Jungle Zone, Week 1 postgame; Bengals, una vittoria tra luci e ombre.

La prima gara della stagione non è mai facile, lo dimostrano i tanti risultati a sorpresa di ieri, squadre spesso date come super favorite cadono anche con semplicità oppure non dimostrano la medesima concretezza della stagione precedente, questo perché in NFL la “distanza” tra le squadre è sempre minima e bastano pochi dettagli per sconvolgere la competitività di un gruppo. Da 8 anni i Ravens vincono la gara di apertura casalinga, forse anche per questo la maggior parte degli analisti metteva la squadra di Harbaugh come favorita e solo pochi audaci commentatori hanno pronosticato Cincinnati “corsara” in Maryland.

Il primo quarto della partita è un vero e proprio incubo per la squadra locale, Cincinnati infatti macina yard senza forzare e Dalton mette in mostra tutte le sue migliori qualità quando deve impostare un gioco fatto di passaggi corti, senza la classica ricerca al big play che invece caratterizzava la filosofia di gioco del precedente OC. Con Jackson infatti la musica è cambiata ed i protagonisti assoluti della prima frazione di gioco sono Eifert e Bernard, due giovani usati con il contagocce l’anno scorso e sui quali tutti ripongono grandi aspettative. Sfortuna vuole che proprio sul finire del primo quarto Eifert (3 rec per 37 yd) subisce un placcaggio e cade malamente, il referto medico parla chiaro, lussazione del gomito destro; ancora non si conoscono i dettagli e solo le analisi di oggi potranno far comprendere meglio i tempi di recupero, i tifosi dei Bengals infatti sperano che non vi sia un interessamento ai legamenti e questo potrebbe portare ad un recupero più veloce, in caso contrario possiamo mettere a referto il primo big player della squadra a finire in IR.

Tornando alla gara, Cincinnati non concretizza adeguatamente e porta sul tabellone solo 6 punti con due fg da 49 e 22 yd, Baltimore invece sembra incapace di costruire drive pericolosi e da parte dei ricevitori comincia una lunga serie di drop clamorosi che continuerà fino al terzo quarto; al primo cambio di campo la musica non cambia, anzi, per i Ravens è anche peggio dato che arriva il primo turnover della gara con protagonista il pro bowler Vontaze Burfict, il lb di Cincinnati compie un gesto incredibile quando prima strappa la palla al rb Pierce e poì la raccoglie in mischia; Dalton ricomincia a macinare gioco ma il risultato è sempre lo stesso, arrivano infatti altri 3 fg (28,36 e 48 yd) e punteggio fissato sul 15 a 0.

A questo punto della gara arriva il secondo infortunio di giornata, Burfict infatti durante un blitz arriva su Flacco e colpisce duramente, tanto duramente che si rialza pochi secondi dopo in stato confusionale, il medico non esita nel portarlo subito in sideline, si tratta di concussion e il protocollo medico NFL parla chiaro, per Vontaze il match è terminato; Con l’uscita del suo leader, la difesa che fino ad allora non aveva concesso punti, cambia radicalmente, soprattutto nel bloccare le corse ed i TE avversari; Flacco costruisce uno dei suoi migliori drive del pomeriggio e arriva nella redzone ospite, dove incredibilmente cerca a tutti i costi il td pass con il risultato che il tempo passa e non c’è modo di far calciare a Tucker un facile fg per diminuire lo svantaggio.

Arriviamo quindi nel terzo quarto e la musica cambia, tutto ha inizio con il fg bloccato dallo special team dei Ravens, preludio che qualcosa comincia a non funzionare nel meccanismo di Cincinnati; la difesa però reagisce prontamente ed Emanuel Lamur, undrafted olb da Kansas State, compie un intercetto in tuffo sorprendente, procurando a Baltimore il secondo turnover di giornata. La reazione offensiva di Cincinnati è nulla e di conseguenza Flacco comincia ad avere tempo a disposizione per prendere le giuste misure alla difesa di Paul Guenther; determinante è infatti l’uscita del deludente Bernard Pierce per dare spazio al veterano Justin Forsett, capace da solo di terrorizzare la difesa ospite che senza Burfict sembra incapace di reggere l’urto delle contromosse di Kubiak, non a caso è proprio il nuovo rb a segnare il td della riscossa e portare il match sul punteggio di 15 a 7.

