Draft 2014 Aftermath: Seattle Seahawks
Cosa si chiede ad una franchigia che si è laureata pochi mesi fa campione NFL?
Meramente di ripetersi, in qualche modo, ed i tifosi hanno chiesto di ripetersi scegliendo al draft in buona sostanza degli atleti che possano “sopravvivere” nello spogliatoio dei Seahawks. “Smart. Thoug. Reliable.” questo dovrebbe essere il grido di battaglia di chi va in campo a fianco di Sherman, Lynch e compagnia cantante. John Schneider probabilmente puntava a Dominique Easley, scelto con pick #29 da New England, logico quindi cercare una trade down che assicurasse un ritorno alla squadra una volta perso il suo target primario, esplosivo allo snap, atletico, uscito alla grande da due infortuni al ginocchio. Era la personalità necessaria a non farsi mangiare in testa dai doberman di Seattle, ma ha preso per altri lidi
A Round #2 si è andati su un WR che invece non ha completato in maniera variegata la batteria di ricevitori, quanto invece su uno che ricalcasse le preferenze di Carroll, giocatori veloci, senza big body e con propensione al big play più che alla solidità. E’ arrivato così Paul Richardson (Pick #45, WR, Colorado, 6-1, 172): grandi mani e ottimo utilizzo del corpo nella fase di aggancio dell’ovale. Buone la velocità e la rapidità (soprattutto per WRs della sua taglia), pur senza toccare livelli da primato della categoria, ma comunque bastevoli per brillare nell’ “1 contro 1”, con l’opposto controllore designato (CB). Straordinario nell’impiego di lanci profondi e in verticale, ma, grazie ai 6-1 piedi di altezza, in grado di farsi rispettare pur se chiamato a ricevere ‘corto’ e nel traffico. Movimenti da ‘Stand-Out Receiver’ autentico, non troppo brillante se ingaggiato in giocate ‘palla a terra’.
GRADE A
Ma il secondo giro, per Seattle, non si è chiuso con Richardson. All’annuncio di chi avevano scelto i campioni in carica con pick #64, molti si sono semplicemente chiesti “Who is Justin Britt?”, domanda lecita quando in giro c’è ancora Morgan Moses e la squadra ha scelto di scendere oltre nomi del ruolo come Joel Bitonio and Cyrus Kouandjio. C’è chi lo metteva al quinto giro, chi oltre… Britt fisicamente è il prototipo del LT con fisico adeguato, braccia lunghe, ottimo primo passo specialmente a supporto delle corse. E’ un giocatore potente e tenace, ma finisce in fretta la benzina quando è in movimento e viene da una operazione al ginocchio nel 2012, che ne ha messo in dubbio la “durevolezza”, pur avendolo visto nella eccellente stagione 2013 di Missouri. A Seattle pare abbiano preferito passare oltre Moses, di cui si è insinuata una scarsa work ethic, per andare a pescare un “fighter” propriamente detto, dato che durante le scuole superiori Britt ha collezionato un record di 45 vittorie e 0 sconfitte nella lotta. CBS Sports lo ha paragonato a David Bakhtiari, che in un anno di NFL si è guadagnato il ruolo di guardiaspalle di Rodgers a Green Bay.
GRADE: B
Per Round #4 i Seahawks hanno scelto un terzetto di ragazzi grazie alle trade con Minnesota e Cincinnati. Il primo dei tre, acquisito con pick #108, è Cassius Marsh (DE, UCLA, 6-4, 268), che era già andato in visita a Seattle l’11 aprile. Pete Carroll lo conosce bene perchè fu lui a tentare di reclutarlo a USC, sebbene poi finì ad UCLA, ottime 10-yard split con 1″66. Pick a sospresa? Non del tutto, evidentemente è un vecchio pallino di Pete. E’ un ragazzo muscolare, con buona predisposizione alla pass rush, è stato schierato prevalentemente testa a testa nella linea a 3 di UCLA e ha fatto persino il giocatore offensivo. Tuttavia ha una tecnica molto grezza che non gli permette di liberarsi facilmente da blocchi consistenti. La sua aggressività spesso fuori controllo in campo potrebbe essere uno dei motivi di interesse di Seattle, anche se occorre dare al ragazzo una identità di peso (troppo fluttuante) e di ruolo, soprattutto.
