NCAA Week #1: Rice @ Notre Dame
A South Bend, sul nuovo turf del Notre Dame Stadium, non si aspettava altro che il suo ritorno.
Ed Everett Golson, Senior QB fermo da un anno per una sospensione, non tradisce le attese: 14/22 per 295 yard lanciate, 2 passing-TDs (da 75 e 53 yards), 3 rushing-TDs e zero INT. Il tabellone alla fine dice 48-17 per gli Irish, che si prenotano fin da subito per un posto da protagonisti in questa prima stagione NCAA che terminerà con i College Football Play Off.
Già dal primo quarto la sfida coi texani di Rice promette scintille; le squadre partono lente ma trovano subito il loro equilibrio: la difesa di ND blocca qualsiasi iniziativa di corsa mentre concede qualcosa agli avversari sui lanci; Rice, invece, sembra lavorare bene su tutti i fronti.
Un guizzo da 11 yard di Golson sblocca la partita dopo 10 minuti di gioco, pareggiato poco dopo da un lancio di Jackson per Wright, completamente dimenticato dalla difesa degli Irish. 7-7. Ma al primo snap del drive successivo, dalle 25 di Notre Dame, ecco la magia di Golson: lancio da quasi 60 yard per Fuller che riceve, scarta un difensore in spin, e arriva in touchdown. Raddoppio di ND.
Dopo 5 minuti di gioco nel secondo quarto e dopo un sack ricevuto, Golson sfiora la seconda perla: in fuga dai difensori avversari sulla linea delle proprie 40, il QB tira fuori un lancio da 60 yard, dritto nelle mani di C.J. Prosise il quale però, dopo essersi portato a spasso la Safety avversaria per mezzo campo, non tiene il pallone. La battaglia si infervora e i primi a mettere altri punti sul tabellone sono gli Owls con un calcio piazzato.
Arriva invece a 2 minuti e mezzo dall’half time il secondo TD su corsa di Golson, 14 yard e passaggio in volo sulla linea della End Zone: 21-10 Notre Dame. Ma prima dell’intervallo c’è spazio per altri punti: dopo aver riconquistato il pallone, ND è sulle proprie quarantacinque quando Golson spara un altro pallone da 50 yard per Prosise che stavolta non sbaglia e, di nuovo in vantaggio imbarazzante sull’avversario, segna il secondo passing-TD per gli Irish: 28-10 Notre Dame a 20 secondi dalla fine del primo tempo.
Nel terzo periodo arrivano a South Bend anche un po’ di pioggia e nebbia, mentre l’attacco di Rice soffre sempre di più il front seven degli Irish, e il gioco su corsa di ND comincia a dare qualche frutto. Ma la pioggia di punti non finisce: prima un FG, poi il terzo rushing-TD di Golson a 17 secondi dalla fine e il terzo quarto si chiude con un parziale di 38-10 per Notre Dame.
L’ultimo quarto si apre ancora una volta all’insegna dei Fighting Irish: FG da 29 yard e ND a quota 41 dopo 7 minuti di gioco. In casa Rice, Jackson lascia la cabina di regia a Tyler Stehling che dopo pochi minuti e due soli lanci (chiuderà 2/2) manda il WR James Mayden in Touchdown con un lancio da oltre 50 yards; Rice è sotto 41-17. Ma la fame degli Irish non è finita; anche per loro cambio di regia con Malik Zaire che va a sostituire Golson, mettendosi in mostra con una corsa da 56 yard, sfruttata nello snap successivo dal RB Greg Bryant che corre al centro per 17 yard e arriva in endzone, passando in mezzo alla difesa dei texani: 48-17 Notre Dame. Con 3 minuti scarsi da giocare, l’attacco di Rice produce ben poco trascinandosi fino a fine match, così come gli Irish che si limitano a difendere, già proiettati con la mente all’epica sfida di Week 2 contro l’eterna rivale Michigan.
In conclusione bene l’attacco di Notre Dame, soprattutto nella figura del suo quarterback. Chi diceva fosse il tipico QB di moda adesso, tutto corsa e muscoli, dovrà per forza ricredersi: il ragazzo lancia, tanto e bene.
Ottima anche la prestazione dei ritornatori e dello special team in generale.
Benissimo la difesa sulle corse, con la DL che chiude qualsiasi porta ai RB avversari e i Linebacker sempre sul pezzo e ben saldi dietro la linea; un po’ meno precisa, invece, la difesa sui lanci, soprattutto da parte dei succitati LB, spesso totalmente fuori posizione.
Di scarso impatto, invece, il running game degli Irish, con un solo TD di Bryant e 281 yard guadagnate da 5 diversi giocatori, Golson compreso (41).
Rice, dal canto suo, paga una netta inferiorità in ogni reparto, davanti e dietro. Il QB avversario diventa per loro incontenibile, la secondaria può poco sul gioco profondo e l’attacco fatica davvero a carburare, soprattutto nelle corse centrali (colpa da imputare soprattutto alla OL, spesso in balia della DL avversaria).
Insomma, nuovo sponsor tecnico, nuovo turf e QB ritrovato in quel di South Bend: è così che comincia la stagione di Notre Dame, saldamente convinta di potersi ritagliare uno spazio importante ai piani alti.