L’ULTIMO DEI NERUONI BLU
La scena emblematica della partita è stata il balletto tra Pluto (alias line judge) e Clarabella (alias Coughlin), con la seconda che, come una zitella isterica, danzava intorno al primo nel vano tentativo di convincerlo che quello di Kiwanuka non era fallo (col quale ci siamo giocati un primo down fondamentale per la partita) ma un innocente colpetto a ridosso ma non proprio sul collo per quanto vicino. Coughlin, va da sé, non ha visto la partita tra 49ers e Saints. Ma Kiwanuka avrebbe proseguito nel dare il meglio di sé e nel confermare, storia vecchia, quanto io da tempo lo voglia vedere crocifisso in una bocciofila piena di vecchietti ciechi e con le mani piene di bocce di ferro.
Ma andiamo avanti che non è tempo di recriminazioni.
Qualche scribacchino newyorkese del lunedì, affermava che con la sconfitta il sogno era finito. Sogno? Ma allora, brutto demente, non hai letto il mio articolo della scorsa settimana. O ancora stiamo a pensare che le quattro vittorie di fila siano state il frutto di problemi risolti? Naaa… D’accordo che la NFC East quest’anno è di una pochezza disarmante (a parte gli Eagles delle ultime tre settimane ma con calendario non impossibile), d’accordo che lo spettacolo messo in campo dai noi e i Cowboys per lunghi tratti è stato di una tristezza unica, ma sta di fatto che coltivare un sogno presuppone qualche carta da giocarsi, e i Giants di domenica hanno buttato sul tavolo solo un due di picche. Troppo poco per sperare. E sì che i Cowboys erano avversario alla nostra portata e se pensiamo che in due partite con loro la differenza è stata di otto punti con sette TO da parte nostra, allora sì che su qualcosa si può recriminare, ma solo contro noi stessi perché si poteva e si doveva fare di più, soprattutto sulla sideline.
a) anche negli anni passati c’erano problemi di playcalling, ma spesso i bigplays ci salvavano le partite, e oggi non siamo più in grado di farne uno;
b) a parte le corse col rigenerato Brown, l’attacco sembra composto da fantasmi che vagano per il campo nella speranza di spaventare gli avversari con sonori buuuu…;
c) l’equilibrio del reparto è inesistente: o si corre, o si lancia lungo (a farfalle o nelle mani degli avversari), non siamo capaci di fare altro, che sia uno screen, un passaggino sul TE appena oltre la linea di scrimmage, una slant veloce…;
d) la confusione, soprattutto, perché la penalità più idiota nel football è il delay of game, e quando una volta, caro Eli, te la prendi e la seconda è un timeout chiamato dalla panchina all’ultimo secondo a salvarti, allora vuol dire che la testa non è sul campo ma a spalmare di crema di aloe la schiena di tua moglie, ed è inammissibile;
e) la RZ (che nel nostro caso è stata ribattezzata RincoglioZone) resta tabù inaccessibile, uno di quei misteri insondabili che neanche un Giacobbo in forma riuscirebbe a svelare. Nel primo tempo ci siamo entrati un paio di volte e usciti con l’immancabile FG di rito, mentre nelle altre occasioni dentro le dieci avversarie mai abbiamo tentato un lancio che sia uno, ma sempre le solite corsette che perfino una difesa da highschool saprebbe fermare;
f) nel primo tempo avevamo quasi il doppio dei minuti di possesso, e siamo sempre stati sotto, e il tutto con Dallas che è stata in grado di fare soltanto un drive decente;
g) se abbiamo il 23esimo attacco malgrado qualche giocatore non proprio scarso, un motivo ci sarà pure, o no?
Ripeterò quel che tutti sanno ma non dicono perché nella Grande Mela non si può, un po’ come quando a Miami c’era ancora un derelitto Marino ma non poteva essere panchinato, o a Green Bay un Favre agli sgoccioli ma bisognava tenere in panca Rodgers perché le icone non si toccano: da noi gli schemi si chiamano con i dadi, così, come viene viene, senza logica, senza tener conto di cosa funzioni e cosa no, dei giocatori che abbiamo in campo e delle debolezze della difesa avversaria; e il peggio è che a tirare i suddetti dadi è una scimmia ubriaca che in testa, sotto al cappuccio, indossa una pentola d’acciaio a mo’ d’elmo protettivo, novello Magneto, così che nessuno dotato di poteri mentali possa scrutare nel suo cervello per capire cosa diavolo stia pensando. Se, sta pensando.
