anche la safety in endzone.
Rivers può lanciare solo 227 yds e questo è nel complesso un bene per lui che non viene chiamato agli straordinari che possono indurlo ad errori, ed è un beneficio per la squadra. Inoltre si tiene lontano dagli intercetti nonostante in un paio di occasioni lanci completamente fuori misura e finisce con un buon 22 su 33. A suo merito va anche una buona gestione del no-huddle tranne nell’occasione del time out chiamato subito dopo il time out chiamato dalla sideline.
Keenan Allen mette a segno una prestazione bellissima con 9 ricezioni per 107 yds e tante chiusure di terzi down, spesso realizzate con un ottimo spin move dopo la ricezione. Se gli infortuni di Danario Alexander e Malcom Floyd son serviti a qualcosa questo è certo la fiducia accordata da subito al ragazzo da Cal, diventato in un attimo il go to guy.
E’ la partita in cui Antonio Gates e Danny Woodhead ricevono fuori dal backfield e sul corto dando a Rivers sempre una soluzione rapida e sicura ed è la partita soprattutto in cui corriamo 142 yds portando palla 37 volte cioè più dei 33 lanci effettuati ed ecco l’equilibrio di cui sopra e l’efficacia.
È finalmente Ryan Mathews il mattatore di giornata con 22 corse per 102 yds che oltre alle preziose 36 yds di Woodhead ci hanno consentito di tenere onesta la difesa avversaria per l’intero incontro. Entrambi ci hanno messo il talento personale in molti frangenti ma ciò è accaduto per una sola ragione: la prestazione monstre dell’intera linea di attacco.
Recuperiamo King Dunlap a sinistra accanto al quale si accomoda il confermatissimo Troutman mentre a destra gioca la coppia titolare Clary-Fluker con il sempreterno Hardwick in mezzo. Ebbene, non solo dimostriamo di gestire la 3-4 avversaria con buona disinvoltura sui giochi di corsa quanto diamo un tempo memorabile a Rivers nel 90 % dei giochi, tempo peraltro non sempre sfruttato in maniera adeguata. Teniamo Robert Mathis, leader con Justin Houston dei Chiefs nella classifica dei sacks di tutta la NFL, non solo lontano dal nostro quarterback, ma proprio lontano dal backfield. Concediamo si due sack da parte di Kelvin Sheppard e Cory Redding, come può starci in una partita così e contro un fronte difensivo forte e veloce, ma diamo l’impressione proprio di dominare. E allora pallone della partita all’intera linea ed in parte a John Phillips e Le’Ron McClain per aver creato le condizioni per questa splendida vittoria.
Quest’ultimo peraltro, sebbene sottoutilizzato negli schemi di Whisenhunt, si rende autore di due chiusure di down importantissime. Colpisce anche l’utilizzo di moltissime formazioni a 4 e 5 wide receivers ma con fronti differenti. Interessante ad esempio quando ci schieriamo con empty backfield ma con due slot individuati in Ladarius Green e McClain ed altri 3 wr’s tra cui Gates. Ed è così coinvolgente vedere all’inizio della ripresa in particolare come siamo capaci di imbastire un intero lunghissimo drive col no-huddle offense che tanta pressione crea sulla difesa costringendola a scelte difficili e a pochissimi cambi.
Si vede in campo il secondo gioco trucco della stagione quando proviamo una reverse con Royal nella quale costringiamo Rivers ad un pericoloso tentativo di blocco downfield e si vede anche l’ultimo arrivato Lavelle Hawkins sia come kick returner che in qualche occasione in attacco, mentre Royal risulta ancora assente anche a causa di un infortunio patito nel corso della gara.
Infine, un plauso a Nick Novak sempre puntuale nei momenti importanti, come sul field goal di 50 yds per sancire la vittoria finale.
Un’ultima sensazione positiva la si è avuta riguardo come abbiamo gestito gli ultimi drive sia difensivi che offensivi, cosa che non abbiamo fatto in precedenti partite. Sull’ultimo field goal io di primo acchito avrei optato per un punt cercando di calciare la palla fuori dalla sideline e facendo ripartire i Colts più prossimi possibile alla loro endzone. Ovvio, che McCoy conosce le capacità del suo kicker e la sua gittata ed a bocce ferme ha fatto la scelta vincente e migliore.
In conclusione, 19 punti sono pochi rispetto a quanto prodotto ed è grazie poi alla difesa che sono bastati, ma questo sarà il nostro campionato … un continuo alternarsi di emozioni molto contrastanti tra loro. E va bene così.
GO CHARGERS !!!
Grande CoachP!