Phillybirds Game preview Report: Week #3
‘Chip Kelly Era’. Anno secondo, atto terzo.
Va in scena il primo incrocio divisionale della NFC EAST, tra i
Philadelphia Eagles, padroni di casa, oltre che di classifica e i Washington Redskins.
Le ambizioni della franchigia di Mr. Jeffrey Lurie (Owner, Philadelphia Eagles), corroborate questa volta non soltanto dalla consapevolezza di un roster dallo standard elevato, specie in Attacco, ma pure da un MNF vinto contro un avversario ‘nobile’, probabile candidato a un ruolo di prestigio nella Post-Season della American Football Conference e capace di mettere a referto ben 24 punti in trasferta contro la corazzata
‘Manning’ dei Broncos di Denver, trovano ora come ostacolo i non certo trascendentali ‘Pellerossa’ dell’ex DeSean Jackson, un tempo osannato e ora visceralmente odiato dal popolo verde.
Una seconda prova di maturità per le ‘aquile’, attese nello specifico alla riconferma in uno scontro dagli elevati contenuti emozionali. Tanta, troppa la rivalità tra le contendenti e con l’incognita di saper gestire un ruolo da favoriti di giornata che certamente spetta loro (e non solo per il fattore ‘campo’).
In più, la prospettiva, in caso di vittoria, di poter preparare il ‘big-match’ di week #4 nella ‘nuova’ tana dei San Francisco 49ers (il Levi’s Stadium a Santa Clara, CA.) con l’invidiabile ma ancora ‘tutto potenziale’ record di 3 vittorie e zero sconfitte. I Redskins (credo si chiamino ancora così, salvo smentite), tra ‘stampelle’ rispolverate (Robert Griffin III) e pomatine contro i traumi articolari (DeSean Jackson), proveranno comunque a rovinare una festa che pare già scritta. Questo è certo.
Ma guai a sottovalutare l’evento..
Guai a sottovalutare una sfida fratricida..
E guai ad andare a ripetere, per la terza volta di fila, le incolori prestazioni offensive dovutesi registrare contro Jaguars e Colts..
La sorte non va sfidata troppo a lungo, nemmeno se hai in squadra elementi come Darren Sproles (Kansas State Wildcats) e LeSean ‘Shady’ McCoy (Pittsburgh Panthers).
Soprattutto poi quando la memoria ti porta all’impatto avuto dal Pass Rush dei ‘Burgundy and Gold’ nella gara andata in scena in quel di Washington contro i Jacksonville Jaguars.. ma qui il dubbio della componente ‘aiutino’ giocata da una Offensive Line alquanto lacunosa (almeno in quella circostanza) rimane forte.
Eagles con l’imperativo categorico di una gara da vincere ad ogni costo, per dimostrare sin da subito di valere quella solida e incontrastata leadership che in NFC EAST tanti gli accreditano, senza disconoscere il desiderio di annichilire le velleità di un avversario, mai stato amico e indubbiamente reo di aver consumato lo ‘sgarbo’ (seppur lecito) di arruolare un giocatore che tanto bene aveva fatto fino all’anno passato, a Philadelphia (DeSean ‘Action’ Jackson).
Avversari invece intenti nel non recitare lo scomodo ruolo di vittima sacrificale designata e pervasi dall’incognita di sapere quanta ragione abbiano quelli che pensavano a Kirk Cousins (Michigan State Spartans) come ideale risposta alle reiterate titubanze, non solo fisiche, del loro Quarterback titolare (Robert Griffin III, già Baylor Bears ai tempi del College Football NCAA).
Come sempre al solito e sovrano ‘field’ l’incombenza di decretare il verdetto definitivo.
Un giorno e sapremo tutto.
WASHINGTON (1-1-0).
Team sospeso tra i punti interrogativi del nuovo corso di una gestione tecnica affidata all’entrante HC Jay Gruden appena arrivato (già Offensive Coordinator a Cincinnati dal 2011 al 2013) e l’eterno ballottaggio, ancora tutto da risolvere, per la ‘poltrona’ di starting QB tra il mai convincente (eccenzion fatta per uno straordinario ‘rookie’ year, Pro Bowl incluso, nel 2012) Robert Griffin III e il talento di Michigan State e primo backup designato, Kirk Cousins.
Concedendo il beneficio del dubbio al neo Capo-Allenatore in pectore, verso il quale peraltro non nutro particolare stima e considerazione, il dualismo tra i ‘passers’ di cui sopra pare, almeno per il momento, sorridere al secondo dei due contendenti indicati, non tanto e solo per i meriti acquisiti sul campo, o forse sarebbe meglio parlare di minore quantità dei demeriti palesati, ma principalmente per l’ennesimo infortunio occorso allo sfortunato ex Quarterback di Baylor. Anche se questa volta a
preoccupare non è l’articolazione del ginocchio destro, ma invece la caviglia sinistra del giocatore #10 di Washington.