E tutto ciò è ancora più grave perché, ok, saremo anche il 23esimo attacco, ma davanti avevamo la peggior difesa della Lega (di sicuro delle ultime settimane) e, anche qui, si doveva e poteva osare di più perché tanto non avevamo nulla da perdere e i texani concedono più yds di quanto sia profondo un solo pozzo di Jerry Jones. E invece no, sempre col braccino corto, conservativi oltre ogni limite. Guardo Gilbraide e immagino il direttore d’orchestra del Titanic: neanche il si salvi chi può è capace di chiamare.
E ClaraCoughlin alza gli occhi al cielo e danza con gli arbitri invece di dare un calcio in culo a chi ha di fianco.
Si poteva vincere? Certamente, ma quest’anno, oltre ai minus habens che hanno nome e cognome, anche la sfiga ama metterci del suo. Due esempi:
– Cordle, C, è il decimo giocatore inserito in IR, ma solo perché altri li abbiamo già tagliati. La nostra IR comincia a essere più piena di un volo low cost. Ma alla fine c’è stata anche la ciliegina sulla torta perché Fewell, dopo l’infortunio di Ross, di Webster, di un Hosley acciaccato e proprio alla fine di McBride (siamo tornati ai bei tempi, quando i CB li prendevamo tra gli ambulanti fuori dallo stadio), è stato costretto a mettere Rolle su Bryant, una S (fino a quel momento di Bryant non erano pervenute notizie grazie a McBride) guarda caso proprio nell’ultimo drive, quello in cui Dez ha finalmente visto qualche pallone. E vabbe’, capita.
– C’è stata una fase precisa della partita durante la quale ho capito che l’avremmo persa. Il C di Dallas spara alta la palla che scavalca Romo, il quale si volta e si ritrova in mano la stessa che, nel frattempo, dopo aver toccato terra, era rimbalzata all’indietro, precisa, dritta come un fuso. Chi ha qualche dimestichezza con una palla ovale sa quale sia la percentuale di volte che una cosa simile possa accadere. Ma nell’azione seguente ecco la giocata della difesa: colpo a Bryant e fumble, la palla rimbalza lungo la sideline e si fa beffe del tentativo di recupero di Thomas che in tuffo non riesce a tenerla prima che finisca fuori.
Va così, a volte.
Però qualcuno un elogio se lo merita e, una volta tanto, il reparto corse ci ha tenuti a galla con le sue 200 yds, frutto anche del lavoro oscuro di un giocatore di cui nessuno parla, ma che con i suoi blocchi è alla base delle ottime prestazioni dei RB: il FB Connor, acquisizione che si sta rivelando molto produttiva. Altra ottima prestazione di Thomas, ormai quasi tornato ai suoi livelli, e pure la pass rush, una volta tanto, con quattro sack ha mostrato che, se vuole, si ricorda come si fa.
Oltre a tutto il resto il peggio indossa sempre gli stessi numeri. Myers, ormai è chiaro, è un flop (scusa Ubu); Pope, il mago dei TE, quest’anno non è riuscito a fare il miracolo dopo tutti gli scarti che Reese gli ha recapitato negli anni precedenti, e il buon Myers, che non sa bloccare e che droppa ogni 3×2, ne è la dimostrazione. Non illuda la scena del suo TD, puro caso (riguardatevela: ma ci rendiamo conto contro chi abbiamo perso? Giusto per parlare ancora di difese). Ma, detto di Kiwanuka, il peggiore, di cui chiedo da tempo la radiazione dal mondo del football, è Jerrel Jernigan, un WR che da tre anni ancora deve capire il playbook dato che ogni volta va dalla parte opposta della palla, e che da tre anni, inspiegabilmente, trova posto nel roster.
E adesso, era ora, potremo sederci in poltrona con l’anima in pace e godendo degli ultimi scampoli della stagione regolare, della lotta per i playoffs che per quanto ci riguarda se la giocheranno Phi e Dal (anche se il calendario favorisce i secondi). In generale, però, ho la sensazione che questo verrà ricordato come un campionato di scarso livello, se è vero che al momento, per dire, nella AFC nel secondo slot per la WC c’è una squadra con un record di 5-6. Sì, quest’anno m’è rimasto difficile esaltarmi.
Ma c’è qualcosa di buono in questa stagione disgraziata?
Sì, perché è fondamentale avere un po’ di ottimismo, e se alla fine dubito che ci liberemo di Coughlin & C. (con Reese annesso), almeno dopo un bel po’ di tempo al draft potremo scegliere prima di Dallas e non farci rubare più da sotto al naso qualche bel giocatore. Sempre che Reese lo veda.