2003 (seconda parte)

Si diceva di un anno speciale, di una ricorrenza importante. Ma questo 2003 porta con sé anche la scomparsa di Bruno Beneck, uno dei padri del football in Italia, il 22 di ottobre.  Chi meglio del Capitano, di Marcello Loprencipe, per dare voce a un primo ricordo.

“L’ultima volta che ho potuto ascoltare la sua voce è stato in un caldissimo pomeriggio di quest’ultima estate: speravo tanto di poterlo avere fra noi allo Stadio dei Marmi per festeggiare il XXX anniversario dei Gladiatori.


I suoi Gladiatori.


La telefonata durò poco, poiché la commozione aveva prevalso sullo spirito di quel vecchio combattente e già in quell’occasione avrei dovuto intuire qualcosa; quel suo stentato “…ciao, campione…” con il quale chiuse la telefonata, mi riempì di tristezza, ma anche di orgoglio, perché lui i campioni veri, oltre ad averne conosciuti tanti, da sempre li aveva avuti in famiglia.


Avevo cercato in ogni modo di convincere Daniela, sua figlia, a lasciarlo venire alla grande festa di luglio, predisponendo ogni cosa per accompagnarlo e farlo stare il tempo strettamente necessario per il cerimoniale, perché il Trentennale dei Gladiatori, senza Bruno Beneck, sarebbe stato un avvenimento diverso, sicuramente più povero.


Daniela cercò in tutti i modi di farmi capire che non era possibile, ma io semplicemente mi ostinavo a non comprendere come il Presidente non fosse in condizione di partecipare alla “sua” festa.


O forse non volevo…


Il Presidente della Federbaseball, membro della Giunta del CONI, Presidente della LIF, già Presidente della Federnuoto, regista della Domenica Sportiva, Presidente della Cinematografia Sportiva Mondiale; il padre di Anna e Daniela Beneck, campionesse di nuoto, suocero di Roberto Frinolli e Salvatore Morale, olimpionici d’atletica, quell’inarrestabile vulcano di idee, come poteva lasciarsi vincere dal trascorrere dei giorni?


Ricordo come fosse ieri quel suo volto raggiante per il Ventennale del 1993, già…ventennale, trentennale…
 A volte ci ostiniamo a pensare che per le persone che ci sono più care il tempo non passi e continuiamo così a vederle in un altro modo, semplicemente diverso dalla realtà.


Bruno Beneck ha vissuto da protagonista, capace come era di entrare fragorosamente nella vita degli altri, coinvolgendoli nei suoi sogni e realizzando così progetti apparentemente impossibili.


Un po’ come avviene per le favole.


Di lui si potrebbe scrivere per giorni interi (ne sai qualcosa Fausto, vero?) ed invece, paradossalmente, mi scopro privo di parole, indeciso nello scegliere questo o quel ricordo particolare, anche perché tutto mi appare inadeguato…”.