Draft 2014 Aftermath: Jacksonville Jaguars

Ringraziamo per il fondamentale apporto gli utenti del Forum sui Jacksonville Jaguars ed in particolare zanzacris79 e Marcus23.

Jacksonville, mantenendo pick #3 e selezionando Blake Bortles, si è presa la precisa responsabilità di una rifondazione profonda ed il più possibile, sensata. La selezione di Bortles rappresenta un forte rischio in un Draft in cui i QB non rappresentavano per i più una classe particolarmente eccellente, e pone lo staff tecnico di fronte alla scelta di chi schierare come starter, dato che Henne, in fin dei conti, non ha sfigurato nella seconda metà della stagione appena conclusa. Bortles viene paragonato a Ben Roethlisberger per la sua imponente taglia, è in possesso di un buon “braccione” ma deve migliorare nel footwork, nell’accuracy quando lancia in movimento, in certe letture e sopratutto dovrà superare il passaggio dalla spread offense che usava a UCF alla west coast che userà a Jacksonville.

Il secondo giro, a mio avviso, rappresenta l’aspetto più intrigante del Draft 2014 per Jacksonville. C’è da fare una piccola premessa: chiunque giocherà titolare come QB avrà un mostro di OT a difendere il blind side, si tratta di Luke Joeckel ovviamente, e di linea ne riparleremo tra poco. Cosa manca? Tra i ricevitori, Blackmon è fuori perché la testa è quella che è, Cecil Shorts in due stagioni ha messo assieme oltre 1700 yard e 10 TD.

Ma l’accoppiata di WR selezionati a #39 e #61 (quest’ultima in cambio della #70 e della #150) rappresentano un arsenale non indifferente.

Marqise Lee è un player veloce, rapido e in possesso di una ragguardevole tecnica individuale. ‘All-Round’ receiver, buono per le ‘Slant Actions’ nel mezzo e addirittura dominante se lanciato lungo e in profondità. Fulmineo nelle portate ‘palla a terra’, quando chiamato in causa (‘Reverse Actions’ e ‘ritorni’ in risposta ai calci, tanto d’inizio, quanto quelli di spostamento), non un bloccatore e nemmeno ideale per un gioco di posizione. Imprendibile e devastante quando attacca lo spazio.

Anche per Allen Robinson bagaglio tecnico alquanto completo. Mortiferi i suoi cambi di marcia e di direzione, tali da consentire ampi e azzecati impieghi nelle situazioni di ‘Screen Pass’, oltre che da renderlo ottimo e disinvolto interprete di spettacolari ‘Reverses’, palla a terra. Stazza e progressione ne garantiscono una notevole propensione alle giocate in profondità, dove esprime il meglio di se stesso. Atleta decisamente ben formato e solido, del tutto pronto per il salto di categoria. Buone le skills in fase di ricezione, ma direi migliorabili, per una certa sua tendenza ad avvalersi, troppo di frequente, del proprio tronco come comoda sponda. Reattivo e grande combattente, sembra un perfetto giocatore per una franchigia a cui servono “scariche”..

Sistemato a dovere il parco ricevitori, i Jags hanno poi usato saggiamente la prima delle due pick del quarto giro aggiungendo pick #179 e salendo di nuovo al terzo giro dove da Miami è arrivata la Guardia Brandon Linder, che puntellerà una linea bisognosa di altri elementi di talento da affiancare a Joeckel.

Con queste tre scelte si conclude un secondo giorno a mio modesto parere piuttosto fruttuoso per i gattoni, che in parte copre i rischi dettati da una prima scelta affascinante ma piena di incognite e (forse) non immediatamente spendibile come altri ragazzi draftati nei Top 10.

 

Il terzo giorno per Jacksonville è stato utilizzato immediatamente per puntellare la difesa come già gran parte della free agency precedente al Draft: gli acquisti di marzo (DE Red Bryant, LB Dekota Watson, DE Chris Clemons, DT Ziggy Hood) sono stati affiancati da tre scelte variegate.

Con pick #114 (compensazione in cambio di Monroe ai Ravens l’autunno scorso) è arrivato il classico cornerback, Aaron Colvin da Oklahoma, testina fumantina ma grandi prestazioni, come si è potuto vedere durante il Sugar Bowl contro Alabama ad inizio 2014. Al quinto giro con pick #144 e #159 sono arrivati rispettivamente il LB Telvin Smith dai campioni NCAA di Florida State, uno che fa 4.47 sulle 40 yard e rappresenta il classico giocatore competitivo, che però ha un grosso limite nella struttura fisica che lo rende molto undersize per le necessità moderne dell’OLB; ed il DE Chris Smith da Arkansas, che quest’anno ha assunto la nomea di cacciatore di QB, uno che se la cava un po’ in tutto ma non è maestro in nessun aspetto particolare del gioco, la sua flessibilità che gli ha permesso di schierarsi in stagione sia DE destro che sinistro, sia OLB.

Consumate le pick aggiuntive, gli ultimi due giri hanno portato in casacca celeste un Centro, Luke Bowanko da Virginia, che ha ulteriormente puntellato una linea decisamente rinfrescata rispetto al 2013, ed un compagno di squadra di Blake Bortles a UCF, ovvero il runningback Storm Johnson, che rimpingua il parco corse che a dire la verità fa affidamento su elementi non troppo rodati dopo la partenza di MJD.

Johnson rappresenta il classico football player che risulta migliore della somma delle sue caratteristiche antropometriche: non ha velocità bruciante e quella che ha finisce relativamente in fretta, non hamobilità accentuata, ma nel complesso è un runner solido e ben proporzionato, forse valutato meno di quanto dovuto a causa della “stella” di Bortles, che potrebbe aiutare il reparto più di quanto ci si immagini.

Ma veniamo agli UdFa, perchè qui c’è da fare un plauso al FO di Jacksonville: tra i rookies firmati in FA ce ne sono più un paio che a settembre saranno in sideline, su tutti a mio avviso DeAndre Coleman, DT, California; e Craig Loston, S, LSU; ma non voglio dimenticare:

– Marcel Jensen, TE, Fresno State

– Josh Wells, OT, James Madison

– Rashaad Reynolds, CB, Oregon State

Cosa ancora manca alla squadra? Manca un TE elite anche perchè a dire il vero, questo Draft ha presentato veramente poco a livello di ruolo, basta vedere le qualità di bloccatore di Ebron, il migliore TE sulla piazza. La difesa sulla carta è sicuramente più solida che in passato, probabilmente scendere in Florida nel 2014 non sarà più una vacanza come lo è stato nell’anno appena trascorso. Tuttavia l’età media dei ragazzi chiamati a “fare punti” (Bortles, Lee, Storm) è 22 anni, questo fa supporre che di errori di gioventù se ne vedranno ancora tanti, di conseguenza vedo ancora lontanuccio il sogno di un posto nelle wild card. Come riportato sul forum, Telvin Smith scherzava sul fatto che avendo già vinto un titolo statale all’HS e il NC con FSU ora gli manca solo di vincere il SB, potrebbe dover aspettare un po’.