NFL Week #3: Dallas Cowboys @ St. Louis Rams recap

Ci sono partite che tutti vorrebbero giocare.

Ci sono partite che tutti vorrebbero vincere, ma che nessuno vorrebbe perdere.

Dallas Cowboys @ Saint Louis Rams, è stata una di queste partite. Uno scontro emozionante fino all’ultimo secondo, con il risultato che continua a cambiare, una rimonta riuscita e un’altra quasi.

I Rams sono arrivati a questa partita in forte emergenza: fuori Sam Bradford per tutta la stagione, fuori Shaun Hill, fuori anche Chris Long, Tavon Austin… la lista non si fermerebbe qui, ma la sintesi è d’obbligo in un recap.

I Cowboys arrivano da prestazioni altalenanti: una vittoria con Tennessee nella seconda giornata, ma una sconfitta pesantissima contro i 49ers nella prima. Sembrano due squadre già condannate a ricevere solo disapprovazione dai propri fan quest’anno, ma siamo solo alla terza giornata! I primi a riscattare la propria immagine sono proprio i padroni di casa, con il primo drive. Un drive perfetto che fornisce un resoconto esatto delle luci della serata degli arietini. Un drive con più lanci di quel che ci si poteva aspettare, considerando che in cabina di regia c’è il terzo Qb della franchigia alla seconda start della sua giovane vita. 7 lanci di cui 6 completati, l’ultimo dei quali ha messo sul tabellino i primi sei punti.

Austin Davis, il giovane Qb dei Rams, ha usato in maniera esemplare tutte le armi a sua disposizione in questo drive: fa correre Zac Stacy, Benny Cunningham, Trey Watts e anche, inaspettatamente, con un “end-around” Kenny Britt. Ma è nei lanci che Davis dimostra di essere molto equilibrato, infatti a tentare di ricevere in questo primo drive sono: il TE Lance Kendricks, il RB Benny Cunningham, il WR Brian Quick, il WR Chris Givens, il WR Austin Pettis, e ancora Kendricks per il TD. 7 lanci totali, per sei diversi obiettivi. Manca solo il TE Jared Cook, in questo drive e (purtroppo), Cook diverrà importante per l’esito della partita, molto dopo, e in negativo.

I Cowboys con il loro primo drive vedono apparire subito un fantasma che sembra perseguitarli in questo inizio di stagione: il fumble di DeMarco Murray. Sono 7 gli snap del primo drive dei Cowboys, che si chiude con il fumble sopra menzionato prima ancora di entrare nel territorio dei Rams. I Rams sembrano esserci questa sera, i Cowboys no.

La squadra del Missouri sembra coprire benissimo sulle corse, ed ha un attacco che sembra guidato da un QB di ottima levatura. Infatti con il secondo drive a disposizione, gli arietini segnano ancora con uno splendido passaggio profondo di 51 yarde che Brian Quick trasforma in TD.

Ma il peggio per Dallas non è ancora arrivato. Quale spettro può esser peggiore del fumble di Murray? La risposta è semplice: l’Int di Romo. Ed infatti arriva, puntuale come la morte, a sei minuti dal termine del primo tempo. Romo lancia per Bryant un po’ corto, e Janoris Jenkins ringrazia e si invola in endzone. Rams 21 Cowboys 0. Ma poco prima del “two minutes warning” i Rams vedono comparire anch’essi uno spettro che li attanaglia da anni: le penalità insulse. Terzo e sei yarde da guadagnare per i Cowboys, sulle 27 dei Rams, lancio di Romo verso Beasley in endzone, Lamarcus Joyner commette una evidente Defensive Pass Interference. Cowboys ad una yarda dalla endzone dei Rams. Per Murray è un gioco da ragazzi infilare la linea difensiva dei Rams e chiudere il drive con un Td su corsa.

L’apparizione dello spettro delle penalità per la giovane compagine di Saint Louis è un chiaro segno premonitore. Arriva subito a grappolo un’altra penalità ed anche un fumble ricoperto dai Cowboys. A 18 secondi dalla fine del primo tempo, con un secondo e 7 yarde da guadagnare per la squadra della stella solitaria, sulle 37 dei Rams, capita anche che il referee veda una penalità inesistente: “Roughing the passer” per Eugene Sims che colpisce con la mano la spalla, e non la testa, di Romo dopo che questi aveva lanciato. 15 yarde di penalità e Cowboys che, dopo essere arrivati sulle 11 yarde dell’avversario, si possono giocare un facile field goal; 21 a 10, fine del primo tempo.

Il secondo tempo si apre con la palla ai texani che dopo un combattuto primo down conquistato, decidono di provare a forzare sul profondo. La secondaria del Missouri decide a questo punto di lasciare libero Dez Bryant, e la scelta porta ad un chiaro risultato: lancio di Romo per Bryant e TD di 68 yarde. Easy like shooting a fish in a barrel. 21 a 17.

I Rams avvertono il fiato sul collo della rimonta dei vaccari e mettono in campo un drive bello tosto, completo e riuscito, che li porta a giocarsi un quarto tentativo con una sola yarda da conquistare, sulle 15 avversarie. Un field goal è la scelta più conservativa e solida, ma evidentemente il coaching staff dei Rams vuole dare motivazioni ai propri giovani ed in particolare al nuovo leader Austin Davis, e decide di giocare palla alla mano. Il tentativo fallisce, a causa di un tackle dell’ottimo “rookie” Hitchens, ed ora i Cowboys si trovano ad affrontare un drive partendo dalle proprie 16 yarde.

