Pre-Season Week 1: Oakland Raiders VS Minnesota Vikings
La prima partita è andata male, evitiamo di girarci troppo intorno. Tanti errori e tante cose da rivedere per Dennis Allen&Co. Ma andiamo in ordine e vediamo di analizzare nel dettaglio gli avvenimenti che hanno portato a questa critica.
LA SQUADRA
I Raiders arrivano a questa partita con qualche novità.
La più importante è forse l’infortunio di David Ausberry. Coach Allen ha infatti confermato giovedì 7 agosto che David Ausberry si sottoporrà ad un intervento al ginocchio che lo terrà fuori dal campo per un tempo indeterminato. Si tratta infatti dell’ennesimo infortunio nella breve carriera del TE, lasciando così a Rivera il suo posto di starter e permettendo al giovane Brian Leonhrandt di tentar di spodestare la TE di Tennessee, dopo aver colpito per i grossi miglioramenti rispetto alla scorsa stagione come Reciving TE (la sua abilità di blocco è indiscutibilmente migliore non solo di quella di Rivera, ma anche quella di Ausberry).
Altro giocatore, altro infortunio: Keith McGill, Rookie CB da Utha, è fuori per un infortunio all’adduttore. Il secondario dei Raiders è stato già assottigliato in seguito all’infortunio di Hayden durante gli OTAs, e con McGill fuori, le speranze riposte su Carrie e Chekwa si fanno ancora più grandi.
Ultima novità alle porte è stato il rilascio di Marshall McFadden (LB) e Shelton Johnson (S), entrambi infortunati, e conseguente acquisizione di Spencer Hadley, Undrafted Free Agents LB da BYU, e Harry Asante, Free Agents Safety. Di cattivo c’è che, nonostante l’aggiunta di Hudley, il rilascio di Kevin Burnett e l’infortunio sia di Maiava che di Sio Moore, la depth del LB Corps è tanto ridotta da non permettere più la perdita di altri tasselli importanti.
L’AVVERSARIO
Come già anticipato dall’HC di Minnesota Mike Zimmer, i Vikings del 2014 non inizieranno la loro pre season come quella dell’anno precedente. Nella prima partita di pre season del 2013 infatti, la prima squadra giocò soltanto due azioni di cui un’intercetto, venendo subito sostituita con i backup. Due sono state infatti le cose certe: la prima è che Adrian Peterson (RB), il motore dell’intera squadra, non avrebbe visto neanche uno snap (lasciando così ad Asiata il ruolo di portatore di palla durante buona parte della prima metà), e secondo che Teddy Bridgewater (Rookie QB) avrebbe giocato delle serie con la first team per poter conquistare il posto da starter, dopo un Matt Cassell che l’anno scorso ha mostrato ben pochi barlumi di speranza e molte ragioni per draftare un QB al primo round. La D-Line dei Vikings è in piena forma ed è lì che si potrà vedere quanto la ricostruita O-Line Silver&Black sia in grado di reggere il confronto.
LA PARTITA
Ogni fan dei Raiders non distingue una partita di Pre-Season da una di Regular Season. Una partita è una partita, e va giocata come tale. Questa è una lama a doppio taglio, perché se è vero che la passione è tanta, in seguito ad una sconfitta (specie come quella con i Vikings) è facile che scatti il campanello d’allarme e si perda la calma incitando al licenziamento dell’HC.
L’inizio del match, con i Raiders subito all’attacco, non è dei migliori. Menelik Watson (#71) viene flaggato per False Start e c’è immediatamente la perdita di 5 yard. Questa è la prima flag di una lunga, per non dire lunghissima, serie. Sono infatti 13 le penalità della serata per i Silver&Black, dovute sia all’attacco che alla difesa, per una perdita complessiva di 94 yard. Ogni volta che una squadra si suicida con le penalità, il dito è da puntare sull’Head Coach per non aver instillato la disciplina necessaria a prevenire quei comportamenti scorretti, che, dopo il cambio delle regole, la crew arbitrale avrebbe più tenuto d’occhio (come l’illegal use of hands e l’holding). Anche Tom Flores, ex HC dei Raiders con ben due anelli del Super Bowl al dito, ha commentato più e più volte quanto tutto quello che stava accadendo fosse inaccettabile, arrivando a dire che “Quando sei bravo, puoi superare questi ostacoli (le penalità), ma i Raiders non sono tanto bravi”… ma torniamo alla partita.
Dall’ 1&15, è Matt Schaub (#8) a partire, con un primo passaggio su Andre Holmes (#18) che viene quasi intercettato dal secondario, per poi ripetere un altro errore al terzo down, tirando sempre su Holmes ma completamente off target (dietro le spalle). Il primo drive si conclude quindi con un triste e amaro 3&Out, con Marquette King (#7) che spedisce la palla alle 30 yard avversarie mandando in campo la difesa.
Arriva quindi Matt Cassell (QB starter di Minnesota) che, un po’ come hanno fatto tutti i QB che l’anno scorso hanno sfidato Oakland, ha fatto la figura del Brett Favre della situazione. L’assassino del secondario però è Cordarelle Patterson (star ricevitore dei Vikings), che ad ogni singola azione, metterà alla berlina Terrelle Brown (#23), il quale non riesce in alcun modo a fermarlo, concedendogli in tutta la partita 38 yard su 3 lanci andati tutti a buon fine. Si può quindi definire pessimo il coverage dell’ ex CB dei 9ers, mostrando quanto ancora ci sia da fare per coach Tarver.
