La fabbrica del football
Potenzialmente, stiamo parlando di un momento che potrebbe cambiare la storia di uno sport, anzi, cambiare la storia dello sport statunitense, a livello collegiale.
Ricapitoliamo brevemente l’accaduto: a settembre il quarterback di Northwestern Kain Colter sfoggiò un braccialetto con impresso lo slogan “All Players United”, si trattava di una protesta prevalentemente simbolica sulle condizioni di stress e precarietà che dovevano affrontare gli studenti-atleti a livello di college. La protesta simbolica non si fermò, perchè come riportato da alcuni network come ESPN, diversi giocatori dei Wildcats, guidati proprio da Colter, presentarono una petizione al National Labor Relations Board ricevendo addirittura il sostegno della United Steelworkers Union. Ramogi Huma, presidente della National College Players Association ed ex linebacker di UCLA si fece latore della petizione dichiarando che la “stragrande maggioranza” degli 85 dei Wildcats giocatori con borse di studio sottoscrissero la tessera del sindacato dei giocatori, tra i cui obiettivi ci sono borse di studio garantite in caso di infortuni e fondi fiduciari da utilizzare nel momento in cui scadesse la loro elegibilità ma non avessero completato gli studi.
Durante il dibattimento sulla questione, Colter, alla domanda sul perché Northwestern gli diede una borsa di studio di 75.000 dollari l’anno, ha risposto lapidariamente “to play football. To perform an athletic service”. Un avvocato che rappresenta l’università, Alex Barbour, di contro, ha osservato che Northwestern ha uno dei tassi più alti di laurea per i giocatori di football dell’intera nazione, circa il 97 per cento. “Northwestern non è una fabbrica di football” ha dichiarato.
Ieri, come si legge in un articolo apparso su ESPN, la sezione di Chicago del National Labor Relations Board (NLRB) ha stabilito che i giocatori di football di Northwestern si qualificano come dipendenti dell’università e possono unirsi in sindacato. Peter Sung Ohr, direttore locale del NLRB, cita l’impegno richiesto ai giocatori nel loro sport e soprattutto il fatto che le loro borse di studio siano legate direttamente alle loro prestazioni sul campo, ragioni sufficienti a concedere loro i diritti sindacali.
Ohr ha scritto nella sua sentenza che i giocatori “rientrano esattamente all’interno dell’ampia definizione a norma della legge [sul National Labor Relations] di ‘lavoratore’ se si considera la definizione di ‘lavoratore’ dell’ordinamento giuridico (Common Law N.d.R.)”. Ohr ha stabilito inoltre che i giocatori possono tenere una votazione per decidere di essere rappresentati dalla College Athletes Players Association (CAPA), l’organizzazione fondata in gennaio per tutelare gli studenti-atleti e che ha portato il loro caso alla NLRB. Questa sentenza per ora si può applicare solo ad istituzioni private quale Northwestern, perchè la NLRB non ha giurisdizione sugli enti pubblici, questo non diminuisce la forza della sentenza.
“Non potrei essere più felice e grato per la sentenza di oggi, anche se è la sentenza che ci aspettavamo”, ha dichiarato Ramogi Huma, “Devo solo tanto rispetto per Kain ed i giocatori che hanno intrapreso compatti questa strada. Amano la loro università, ma pensano che sia importante esercitare i diritti ai sensi del diritto del lavoro. La NCAA ha inventato il termine studente-atleta esattamente per impedire che accadesse una sentenza come quella di oggi. Per sessant’anni anni, si è pensato semplicemente che fossero studenti . La realtà è che i giocatori sono dipendenti, e la sentenza di oggi lo conferma. I giocatori si sono grandemente avvicinati alla giustizia”.
Northwestern, che è una istituzione privata e non pubblica, va ricordato, ha rilasciato una dichiarazione subito dopo la sentenza, in cui si dichiara il ricorso al NLRB a Washington: “Pur rispettando la procedura della NLRB e il parere del direttore locale, ci troviamo in disaccordo con lui. Northwestern crede fermamente che i nostri studenti-atleti non siano dipendenti, ma studenti. La sindacalizzazione e la contrattazione collettiva non sono i metodi appropriati per affrontare le preoccupazioni sollevate da tali studenti-atleti”.
Il direttore dell’ufficio legale della NCAA, Donald Remy, ha dichiarato “Pur non essendo parte in causa del procedimento, la NCAA è delusa dal fatto che la NLRB della Regione 13 (La zona che fa capo a Chicago, n.d.r.) abbia determinato che la squadra di football Northwestern possa decidere di considerarsi composta da dipendenti universitari. Siamo fortemente in disaccordo con l’idea che studenti-atleti siano dipendenti”.
