NFL Week #2: Philadelphia Eagles @ Indianapolis Colts preview

La tabella di marcia domenica scorsa è stata rispettata. Ma quali rischi e soprattutto quanta fatica, Eagles Fans!!

E’ vero, la pericolosità e i passi avanti di Jacksonville erano stati ampiamente previsti (almeno da chi scrive), ma una intera prima frazione giocata sotto ritmo, a momenti rischiava di complicare e non di poco l’inizio di questa nuova stagione, per i Philadelphia Eagles.

Nervosi e inconcludenti, ai limiti dell’irritabilità, in Attacco, scarsamente incisivi in Difesa, gli uomini di Kelly nella prima metà dell’Open Day di domenica scorsa, si son lasciati sopraffare dal football essenziale e ben confezionato dei nuovi Giaguari di Coach Gus Bradley (al secondo anno di esperienza come Capo-Allenatore).

Le proiezioni offensive dei ‘rookie’ receivers Marqise Lee (previste) e Allen Hurns (decisamente meno previste) e le percussioni, sia centrali che laterali, del solidissimo ‘Power Back’ Toby Gerhart (ex di Minnesota e prima ancora Stanford Cardinals), nello stupore generale riuscivano infatti in soli 2 quarti di partita, i primi due quarti di partita, ad annichilire un Lincoln Financial Field stracolmo di fans carichi e straordinariamente fiduciosi in una stagione che si annunciava, e che fortunatamente continua ad annunciarsi, ricolma di prospettive interessanti. 17 a 0 il parziale inesorabile.

Ripresa fortunatamente con l’inerzia del tutto capovolta e Eagles che con 30 minuti semieffettivi di ritardo mettono sul terreno quanto tutti si aspettavano di vedere e che fino a quel momento nessuno aveva ancora visto..

Attacco dalle ‘mille opzioni’, fatto di corse, Passing Game corto e verticalizzazioni improvvise sul ‘lungo’, Difesa ben chiusa tra i reparti e ‘Front Seven’ finalmente capace di produrre la pressione necessaria.

Tutto o quasi da buttare nel primo periodo, tutto o quasi perfetto nel secondo, non ultime le notevoli prestazioni del ‘rookie’ Placekicker Cody Parkey (Auburn Tigers) e di un OLB Brandon Graham finalmente in piena modalità ‘Michigan Wolverines’. Era ora.

Finale: Eagles 37, Jaguars 17 e primo posto in Division!

Adesso la NFL Schedule ci porta in quel di Indianapolis (IN.), in un MNF carico di insidie ma dal fascino indiscusso, contro i Colts di Coach Chuck Pagano, reduci da una onorevolissima sconfitta contro la corazzata ‘Manning’ di Denver, a Denver.

Avversario pieno di talento e velocità, soprattutto in Attacco, capace di farsi spesso valere tra le mura amiche del Lucas Oil Stadium e abituato a sostare, da qualche mese a questa parte, stabilmente nella ‘Top 10’ di ogni ‘NFL Power Rankings’, qualunque ne sia la fonte.

Ma Philadelphia detiene la corona della NFC East e se davvero, come in tanti sostengono, quest’anno le ambizioni vanno ben al di là di una semplice, ancorchè prestigiosa, affermazione in Division, noi aquile dovremo saperlo dimostrare sul campo. Per il semplice motivo che il football è una disciplina che va giocata sul campo e che proprio dal campo una squadra trova la conferma del suo esatto valore.

L’occasione appare di quelle ghiotte, perchè con un nuovo successo i ragazzi di Chip Kelly, considerato anche l’abbordabile terzo turno interno (davanti al pubblico amico del Lincoln Field) di Regular Season contro i tutt’altro che irresistibili Redskins del nuovo nemico DeSean Jackson (California Golden Bears), avrebbero la possibilità di sbarcare al Levi’s Stadium di Santa Clara (home dei San Francisco 49ers), in Week #4, con un lusinghierissimo, ma ancora del tutto potenziale, record di 3 vittorie e zero sconfitte.