Nell’ultima frazione di gioco Flacco ha ormai capito come fare male e continua a martellare Cincinnati con passaggi corti e veloci, Steve Smith, Owen Daniels e Dennis Pitta acchiappano tutto quello che passa, con il risultato che Baltimore ormai controlla pure il tempo; arrivano quindi prima 3 punti di Tucker dalle 38 yd con un drive lungo quasi 6 min e giusto pochi minuti dopo quello che tutti pensavano impossibile, Flacco si libera magistralmente della pressione avversaria e quando sembra prossimo al sack, spara letteralmente una bomba dalle proprie 20 yd in direzione di Steve Smith che riceve, si libera di Pacman Jones con uno stiff-arm incredibile e arriva in endzone. Lo stadio esplode e Harbaugh chiama la trasformazione da 2 per portarsi dul 18 a 15, ed è qui che Cincinnati improvvisamente di risveglia dal proprio “letargo”, un sonno che durava da quasi 2 quarti, sono infatti Thompson e Dunlap a fermare Forsett sulla goal line e bloccare il risultato a 6 min dalla fine sul 16 a 15 per i locali.

I Bengals non perdono tempo e dopo una timida corsa ecco arrivare il big play della sua stella offensiva, AJ Green, in un drive durato solamente 48 sec; poco infatti è bastato a Green per sfrecciare sul lato destro del campo, seminare Smith, compiere una ricezione quasi funambolica e mandare per terra la safety in aiuto con una doppia finta, che gli permette di segnare un td da 77 yd; pochi secondo dopo anche Sanu si esibisce in una spettacolare ricezione per la trasformazione da 2 e la gara torna nelle mani di Cincinnati, 23 a 16.

Ai Ravens serve un td per andare in OT, proprio come nel match della passata stagione, Flacco macina tutto il tempo a disposizione e arriva in prossimità della endzone avversaria, ma quando tutti ormai si aspettano l’extra time, ecco che la DL di Cincinnati torna a colpire duramente, succede quindi che prima Dunlap e poi Gilberry (con l’aiuto della fs Nelson) mettono a sedere il qb in viola per ben 2 volte e per i Ravens è una doccia fredda, a Dalton basta inginocchiarsi per consumare il tempo rimasto e portare in Ohio una preziosa vittoria.

I tifosi di Cincinnati possono gioire, ma è giusto trattenere gli entusiasmi, quella che nella passata stagione è stata la terza squadra per efficienza in redzone ha registrato ieri uno 0 su 3, dato preoccupante, come altrettanto preoccupante è la difesa in certi ambiti, molti ieri sono stati i drop dei Ravens e dubito che Julio Jones e Roddie White giocheranno in questo modo la settimana prossima al Paul Brown Stadium quando arriveranno i Falcons; l’infortunio di Eifert mette i Bengals in allarme, perché dopo aver perso Marvin Jones fino a ottobre, le assenze tra wr e te cominciano a farsi sentire; sono sicuro che Burfict tornerà ad allenarsi molto presto e questo permetterà di vedere la prossima settimana una difesa più simile a quella del primo tempo, piuttosto che la versione colabrodo della seconda parte di gara. Da non dimenticare è anche l’assenza oggi del rookie da Michigan State Darqueze Dennard, possibile ulteriore upgrade difensivo.

Le note positive sono certamente la mancanza di errori decisisvi in attacco (prima causa delle sconfitte l’anno scorso), la vivacità di Bernard, sempre più playmaker offensivo di questa squadra; la solidità nella linea in pass protection, nella quale esordiva il rookie Bodine e la convinzione che Gilberry/Hunt sostituiranno adeguamente Michael Johnson in pass-rush. Per quanto riguarda Green, credo non servano commenti, dietro Megatron nella lega c’è solo lui.