Remy ha aggiunto: “Negli ultimi tre anni, i college e le università nostri membri hanno lavorato per rivalutare le attuali norme. Pur non nascondendo che devono essere compiuti miglioramenti, non abbiamo bisogno di buttare via completamente un sistema che ha letteralmente aiutato milioni di studenti negli scorsi decenni a frequentare i college. Vogliamo che gli studenti-atleti – il 99% dei quali non giocherà mai in leghe professionistiche – si concentrinoi su ciò che conta di più: avere successo negli studi, sul campo e nella vita”.
La Big Ten si è unita al coro di disaccordo con la sentenza e ha rilasciato una dichiarazione che riporta “Pur rispettando il processo seguito dalla National Labor Relations Board, non siamo d’accordo con la sentenza. Non crediamo che gli studenti-atleti siano dipendenti universitari. I problemi sollevati nel corso delle audizioni sono già in discussione a livello nazionale, e crediamo che gli studenti debbano essere parte di questo dibattito”. Alla Big Ten si è unita la SEC, che per bocca del suo commissario Michael Slive ha dichiarato “Nonostante la decisione odierna, la SEC non crede che gli studenti a tempo pieno che partecipano dalle discipline sportive intercollegiali siano dipendenti delle università che frequentano”.
So proud of my teammates, Ramogi, lawyers, and supporters around the nation! This is a HUGE win for ALL college athletes! #APU
— Kain Colter (@KainColter_2) 26 Marzo 2014
Nella tarda giornata di mercoledì, Colter ha dichiarato a Tom Farrey di ESPN: “Ovviamente questo è un grande giorno non solo per i giocatori di football di Northwestern ma tutti gli atleti del college desiderosi di ottenere tutele e diritti fondamentali. Sono stato contento di come sia stata forte la sentenza. Il direttore locale non si è assolutamente discostato dalle nostre richieste, ci ha sostenuto su tutti i nostri punti. Credo che sarà difficile annullare la sua decisione, visto quanto è forte. Per me questa è stata semplicemente l’occasione per fare le cose per il bene delle generazioni future e compensare le colpe delle generazioni passate”
Colter ha aggiunto di essere ” fiducioso” che i giocatori Northwestern voteranno riguardo la loro unione in sindacato. Colter, la cui elegibilità è terminata, ha detto che quasi tutti gli 85 giocatori con borsa di studio a roster dei Wildcats hanno appoggiato la possibilità di sindacalizzazione. Gli avvocati della CAPA hanno sostenuto che il college football è, a tutti gli effetti, una società commerciale che si basa sul lavoro dei giocatori per generare miliardi di dollari di ricavi. Questo, sostengono, rende il rapporto tra scuole e giocatori come quello tra datori di lavoro e dipendenti. Nella disamina, la CAPA ha paragonato borse di studio come occupazione sottopagata dal loro punto di vista.
Il futuro si fa a questo punto quantomeno oscuro: chi critica tale decisione afferma che dare agli atleti universitari lo status di dipendente e permettere loro la sindacalizzazione, potrebbe danneggiare lo sport universitario in molti modi, compreso il rafforzamento delle prospettive di scioperi e serrate.
La NCAA si sente in un certo senso accerchiata, come le sue regole sul dilettantismo spassate al microscopio ed una class-action a livello federale, promossa da ex giocatori alla ricerca di una parte dei miliardi di dollari generati dalle trasmissioni televisive, vendite di gadget e videogiochi; oltre alla spada di da colpe delle cause che riguardano i danni provocati dal gioco. Nel tentativo di alleggerire la situazione! Mark Emmert, presidente della NCAA, ha proposto una borsa di studio di 2000 dollari per giocatore, per coprire alcune delle loro spese nel periodo collegiale. Chi ha sotto gli occhi il fatturato degli sport collegiali ovviamente ritiene che non sia affatto sufficiente. Gli obbiettivi specifici della CAPA comprendono la garanzia della copertura delle spese mediche correlate allo sport per i giocatori attuali e per gli ex-giocatori, migliori garanzie per ridurre le lesioni alla testa e l’autorizzazione ai giocatori di essere testimonial commerciali.
Sarà interessante ora capire come si muoveranno i giocatori, anche degli altri sport come basket, ma soprattutto le istituzioni che sentono il pericolo di vedersi attaccate nei ricavi (enormi) della giostra dello sport collegiale.
(materiale ricavato dagli articoli sull’argomento, che potete trovare su ESPN)