Ma andiamo per gradi e giochiamoci questo secondo turno senza timori e con la consapevolezza della nostra forza, perché come dice Coach Kelly:

“We respect all. We fear none.”

(Rispetto per tutti. Paura di nessuno. – Per i meno avvezzi all’idioma anglofono)

INDIANAPOLIS (0-1-0).

Lo ribadisco, NFL Team assolutamente da rispettare e, al di là dei proclami da ‘Locker Room’ di Coach Chip Kelly, certamente da temere.

Attacco che vive sul talento indiscusso del QB Andrew Luck (former Stanford Cardinals e 1st round pick overall del 2012), oltre che sulle mani esperte, sempre sicure, al limite quasi del leggendario, di Reggie Wayne (ricevitore largo, former Miami-Florida Hurricanes, già 1st round pick, pure lui, ma nel 2001 e addirittura 6time Pro Bowler). A completare un reparto offensivo di primordine il WR T.Y. Hilton (5-9/178, FIU Panthers), rapido, sgusciante e assolutamente temibile tanto nel medio quanto sul lungo raggio di competenza, i TEs Dwayne Allen (Clemson Tigers) e Coby Fleener (anche lui proveniente da Stanford) e il RB Trent Richardson (Alabama Crimson Tide e draftato al primo giro – terza scelta assoluta – dai Cleveland Browns nel 2012), talento devastante ai tempi del College Football (NCAA), ma oggetto ancora alquanto misterioso e scarsamente definibile per la National Football League.

Solida e di affidamento la Linea di Attacco.

Fattore non da poco, direi.

Difesa, proprio come succede per Philadelphia, non propriamente all’altezza dell’Attacco, con un ‘Front Three’ basato sulla comprovata esperienza del duo Cory Redding (Texas Longhorns)-Arthur Jones (Syracuse Orange Men) e una linea di Linebackers caratterizzata più dall’assenza (grave) di Robert Mathis (6-2/245, Alabama A&M Bulldogs), top ’sacker’ della squadra, che non dall’arrivo del LB centrale, già Cleveland Browns, D’Qwell Jackson (6-0/240, Maryland Terrapins), comunque affidabile e dall’indiscusso peso specifico.

A complicare ulteriormente le cose per il pacchetto arretrato di Coach Greg Manusky (Defensive Coordinator), l’assenza certa dell’ ILB Jerrell Freeman (Mary Hardin-Baylor Crudaders), solido baluardo di Indianapolis contro le corse, con le sue 33 presenze consecutive da titolare, da quando veste la ‘blue’ jersey dei Colts.

Da segnalare, in riferimento alla pattuglia dei DBs, l’accoppiata di Cornerbacks Vontae Davis (Illinois Fighting Illini) e Greg Toler (St. Paul’s College Tigers). Più un punto debole che non uno di forza, a mio parere invece la presenza della datata Strong Safety LaRon Landry (LSU Tigers, 1st round pick del 2006 – 6th overall -), lenta, decisamente troppo lenta, laddove chiamata a difendere sul passaggio e in campo aperto.

PHILADELPHIA (1-0-0).

Aquile reduci dal peccato di presunzione del primo tempo di Week #1 contro Jacksonville.

Ma Indianapolis non è Jacksonville, i Colts non sono i Jaguars e questa volta un ‘comeback’ da un parziale di 34 punti a zero sarebbe praticamente impossibile da ripetere.

Fortunatamente non sarà domenica pomeriggio, ma sarà un Monday Night Football..

Fortunatamente (per assurdo) il teatro dell’evento non sarà il Lincoln F. Field, ma il Lucas Oil Stadium di Indianapolis..

Fortunatamente (e ancor più per assurdo) il QB avversario da abbattere non sarà Chad Henne ma bensì Mr.Andrew Luck..

Tutti fattori che, almeno in teoria, dovrebbero ridurre praticamente a zero le possibilità che le aquile entrino in campo con la malsana (al limite del suicidio) idea di sottovalutare l’avversario, credendo di essersi aggiudicate un match ancor prima di averlo disputato.

Questo mi sentirei di garantirlo e con ampio margine di buona certezza.

Ma i problemi per Phila potrebbero non finire qui.

