NFL Week #11: Buffalo Bills @ Miami Dolphins recap

2 squadre, stessa division (AFC EAST), stesso record (5-4), one shot, un solo colpo da sparare per restare in corsa se non per la vittoria della division almeno per conquistare una delle 2 wild cards che permettono l’accesso ai playoffs.

Il match va in prime time e i milioni di spettatori che si attendono una gara dominata dalle difese non restano delusi. Le 2 DL sono al top della Lega e questo lascia sicuramente poco tempo e molta preoccupazione alle OL e ai Quarterbacks Tannehill (26/34, 240, 2 TDs) e Orton (22/39, 193).

Il primo tempo non vede touchdowns, nonostante delle buone giocate di Hogan (WR di Buffallo soprannominato 7-eleven da Reggie Bush durante il training camp dei ‘Fins di 3 anni fa, perché sempre “aperto”, cioè libero) che ha una capacità di separarsi dal CB fuori dal comune e di Lamar Miller, RB della squadra di casa, che alla fine della giornata, nonostante l‘infortunio alla spalla riuscirà a correre con un 5,7 di media (15 x 86).

Nel primo lungo drive, 8 minuti, i Dolphins si devono accontentare di un FG di Sturgis (2/2), al quale risponde uno degli ex di turno, Carpenter (3/4). I Dolphins orchestrano subito dopo un bel drive, con Tannehill che trova più bersagli portando gli Aqua&Orange fino alle 10 yards avversarie, ma sarà proprio il signal caller di Miami che, nel gioco successivo, ricevuto lo snap e non trovando ricevitori liberi, decide di correre, ma lo fa goffamente tenendo la palla all’esterno del corpo e con una sola mano; risultato? Huges forza il fumble e la Def di Buffalo lo recupera.
L’attacco poi trova altri 3 punti e gli ospiti chiudono il primo tempo in vantaggio per 6-3.
Se fosse un film si intitolerebbe “come passare dal possibile 10-3 al 3-6” per la regia di Ryan Tannehill.

Nel secondo tempo, dopo un paio di possessi che terminano con un 3 and out, i Bills trovano un altro FG con Carpenter e si portano sul 9-3. Sarà la loro ultima segnatura perché se la Difesa di Miami fino a quel momento aveva giocato in maniera ottima di lì in poi diventa ancor più decisiva ed impenetrabile.

Al contrario l’attacco dei Dolphins inizia a prendere confidenza e nonostante una superpartita del DE ospite Mario Williams (5 Tackles, 3,5 sacks), grazie ad alcuni aggiustamenti di OC Lazor, trova il primo TD della gara grazie ad un Tannehill molto preciso, ad un’ottima giocata di Hartline (3 x 55) che su una Cross route da dx a sx guadagna 31 yards e alla ricezione in EZ di Gibson.
10-9 Dolphins.

Come detto, la difesa di casa diventa impermeabile e, nel drive ospite successivo, obbliga Orton ad un Intentional Grounding (per la verità molto molto dubbio) che essendo stato effettuato all’interno della propria EZ si trasforma in un Safety, penalità che prevede 2 punti a tabellone e la restituzione della palla tramite Free Kick.
Il momentum è tutto dei Dolphins, ma come spesso accade in casa Miami, arriva l’errore che può trasformarsi in tragedia. Sportiva ovviamente.
Landry, nel tentativo di ritornare il suddetto free Kick si fa strippare la palla che Buffalo riconquista guadagnandosi un altro drive decisivo.
La difesa di Miami ancora una volta tiene e costringe Buffalo al FG, che Carpenter sbaglia di poco.

Siamo oramai nel 4/4 e i Dolphins tentano di chiudere la partita. Di fatto succede, anche se sportivamente parlando c’è da ammettere che i Ref, dapprima concedendo una dubbia pass interference su Wallace (4 x 38) e poi concedendo un TD (il pallone non sembra arrivare alla linea del TD prima che il ginocchio del WR tocchi terra) a Landry (5 x 46, 1 TD) che, ricevuto un corto pass di Tannehill, con una finta delle sue si invola in EZ. 19-9 e partita virtualmente finita.
Resta il tempo per un altro fallimentare drive di Buffalo che termina con un turnover on downs sulle proprie 12 con Sturgis che segna un altro FG fissando il punteggio sul definitivo 22-9 per i Dolphins.

I Dolphins stessi restano in corsa per la post season col record di 6-4, anche se domenica 23 faranno visita a Manning & soci in quel di Denver per la classica sfida impossibile.
Di lì in poi saranno tutte finali contro i JETS 2 volte, NE, BAL, MIN, con l’obbligo di vincerne almeno 4 se non 5.

Da sottolineare l’ottimo lavoro di tutto il Coaching Staff di Miami dopo la bruciante sconfitta nei secondi finali contro Detroit. La squadra è rimasta concentrata e sia l’attacco che la difesa hanno fatto un ottimo lavoro. La squadra ci crede sempre e riesce anche a reagire ed aggiustarsi in corsa.

Sarà vera gloria? Ce lo dirà il mese di dicembre. Come ogni anno, del resto.