Analisi dal Lato Oscuro Week #10: Denver Broncos VS Oakland Raiders
Gli 0-4 Oakland Raiders, pur avendo un egual record con gli 0-4 Raiders di Dennis Allen, sono sempre stati diversi. In campo c’era sempre stato un qualcosa in più che alla fine si è sempre tradotto in match dai punteggi così simili da far pensare che con uno sforzo in più, i Silver&Black potevano addirittura vincere. Questo discorso ovviamente è stato vero fino alla partita contro Manning e i suoi Broncos, dove la squadra di casa è apparsa tanto brutta quanto poteva apparire.
Pensandoci su, è facile lasciarsi andare ad un paragone: questa partita è parecchio assimilabile al film “Non Aprite Quella Porta” (in originale “Texas Chainsaw Massacre“), lo storico film horror di Hooper del 1974.
In che modo vi chiederete voi? Ve lo spiego immediatamente:
– Peyton Manning interpreta ruolo di Letherface, il gigante armato di motosega che, senza pietà, trucida i mal capitati.
– La Difense dei Raiders che si trova a fare i conti con il QB mostro e i suoi parenti (o in questo caso “compagni”) cannibali, interpreta il ruolo delle povere vittime, che pensando inizialmente di spuntarla, si ritrovano senza alcuna via di scampo venendo ammazzati uno per uno.
– L’Offense dei Raiders, invece, veste i panni delle pietre e degli alberi dello sfondo: un semplice riempimento delle scene che è messo lì a fare contesto, ma che nello sviluppo della trama non è per nulla rilevante.
Calza proprio a pennello poi, perché quello che tutti i tifosi hanno guardato è stato proprio un film dell’orrore, dove fin dall’inizio si respirava quell’aria di fatalità e condanna che solo una partita di Oakland è capace di dare. Andiamo ad analizzare in fondo i diversi reparti per andare ad attribuire le moltitudini di colpe e i rarissimi meriti di questa squadra da 0-9.
OFFENSE
Se potessi dargli un voto, gli darei una F, o uno 0. Non presentandosi affatto avrebbe fatto sicuramente una figura decisamente migliore, e invece, come al solito,è stato la condanna fin dal primo drive. Sprecare le occasioni che la difesa ti regala mentre tiene a bada Manning, è un delitto.
Derek Carr, che nelle prime partite è sempre stato elogiato, è diventato una grossa parte del problema. Per quanto gli schemi di Greg Olson (del quale parleremo dopo) non gli diano affatto una mano, il rookie QB ci ha continuamente messo del suo per farli apparire ancora peggiori.
I suoi lanci sono sempre stati sulle tracce più corte, e solo raramente ha strechato il campo, preferendo giocare sicuro (garantendosi i completi), ma riuscendo a guadagnare a malapena 4,5 yard per Pass fin quasi alla fine della partita. Vedere un terzo e lungo affrontato con un tiro sul compagno vicino nella speranza che arrivi un miracolo per farlo avanzare, sta diventando ripetitivo e frustrante. Oltre alla non visione del campo, Carr si è macchiato di due intercetti da rookie che hanno cambiato le sorti della partita. Il primo lanciato centrale sulle mani di Roby anziché fuori da campo, il secondo invece su Ward, dove solo lui avrebbe potuto prenderla. Ultima chicca ad affossare la sua performance è stato il lancio su Khalif Barnes (LG e quindi giocatore ineleggibile) che finirà per fare due passi per poi perdere la palla: non esiste limite al peggio. Finisce la giornata con 30/47 per 198 yard 2 TD e 2 INT, a i numeri mentono, perché il drive del Garbage Time influisce su quelle yard per almeno il 40%.
Affianco alla pessima figura del QB, c’è il Running Game peggiore della storia della lega. 30 yard in 15 portate per l’intero reparto, con un patetico 2 YPC, e nessun primo down guadagnato con una corsa. Questo backfield è orribile, e probabilmente nessuno dei due “top” rusher vestirà nuovamente la maglia nero argento la prossima stagione.