Non poche, gravi e come spesso accade in periodi di sventura, praticamente tutte concentrate nel medesimo reparto dello schieramento offensivo, le defezioni per le aquile nell’appuntamento del prossimo lunedì..

La Linea di Attacco.

Lane Johnson (RT, Oklahoma Sooners), assente per squalifica (ne avrà ancora fino alla quarta giornata inclusa), Evan Mathis (LG, Alabama Crimson Tide), assente per un’infortunio che lo terrà lontano dai campi della NFL fino al mese di novembre (per la gara di Week #10, contro i Carolina Panthers, il rientro previsto), Allen Barbre (OG/OT, Missouri Southern State Lions), ormai perso per il resto della stagione, ovviamente sempre per infortunio.

Il tutto parzialmente compensato dalla firma del ‘veteran’ Free Agent Wade Smith (6-4/307, Memphis Tigers), esperta e granitica Offensive Guard con alle spalle ben 12 stagioni di NFL.

Speriamo che basti.

Ma quanto visto nella seconda frazione di domenica scorsa è piaciuto a chi scrive, è piaciuto alle tante migliaia di Eagles Fans che gremivano urlanti gli spalti del LF (abbreviazione di Licoln F. Field), è piaciuto alla critica oggettiva di tanti analisti, neutrali e non.

Attacco variegato, capace di coinvolgere parecchi interpreti senza essere banalmente convogliato su di un unico terminale, fatto tanto di potenza (TE Zach Ertz, TE Brent Celek) quanto di velocità (RB Darren Sproles e WR Jeremy Maclin), di talento funambolico (RB LeSean McCoy) e capacità di resurrezione (QB Nick Foles).

Difesa finalmente contraddistinta da un ‘Front Seven’ capace di produrre la giusta pressione sul backfield avversario, OLBs impeccabili tanto nelle coperture sui ricevitori (Connor Barwin) quanto nei placcaggi sui portatori di palla e nella sistematica aggressione al Quarterback (Brandon Graham, Trent Cole), con il plus di una Secondary Line sapientemente condotta, ed era ora, dalla nuova Fs Malcolm Jenkins (Ohio State Buckeyes e 1st round pick – 14th overall – del Draft 2009, selezionato dai New Orleans Saints dell’allora e attuale Coach Sean Payton).

Impertativo categorico: ripetere tutto (ovviamente riferito al secondo tempo di Week #1) sul sintetico di Indianapolis, contro Chuck Pagano e la sua squadra!

– CHIAVE TATTICA DI LETTURA –

L’assenza del loro migliore Rush OLB (Robert Mathis), la presenza del macchinoso Bjoern Werner (6-3/257, Florida State Seminoles), personalmente ritenuto fuori ruolo nella posizione di 3-4 OLB, accompagnata dal non trascendentale Erik Walden (Middle Tennessee State Blue Raiders e 6th round pick del 2008) e un’accoppiata di Safeties (LaRon Landry e Mike Adams), al centro della Secondaria, non particolarmente brillanti e reattive, qualora impegnate in giocate di ‘Pass Coverage’, mi convincono della necessità di insistere forte sull’utilizzo dei Tight Ends (uno o anche due, contemporaneamente), ovviamente intervallata, avendone certamente le aquile ampia facoltà e disponibilità, dall’impiego delle altre opzioni a disposizione dell’Offensive Coordinator Pat Shurmur.

Vengano mantenuti ‘fighting spirit’, ritmo di gioco e concentrazione del secondo tempo contro i Giaguari, impegnamo con i nostri TEs la loro Difesa nella porzione di campo dove si rivelano maggiormente attaccabili e si ripeta la pressione a stringere sulla Offensive Line avversaria vista settimana scorsa..

VOGLIO VEDERE BRANDON GRAHAM RUGGIRE ANCORA!!!

Facciamo questo e il secondo successo consecutivo sarà nostro. Colts o non Colts, Eagles Fans!

LET’S GO, EAGLES.. PLAY HARD AND TAKE THE 2nd WIN!!

-PhillyBird- (EPN Eagles Pride Nation)