Il drive scorre bene grazie ad una corsa di 44 yarde di Murray che infilza sul fianco destro la difesa di Saint Louis. Arrivati sulle 22 dei Rams, gli ospiti decidono di calciare un Field Goal che riescono a trasformare agevolmente e portarsi sotto di un punto. Finirà anche il terzo quarto con il risultato di 21 a 20 per i Rams.

Nell’apertura dell’ultimo quarto i Rams stanno ancora giocando il possesso successivo alla segnatura dei Cowboys. Ma arriva il momento di inserire nelle cronache anche Jared Cook. E’ lui a ricevere in endzone un facile pallone ben lanciato da Austin Davis, Cook tocca la palla tre volte tuttavia senza mai ottenerne il controllo. Un “drop” piuttosto goffo che costringe i Rams ad accontentarsi, con il quarto tentativo, di un Field Goal dalle 10 yarde avversarie: trasformazione senza problemi di Greg “The Leg” Zuerlein. 20 a 24 per i Rams. La squadra del Texas risponde con un drive molto solido e che vede gli arietini cadere ancora nella “Defensive pass interference”, questa volta è Jenkins ad intervenire in maniera davvero leggera su Bryant, e i vaccari entrano in “redzone”. Romo e i suoi, eseguono perfettamente uno schema che porterà Terrance Williams, schierato a sinistra, dopo una finta, ad andare al centro, immediatamente dietro la linea difensiva. In gergo si direbbe che il WR di Dallas corre una “slant”. Williams raccoglie il preciso lancio di Romo e si invola indisturbato in endzone. Tutto bello, tutto facile. Per i Cowboys ovviamente, che sorpassano per la prima volta in questa partita la franchigia del Missouri che, a sua volta, comincia a sembrare piuttosto confusa. 27 a 24 per Dallas.

Ci sono momenti fondamentali in ogni partita, minuti più pesanti di altri, e sono questi momenti a fare la differenza e a scegliere chi è destinato a vincere e chi a soccombere. Dopo il TD dei Cowboys, i Rams partono dalle proprie 21, la prima giocata vede una finta di “hand-off” per Stacy, che corre nel mezzo, si posiziona dietro la linea di difesa e aspetta il lancio di Davis: il lancio arriva, ma Bruce Carter ha già mangiato la foglia, intercetta e riporta in TD. 34 a 24 per gli uomini della stella solitaria. L’ariete è un animale caparbio e impossibile da domare, quindi nessuno resta sopreso del fatto che i Rams mettono in campo un drive difficile e duro che, alternando corse a corti lanci, li porta sulle 4 yarde avversarie. Al secondo tentativo, Austin Davis con un bel lancio sulla sinistra trova in endzone il suo omonimo Austin Pettis che si inginocchia e trasforma il TD. 34 a 31.

A questo punto la pressione è sui Cowboys che, giunti in questo frangente, hanno nel loro game plan soltanto “tenere palla e far trascorrere il tempo”. Ma Dallas è una squadra per cuori forti, è risaputo. Grazie all’ottimo utilizzo dei Timeout da parte dei Rams e alla pressione della difesa, Romo e Co. consumano solo 25 secondi con il loro drive. Alla franchigia di Saint Louis restano 2 minuti e 11 secondi per sovvertire ancora il risultato. Sono solo 3 i punti a dividere le due franchigie, e in mezzo c’è anche il “2 minutes warning”. Ma le speranze dei Rams s’infrangono rapidamente quando ad 1.11 dalla fine, Austin Davis lancia verso Brian Quick, Morris Claiborne intercetta. Fine della partita.

Davvero una grande battaglia, segnata da molta tensione, da grandi giocate, da errori, da inseguimenti e ritorni, da polemiche e contestazioni… insomma tutto ciò che rende emozionante una partita. I Cowboys sono riusciti a portare a casa una importante “W” ed escono dall’Edward Jones Dome con qualche sicurezza in più dal punto di vista psicologico, e tanto lavoro da fare per finalmente uscire dall’incubo 8-8 che negli ultimi anni li perseguita.

I Rams escono dal loro stadio battuti ma non sconfitti. Molti errori evitabili, alcune chiamate arbitrali non proprio perfette, tanta inesperienza nel gestire una partita ed anche qualche screzio in sideline hanno segnato la prestazione degli arietini. Nulla si può togliere al merito indiscutibile dei Cowboys, ma i Rams sono sembrati a tratti dei Kamikaze. Orrendo il siparietto in sideline tra Cook e Austin Davis, che ha visto il TE, fresco di quel drop da principiante in endzone, spintonare il giovane QB. Ne è nato un alterco che ha coinvolto anche Hayes. Cose da ragazzini.

Una nota positiva per gli sconfitti? Austin Davis. E’ sembrato un QB veterano di grosse capacità, non ha timori reverenziali, lancia bene, legge rapidamente le difese, è lucido e sembra avere una personalità ben spiccata. Non saremo davanti ad un nuovo Kurt Warner, ma in un anno simile, pieno di infortuni eccellenti, a Saint Louis ci si accontenta di poco. Dallas continua ad aspettare il miglior Romo e per ora si accontenta del miglior Murray, confidando che perda il vizietto dei “fumble” d’obbligo in ogni gara fin qui disputata. Partita da rivedere anche durante le calde serate estive della prossima offseason.

-Giacomo-