Seattle Seahawks 27 – Washington Redskins 17 recap

E’ finita come doveva finire. Troppo facile fare previsioni  e veramente difficile scommettere su una vittoria di Washington, in questa partita. Alla fine e come previsto i Redskins sono 1-4 con il serio rischio che Domenica si trovino ad un 1-5, che di fatto concluderebbe la loro  stagione.

Ma veniamo al Monday Night. La partita è stata una dimostrazione di quello che GR3 avrebbe potuto essere o sarà meglio che provi ad essere, per i Redskins. Sono tuttora fermamente convinto che Wilson non sia un quarterback bidimensionale superiore a Griffin, ha sicuramente una intelligenza per il football superiore ma è decisamente inferiore fisicamente.  Per il bene di Washington e per non dilapidare anni di scelte fatte, RG3 deve ritrovare quel sistema di gioco, cercando solamente di migliorare quelle caratteristiche bidimensionali che appaiono ancora carenti, come la lettura della squadra durante la sua corsa e la possibilità del lancio fuori dalla tasca. Infatti  una volta iniziato a correre Griffin ha la tendenza di trasformare in run ogni possibilità di guadagno, ed in questo si dimostra inferiore a Wilson, che mantiene spesso aperta la possibilità al pass. E’ assodato che sulle caratteristiche di Russel  si è costruito un team che funziona a meraviglia. Con Harvin in più negli schemi del backfield, con il playbook e gli schemi studiati per confondere le difese, Wilson ha esaltate tutte le caratteristiche che ne fanno un QB vincente. Nella analisi della partita, innanzi tutto sono da  considerare le 13 penalità che Seattle ha subito che hanno reso più complicata la chiusura del down. Tre di queste hanno annullato altrettanti touchdown, anche se i due drive in cui sono accadute hanno portato lo stesso 10 punti.  Fin dalle prime battute è apparso evidente l’imbarazzo difensivo di Washington nel gestire le misdirection di Seattle. Indubbiamente avere Wilson, Linch e Harvin (che alle volte funge da vero e proprio RB) nel backfield rende difficile per tutti organizzare una efficace difesa ed indubbiamente il 3-4 concede alla mobilità del QB un certo vantaggio, ma soprattutto le run di Wilson, prevalentemente  verso la sinistra della DL dei Redskins sono state una spina nel fianco e Jim Haslett non ha trovato l’antidoto giusto, che fosse un piazzamento migliore dei linebacker o la discesa della safety  per arginare il guadagno in yarde. Spesso  sia Jenkins che Kerringan sono stati esclusi dall’azione per i loro movimenti dallo snaps.  Seattle è apparso in costante controllo del match anche più di quanto il punteggio abbia detto nello svolgersi del tempo. Illuminante il secondo drive del secondo quarto, conclusosi con il TB di Wilson. Lancio centrale di Wilson per un guadagno da una dozzina di yarde con secondaria  aperta nelle safety, corsa centrale di Linch per circa cinque,  jet sweep di Harvin  con primo down con incrocio verso destra, lancio dalle 45 difensive con Wilson vanamente  inseguito fuori dalla tasca, con ricezione di Helfet fino alle 10 della red zone,  conclusione  in end zone di Wilson con corsa verso la sua sinistra in una OL scoperta. Tutto troppo facile.  La secondaria ha mostrato i soliti limiti con una copertura troppo larga e un posizionamento infelice, subendo dawn di chiusura su lancio. Non ci sono stato errori grossolani, come in altre occasioni ma il reparto era e resta un punto di debolezza, probabilmente per tutta la stagione. Lunedì  si è comportata dignitosamente, aiutata dalle penalty e da una squadra che non fa del pass game il suo punto di forza, ma esemplificativa è la  cattiva copertura sul primo TD, in cui Amerson si è fatto tagliare fuori da un movimento del wideout con il doppio ricevitore dallo stesso lato, uno  in comeback e uno in post,  facendosi trovare alle spalle di questo e lontano dalla palla. Nei tre TD cancellati, si sono visti tre schemi tipici d’attacco su cui la difesa di Washington sta facendo enormemente fatica quest’anno, un incrocio nel backfield a misdirection con uscita di Harvin verso il bordo sinistro, un screen pass a destra sempre per Harvin con relativi blocchi; uno partito dalle 18 ed uno dalle 26 e trasformati in TD, con la reale impossibilità di fermare lo schema. L’ultimo è stato un passaggio profondo  dalle 48, in uscita dalla tasca con la secondaria completamente a spasso. Se non sarà usuale trovare nella NFL un QB che corre come Wilson, nelle prossime 11 partite, esclusi Newton e Kaepernick, sarà molto più facile trovare squadre che adotteranno schemi di attacco che possono ferire mortalmente la difesa dei Redskins  eseguendo questi giochi. Seattle da parte sua ha concentrato la difesa sul running game, magari evitando blitz e ricerca di sack per limitare le corse di Morris, riuscendo nell’intento, ma alla fine concedendo qualcosa al pass game di Washington. Cousins infatti è apparso più a suo agio senza una pressione continua ed ha finalmente liberato DeSean Jackson nel profondo facendogli eseguire il suo gioco migliore. E’ sembrato anche meno sotto tensione nella seconda parte della partita, forse perchè effettivamente, anche se il punteggio diceva il contrario, non c’è mai stata vera lotta per la vittoria. Alla fine è un QB con 1-6 nelle sue partenze.  Sempre inguardabili i kickoff e le squadre speciali, alla lunga un problema che potrebbe diventare costoso, qualora il resto della squadra migliorasse nel resto della stagione. Nella prossima partita Washington affronta gli Arizona Cardinals, che sono in testa alla loro division, NFC West, in coabitazione con Seattle. Ci sarà tempo per analizzare questa futura partita, ma è evidente che in quell’incontro è in ballo buona parte della stagione dei Washington. I Cardinals arrivano con grandi problemi al QB e con una difesa attenta potrebbe essere una partita abbordabile.