Se il running game e parte del passing game non funzionavano, però, è colpa della linea. La parte di destra è stata atroce: se da una parte Austin Howard lasciava entrare chiunque (mettendo a repentaglio il costato del QB in diverse occasioni), dall’altra Menelik Watson ha avuto non poca difficoltà a fronteggiare Von Miller. Se è vero che non sono stati concessi sack, il numero delle hurries e delle hit sono elevati, e anche qui si prospettano grossi cambiamenti a fine stagione.
Il corp di ricevitori è anch’esso da rivedere. Se nelle ultime settimane i drop erano perlomeno calati, questa volta hanno ripetutamente ucciso i drive. Nessun WR è riuscito in alcun modo a creare anche solo una minima separazione, e fino a Garbage Time inoltrato, il play più lungo era di appena 10 yard. Vincent Brown è stato inguardabile, James Jones è stato incostante per tutti i 60 minuti di gioco, e sono stati letteralmente dominati dal secondario di Denver.
Preso in toto, questo attacco ha mostrato il perché è ultimo nella lega come rush e come total yard, e ancora una volta, è costato la partita alla squadra, e ben 8 3&Out e 3 turnover, sono il marchio di una performance da dimenticare.
DEFENSE
A differenza dell’attacco, che ha raschiato il fondo del barile per poi scavare ancora più sotto per affossarsi definitivamente, la difesa ha avuto diversi alti e bassi.
Nel primo quarto, quando ancora le energie c’erano, il loro lavoro è stato egregio nel fermare i Broncos per ben 4 volte, ma dopo aver iniziato a perdere colpi, si è finito con il soccomere definitivamente sotto i colpi del miglior QB attualmente in circolazione.
La linea difensiva ha saputo mettere pressione nei momenti giusti e ha giocato un ruolo importante nel vantaggio che i Raiders avevano per 10-6 a fine primo quarto. Se da una parte si chiudevano gli spazi alle corse, dall’altro si metteva pressione a Manning, battendo le palle a terra quando cercavano di superare la linea di scrimmage (accaduto 5 volte in un quarto), e anche intercettandolo (vedi Justin Tuck) quando possibile. Tutto questo andava bene fino a quando C.J. Anderson a trovato un modo per correre indisturbato. Per via di tutti i 3&Out messi a segno da Carr&Co., i giocatori hanno passato diverso tempo in campo, e dovendo fronteggiare un No Huddle Offense che impediva il ricambio dei giocatori stessi, era inevitabile primo o poi perdere il controllo.
Il LB corps è stato buonissimo in alcune occasioni e pessimo in altre. Anche in questa partita Khalil Mack non ha trovato il proprio sack, forzando però il suo primo fumble, e Sio Moore è andato in coverage diverse volte e ha mostrato quanto possa essere versatile nel suo stile di gioco. Il terzo elemento però è quello che ha fatto abbassare il livello della prestazione: Miles Burris, se si poteva dire “migliorato nelle scorse partite”, questa volta è stato orribile. In ritardo nelle coverage (vedi TD di Sanders) e nei tackle (vedi TD da 51 yard di C.J. Anderson), ha messo in risalto come la mancanza di un piano di riserva da parte di Reggie McKenzie riguardo un backup MLB, possa pesare così tanto. Il compito di un GM è garantire una depth per ogni posizione, ma i Raiders continuano a sentire ogni settimana che passa, la mancanza di Nick Roach.
Il secondario ha avuto i suoi momenti. Da una parte c’è D.J. Hayden, con un intercetto e un bel po’ di ottime marcature (finalmente un impatto dal first round pick… suona strano dirlo), mentre dall’altra c’è Terrell Brown. Brown è fino ad adesso l’anello più debole della difesa, e se questo era chiaro ai tifosi, provate ad immaginare quanto può aver impiegato Manning a capire che puntando lui arrivavano i risultati. Le sue coverage erano inesistenti, il numero di completi e di yard concessi sono stati ridicoli, e il mancato supporto sulle corse sicuramente non giova la sua posizione. Sfortunatamente, con tutti gli infortuni in quel reparto, Brown è ancora in possesso del suo posto di starter, ma con il ritorno di Carrie o di Rogers, probabilmente le cose cambieranno.