L’unica nota positiva di quel lungo drive da 70 yard è stato il sack di Pat Sims, perché poi tra una brutta coverage di Carlos Rodgers (#27) su Jennings, e un Kyle Rudolph completamente wide open per un lancio completo da 22 yard, ci pensa Asiata a chiudere il tutto con una corsa da 1 yard e conseguente TD con conversione da 1.
Dopo esser stati dominati in entrambe le fasi della partita, Matt Schaub torna in campo, con la speranza di fare qualcosa di meglio, ma non accade niente. Nel drive successivo infatti si assiste ad un altro 3&Out, con uno Schaub che completa solo passaggi corti, come gli screen su Mourice Jones-Drew (#21), andando fuori bersaglio su tutto il resto. Il problema fondamentale è sui ricevitori. Nonostante il QB1 non stesse brillando per nulla, è impossibile non notare quanto manchi un vero ricevitore. Il numero di drop cui si è assistito è stato alto, anche da chi, come Rivera (#81) doveva essere la receiving TE pronta a prendere il posto di Ausberry.
Dopo un solo drive Matt Cassell lascia il posto al Rookie da Louville, Teddy Bridgewater. La difesa sembra iniziare con il piede giusto, con un Chimdi Chekwa protagonista di una formidabile difesa di un passaggio, resa però vana da una ennesima penalità: Terrelle Brown, per evitare che Patterson lo umiliasse ancora una volta, è costretto ad un holding flaggato immediatamente. Dopo una corsa di McKinnon di 12 yard in cui si fa beffa della intera difesa, Charles Woodson incluso (#24), c’è pero Shalby Harris (#75), pick del settimo round di quest’anno, che con un sack, riesce ad impedire una probabile disastrosa marcia verso la propria endzone, costringendo così i Vikings al field goal, portandosi in vantaggio 10 a 0. La cosa più fantastica di quel sack è stato che Harris ha battuto niente di meno che Matt Khalil, quindi può essere considerato davvero un ottimo punto di inizio per il rookie.
Dopo il kickoff e il touchback, inizia l’ultimo drive della serata per Schaub. Il risultato è sempre lo stesso, 3&Out. Se McFadden comincia bene con una corsa da 23 yard, il tutto è infranto da un sack su Schaub stesso, che riporta i tifosi con i piedi per terra e le mani tra i capelli, soprattutto perché i Raiders non hanno ancora superato la linea delle 50 yard. Disastro è la parola giusta per descrivere questa partita, visto che la seconda squadra sta giocando molto meglio della prima che è stata il nulla cosmico per eccellenza.
Dopo una buona prestazione della difesa, dove sia Chekwa che T.J. Carrie (#38) mostrano ottime qualità nel coverage e anche nel supporto alla corsa (ogni corsa non centrale è fermata da loro due prima ancora dei DE), i Raiders costringendo per la prima volta (siamo a 12 minuti del secondo quarto sul cronometro) al punt i Vikings, ed entra in campo Derek Carr. La sua prestazione non è eccezionale. I lanci corti vanno tutti a buon fine, e al contrario di Schaub riesce a muovere la catena portando i Silver&Black oltre le 50 yard, ma la precisione non è sempre al massimo. Un esempio lo abbiamo sul tiro su Jamize Olawale (#49) il pupillo di McKenzie, dove una palla tirata un po’ troppo alta (ma comunque prendibilissima se ci fosse stato un minimo sforzo da parte del Fullback) porta ad un tip e successivo intercetto per i Vikings. Altra nota dolente è stato il 2 minute drill di Carr, dove se è vero che Carr ha mostrato un ottimo controllo dell’ attacco e una calma non tipica di un Rookie, l’insieme degli schemi ha portato all’ennesimo punt di King.
Per il resto è stato tutto terze squadre, dove gli unici punti dei Raiders sono arrivati quando mancavano 1:45 minuti alla fine della partita grazie ad uno scramble di Matt McGloin. La partita finisce così 10 a 6 per la squadra di casa, dopo un tentativo di conversione da 2 fallito.
CONCLUSIONE
Non lo si può negare, la partita è stata davvero orribile a vedersi. La prima nota dolente sono le penalità: il poor coaching job di Dennis Allen è stato evidente perché la squadra è stata indisciplinata dall’inizio alla fine. Il secondo errore da correggere è il coverage in generale: il cuscino lasciato ai ricevitori è davvero troppo grande. La scorsa stagione Allen e Tarver giustificavano un cuscino così grande per via della incapacità della linea di mettere pressione. Questo problema ora che la D-Line è molto migliorata sulla carta, non dovrebbe più sussistere, ma i coach continuano imperterriti a permettere dei lanci da un numero di yard spropositate. Il man coverage è completamente da rivedere perché quando i passaggi non sono completi, c’è una penalità da Illegal use of the hands o di holding. Il ripetersi in testa che questa è la prima partita di pre season e che la squadra gioca molto “Vanilla” come si dice in gergo, non da alcun sollievo, perché anche per i Vikings era la prima partita, eppure la loro squadra è stata nettamente superiore. Dennis Allen deve fare molto meglio di così se vuole salvare il posto. La prossima è in casa con i Lions, e i tifosi non saranno contenti se il prodotto dovesse essere lo stesso mostrato venerdì notte, ma prima ci aspetta l’ultima settimana di training camp condivisa con i Dallas Cowboys. Speriamo tutti in bene.