Le meraviglie del test di Wonderlic
Avete presente in Forrest Gump, quando il preside mostra alla madre di Forrest la zona di quoziente intellettivo dove si trova il figlio? Eppure Forrest finisce per giocare anche a football, ed al grido di “Corri Forrest!” diventa il beniamino dei suoi compagni di avventura collegiale.
Andando oltre questa visione naïf dei test di intelligenza e delle loro applicazioni, in molti casi viene utilizzato un test, chiamato Wonderlic Test, realizzato dal professore omonimo negli anni ’30. Si tratta di un test a risposta multipla che va da un punteggio di zero ad un massimo di 50. Secondo studi riguardo a questo test, analisti di sistemi e chimici sono quelli che ottengono mediamente i voti più alti, oltre i trenta punti, viceversa bidelli e carpentieri sono quelli che ottengono punteggi più bassi, attorno ai 15 punti.
Alcuni punti di riferimento ulteriori sono dati dai 20 punti, che rappresentano grossomodo una media tra tutti i test e si possono considerare il valore dell’uomo medio, mentre ottenere almeno dieci punti significa primariamente non essere analfabeta.
Grazie al caro Shaka, ho appreso che tra i datori di lavoro che sottopongono i loro candidati a questa procedura vi è anche la NFL, durante la combine che si tiene a primavera per testare la qualità della carne da cannone che verrà immessa nelle franchigie.
Mediamente, tutti i ruoli di linea offensiva (nell’ordine di risultato: tackle, centro, guardia, TE) sono sopra la media con valori che oscillano tra il 27 ed il 22, in questo gruppo di ruoli è inserito anche il QB che dovrebbe essere il ruolo intelligente per antonomasia, infatti l’unico giocatore ad aver completato il test 50/50 fu il QB dei Bengals Pat McInally che, a sua detta, non ne trasse vantaggio perchè in NFL cercano ragazzi intelligenti, ma non troppo, per non vedersi contestare le decisioni di coaching staff.
Ma la parte più divertente arriva quando si va a vedere chi sono, nella storia, i ragazzi che hanno messo assieme i peggiori punteggi.
Primo, per distacco, è Morris Claiborne (primo Round 2012, Dallas Cowboys) che riuscì a realizzare 4 (QUATTRO!) punti, minimo storico per il prodotto di LSU, e qui forse si possono capire tante cose
Secondo, leggermente staccato, Frank Gore (San Francisco 49ers) con 6 punti che mise assieme dopo aver “frequentato” l’università di Miami.
Terzi a pari merito, Tavon Austin (primo giro del Draft 2013, St. Louis Rams) e Terrelle Pryor (Seattle Seahawks) con 7 punti rimediati dopo le intense lezioni rispettivamente a West Virginia e Ohio State.
I Buckeyes sono anche l’alma mater di un altro genio, Carlos Hyde (49ers) che giunge a pari merito con Travis Henry (ritiratosi dopo Bills, Titans e Broncos, ed andato al college a Tennessee) con nove punti. Giusto ricordare che sotto i dieci si può essere considerati analfabeti o semianalfabeti.
Le risate sono grasse ma anche amare, principalmente perchè tutti i ragazzi sopra elencati, i peggiori della storia, sono stati selezionati nell’ultima decade, con un evidente scadimento della qualità accademica; in secondo luogo perchè tali figuri hanno usufruito di borse di studio, in certi casi emesse da università pubbliche e quindi pagate dai contribuenti: Ohio State, Louisiana State, per fare qualche esempio.
Molti faranno mezzi sorrisi, come a dire “nulla di nuovo”, ma ha ancora veramente senso chiamarli “studenti-atleti”?