Restante parte dell’Attacco che registra le maggiori preoccupazioni in una Linea Offensiva tutt’altro che dispensatrice di sicurezze e coperture efficaci, caratterizzata anche dall’estrema fallosità del suo migliore interprete, il LT Trent Williams (Oklahoma Sooners e 1st round pick, 4th overall, del 2010) e nelle assenze per infortunio, certe, del TE titolare, Jordan Reed (Florida Gators) e tuttora da acclarare, dell’ex di turno DeSean Jackson (già stella a Philadelphia e prima ancora con i Golden Bears della Cal University, nel campionato NCAA).
Difesa poi che, riprendendo un concesso già espresso, trova il suo reale ‘plus’ nel Pass Rush del Defensive End Jason Hatcher (provenienza Dallas Cowboys e prima ancora Grambling State Tigers), e negli Outside Linebackers Brian Orakpo (Texas Longhorns) e Ryan Kerrigan (Purdue Boilermakers), entrambi interpreti di sostanza vera, pur dovendo la D-Line, anche lei, denunciare la grave defezione del NT Barry Cofield (Northwestern Wildcats).
Tallone d’Achille del pacchetto arretrato da individuarsi invece nei quattro componenti della Linea Secondaria di Coach Jim Haslett (Defensive Coordinator) dove il solo CB DeAngelo Hall (Virginia Tech Hokies) e a tratti, laddove non colta in infrazioni per ‘violenza non necessaria’, la sola SS Brandon Meriweather (Miami-Florida Hurricanes), riescono a mantenere (e nemmeno sempre) in quota di galleggiamento, uno dei reparti più deboli della Lega.
Globalmente non un complesso ‘da urlo’, direi.
PHILADELPHIA (2-0-0).
Una unica grossa preoccupazione.
La squadra di Chip Kelly affronterà la prossima sfida di RS senza poter beneficiare dell’apporto, sempre più fondamentale (e questo è un bene), del Linebacker interno Mychal Kendricks (6-0/240. California Golden Bears), aggravato e non di poco dalla concomitante pochezza delle soluzioni alternative:
Emmanuel Acho (Texas Longhorns), Casey Matthews (Oregon Ducks).
Da verificare sul campo l’idea di una possibile riconversione dell’ultima ora del 1st round pick 2014, Marcus Smith II (OLB, 6-3 feet per 251 libbre, con provenienza Louisville Cardinals) dovuta più dalla forza della disperazione, che non da ragionate convinzioni tecniche. Ma l’intuizione del Defensive Coordinator Bill Davis (elemento sempre più stimato dallo scrivente) potrebbe non essere affatto sbagliata.
Certo è, mia personale convinzione da tempo, che sarebbe quanto mai opportuno un prossimo aiuto dalla Free Agency, per rinforzare una ‘depth’ che alla voce ILB denuncia preoccupanti limiti di profondità, oltre che di qualità pura.
Pat Angerer (FA, Iowa Hawkeyes), Shayne Skov (PS, San Francisco 49ers), Josh Bynes (PS, Baltimore Ravens) e anche Max Bullough (PS, Houston Texans e prima ancora Michigan State Spartans) le soluzioni più attraenti tra le percorribili… Si agisca!
E in questa falla il pericolo che possa incunearsi deciso e minaccioso il Running Game di Washington, forte della dirompenza di Alfred Morris, dinamico ‘big Back’ da Florida Atlantic (Owls) e delle proposizioni laterali del comunque pericoloso Roy Helu JR (Nebraska Cornhuskers), rimane particolarmente alto.
Chiave tattica di lettura
Secondo la mia concezione di football, ogni dominio difensivo non ha mai potuto prescindere da un ‘Front Seven’ capace di far sentire il proprio peso, tanto per pressione maturata, quanto per numero di ‘sacks’ a referto.
Ebbene la debolezza certificata e risaputa della Linea d’Attacco di Jay Gruden (tutt’altro che irresistibili pure le aggiunte provenienti dall’ultimo Draft, con Morgan Moses e Spencer Long), avvalora tutto ciò e impone una strategia che porti il Pass Rush delle ‘aquile’ a conferire la minor tranquillità consentita ad un QB tutt’altro che irresistibile, nonostante i pareri entusiasti di altri, come Kirk Cousins.
Il talento del Defensive End Vinny Curry, ormai pronto ad un impiego sempre più corposo, l’alto livello di competitività raggiunto dagli OLBs Brandon Graham, Trent Cole e soprattutto Connor Barwin, suggeriscono ragionevole giustificato e ottimismo in tal senso.. Si proceda!
In conclusione primo appuntamento infradivisionale della NFC EAST e prime sentenze in attesa di emissione..
Sono già pronti i ‘Pellerossa’ di Washington a recitare un ruolo da protagonisti, ormai perso tra gli archivi storici della National Football League o sono i Philadelphia Eagles i SIGNORI, nel significato più feudale del termine, designati e incontrastati (e forse oltre) di un raggruppamento che fatica a trovare altri credibili padroni..
Lo ribadisco. Ancora un giorno di attesa e tutto sarà svelato.
LET’S GO, EAGLES..
PLAY HARD AND TAKE THE 3rd CONSECUTIVE WIN!!
WE CAN.
-PhillyBird-