GRADE B+
Kevin Norwood (Round #4, Pick #123, WR, Alabama, 6-2, 198) su alcuni blog dedicati a Seattle era già stato chiacchierato come un elemento in grado di inserirsi molto bene nel meccanismo dei Seahawks grazie al suo atletismo, al suo carattere rude ed alla sua competitività spiccata, senza considerare che è in buona sostanza abituato a vincere venendo da Bama dove si è portato a casa tre titoli nazionali. Tuttavia non ha punte di eccellenza ed è già venticinquenne, un po’ tanto per un rookie. Non mi sembra una scelta eccellente, a mio modesto avviso.
GRADE C
Chiude il terzetto di ragazzi del quarto giro Kevin Pierre-Louis (Round #4, Pick 132, LB, Boston College, 6-0, 232) confermando la scelta di Seattle di atleti che prediligono la rapidità più che la potenza: giocatore con ottimo footwork, molto mobile, saettante primo passo e naso per la palla, manca purtroppo di fisico e forza bruta, apparendo quasi più una Safety che un OLB. La sua chiamata dovrebbe essere una corsa ai ripari per la copertura di Will-LB con la free agency di Malcolm Smith nel 2015, in tal caso la scelta appare piuttosto saggia.
GRADE B+
A Round #5 è arrivato su nel Washington Jimmy Staten (Pick #172, DT, Middle Tennessee), un atleta eccellente, che ha fatto 30 reps al suo pro day e 27 pollici di salto pur essendo uno di 310 libbre, il dubbio su di lui viene dalla posizione in campo legata al fatto che viene da un piccolo programma: riuscirà a conservare la sua utilità contro gli OL della lega? Manca di massa muscolare per fare il Nose, ma in una 4-3 può fare il DT. O almeno penso io.
GRADE B+
Mentre in Round #6 sono arrivati Garrett Scott (Pick #199, OT, Marshall) ed Eric Pinskin (Pick #208, SS, San Diego State), un alto ed atletico safety tutto da decifrare. Infine a Round #7 arriva Kiero Small (Pick #227, RB, Arkansas). Infine, per quanto riguarda gli UdFA, segnalo l’arrivo di due prospetti come:
– Dion Bailey (S, USC)
– Jackson Jeffcoat (DE, Texas)
Tutti i giocatori dei primi e dei medi giri si possono facilmente individuare come Seahawks-friendly, sia mediamente come struttura fisica che come mentalità, chiaramente se la prima è facile da intravedere nei tape e da confermare in situazioni come la combine, ben più complicato è essere sicuri che questi ragazzi sappiano sopportare lo stress di uno spogliatoio che non è certo quello di una high school delle Hawaii. Tuttavia si possono tentare delle prime impressioni generali su questo draft di Seattle, che, va ricordato, ha messo altri tasselli importanti in off-season, quali la rifirma di Michael Bennett e l’estensione di Earl Thomas e Richard Sherman. Easley sarebbe sicuramente servito per migliorare la pass rush, e rimane il buco lasciato da Chris Clemons. Ma forse i problemi sono da ricercare ancora altrove:
La linea offensiva
I Seahawks hanno perso Breno Giacomini per i Jets, Russell Okung è molto esposto agli infortuni. La profondità della linea rimane un problema pur avendo diversi giovani giocatori comunque da testare, a questi aggiungiamo Justin Britt e Scott, freschi freschi dal draft. Il ringiovanimento della linea è stato profondo, la perdita di veterani potrebbe essere troppo consistente viste le scelte fatte in FA e Draft?
La Red zone
L’attacco in RZ non è stato brillantissimo per Seattle nel 2013 (14mi su 32 per i campioni), il problema sta nella mancanza di un TE pauroso o di un Big Receiver. Paul Richardson e Kevin Norwood sono tutto tranne red zone target. Si prospetta un episodio 2 della saga?