Per quanto riguarda le Safety anche qui è necessario spendere due parole: Charles Woodson, che fino ad ora era sempre stato uno dei capi saldi di questa difesa, contro i Broncos ha giocato davvero una brutta partita: coverage non sempre corrette e ritardi nelle letture, hanno permesso a chiunque gli si ponesse davanti di prendere la palla, e purtroppo anche settimana prossima avrà a che fare con TE e WR che potrebbero ancora una volta fargli fare brutta figura.
COACHING STAFF
Questa volta, esattamente come accadeva con Dennis Allen, gli Oakland Raiders sono stati “outcoached“. Per quanto inizialmente si avesse la sensazione che il tutto potesse essere una partita competitiva, alla fine Manning, come suo solito, ha trovato tranquillamente un modo per portarla a casa.
Tony Sparano non sembrava avere alcuna risposta rispetto alla brutta piega che stava prendendo il match. Dopo una lead inattesa di 10-6, in meno di due minuti i Broncos hanno recuperato lo svantaggio andando sopra 20 a 10. Solitamente ci si aspetterebbe che, una volta giunti all’halftime, gli aggiustamenti fossero immediatamente pronti, specie visto che l’attacco non stava producendo niente di niente. L’HC invece ha subito passivamente il progredire degli eventi, senza cambiamenti di play-calling e senza cambiamenti di personale sul campo.
Greg Olson ha fatto toccare all’attacco uno dei punti più bassi della storia della lega. Il suo Playbook, composto da 4 o 5 azioni che si ripetono in modo alternato, non ha alcuna efficacia contro le difese, e il modo conservativo che ha di avanzare, ha firmato la condanna fin dal principio. Andare continuamente in 3&Out è segno che qualcosa non sta affatto andando, ma Olson non è riuscito per l’ennesima volta a prendere in mano la situazione. Se non fosse che non ci sono alternative nella squadra, sarebbe una cosa buona mandarlo fuori a calci, ma visto che questo non è possibile farlo fino a Dicembre inoltrato, Sparano dovrebbe coinvolgersi maggiormente nelle scelte offensive.
Jason Tarver invece ha fatto una buona figura. Nonostante Manning abbia fatto quello che ha voluto, nella prima parte della partita è stato assolutamente dominato dai difensori. Il punto di svolta, vale a dire il TD da 51 yard di Anderson, è da attribuire esclusivamente ai tackle lisciati e al fatto che la defense fosse stremata dal troppo tempo passato in campo. Da quando Allen se ne è andato, questa difesa è stata stravolta per il meglio, e, aggiungendo ancora qualche pezzo (un DT migliore di Antonio Smith e un CB migliore di Brown), potrebbe essere davvero competitiva.
Concluso questo massacro che era facile prevedere, arriva domenica una nuova sfida con un’altra rivale di division: i San Diego Chargers. Dopo la sconfitta subita 4 settimane fa, arriva la possibilità di redimersi, ma ovviamente per farlo, bisognerà eseguire tutto senza errori.
Ci sono dei pro e dei contro che rendono questa nuova sfida una “sorpresa”. A favore della prima vittoria dell’anno gioca il fatto che i Chargers stanno attraversando una piccola crisi ultimamente, e questo è un bene. A sfavore della vittoria invece gioca il fatto che gli avversari potranno giocare sul fattore casa e soprattutto su una bye week utilizzata per riordinare le idee.
Avversari a parte, se l’attacco continua a giocare come sta facendo ci sarà ben poco da sperare, ma ci si può comunque consolare pensando al fatto che ormai non manca più così tanto alla fine di questa tortura.