Buffalo Bills 2014: Segnali di ripresa
Quindicesimo anno consecutivo senza post-season, a Buffalo i tifosi sono ormai abituati e quasi rassegnati a seguire i playoff NFL dalla TV senza particolari interessi. Ma non tutto il male vien per nuocere e s’intravedono segnali positivi all’orizzonte. Le basi per un 2015 pieno di soddisfazioni ci sono, basta considerare il record positivo di 9-7 della stagione appena terminata (l’ultimo record positivo risale alla stagione 2004) e quindi il secondo posto nella AFC East, dopo ben sei anni consecutivi terminati alla quarta ed ultima posizione. Ma ripercorriamo l’intera annata 2014 dei Bills.
Dodici mesi fa, conclusasi l’ennesima stagione deludente ed un record 6-10, Mike Pettine dopo un solo anno di ottimo lavoro come difensive coordinator, decide di lasciare l’incarico per la via di Cleveland come capo allenatore. A fine gennaio lo staff di Buffalo pesca Jim Schwartz, dopo il licenziamento da capo allenatore di Detroit, mentre Doug Marrone (head coach) con Nathaniel Hackett (Offensive Coordinator) iniziano la loro seconda stagione a Buffalo.
In off-season l’intera organizzazione o meglio l’intera città viene scossa dalla notizia del decesso del fondatore e proprietario Ralph Wilson ed i fantasmi di un’allocazione fuori dallo stato newyorkese prende il sopravvento. Dopo l’inevitabile momento di appannamento, la proprietà viene ceduta all’imprenditore Terry Pegula (lo stesso dei Buffalo Sabres in NHL e dei Buffalo Bandits nella National Lacross League), con gran sollievo di tutti i tifosi dei bisonti: i Bills rimangono da Buffalo.
Al draft, GM Doug Whaley e il presidente Russ Brandon decidono a sorpresa di eseguire una trade-up di cinque posizioni ed alla 4° scelta assoluta selezionano WR Sammy Watkins, rivelandosi scelta azzeccata divenendo il miglior rookie ricevitore nella storia dei Bills (65 ricezioni per un totale di 982 yards). Al terzo giro risulterà ottima anche la scelta di Preston Brown LB come rinforzo difensivo, soprattutto considerando la perdita per infortunio (rottura del legamento crociato anteriore) del sensazionale linebacker Kiko Alonso per l’intera stagione 2014. Il giorno seguente al draft, il WR Stevie Johnson lascia Buffalo dopo 6 anni, 301 ricezioni 3832 yards ricevute e 28 mete, andando alla corte di Jim Harbaugh nei 49ers. Il QB Kevin Kolb viene tagliato dopo un anno senza mai scendere in campo, causa infortunio e le redini della squadra passano direttamente al non più rookie EJ Manuel, ancora considerato acerbo dai molti addetti ai lavori. In off-season, il nativo di Buffalo, Corey Graham, cornerback ex-Lions ed ex-Ravens, firma un contratto quadriennale con la propria squadra del cuore. In rosa entrano anche il potente LB Brandon Spikes dai Patriots firmando un contratto annuale e RB Bryce Brown dagli Eagles.
La notizia più rilevante è la vittoria di Jim Kelly sul cancro. L’amatissimo Hall Of Famer sconfigge la malattia grazie alla sua formidabile forza di volontà e caparbietà nelle situazioni più difficili che la vita riserva fuori dal campo.
Marrone sceglie come QB titolare EJ Manuel e come riserva il veterano Kyle Orton, firmato solo a fine agosto. La stagione si apre con la sorprendente, prima storica vittoria a Chicago, dopo un supplementare e con la successiva schiacciante vittoria interna contro i rivali storici dei Miami Dolphins, la squadra sembra aver trovato la quadratura giusta per essere protagonista del campionato. Gli entusiasmi però si placano con le due sconfitte consecutive seguenti, contro San Diego e Houston, facendo emergere le difficoltà e l’inesperienza del giovane QB Manuel, con la sua conseguente bocciatura. Kyle Orton prende le redini della squadra e nel mese di ottobre la squadra perde solo contro i New England Patriots, vincendone tre: a Detroit con la super difesa di Jim Schwartz portato in trionfo proprio contro la sua ex squadra, al cardiopalma contro Minnesota (nonostante le gravi perdite per infortunio dei RBs titolari: CJ Spiller e Fred Jackson) con la meta all’ultimo istante di Sammy Watkins e di venti lunghezze contro i poveri NY Jets. Il record segna 5-3. Dopo la bye week ed un ritrovato entusiasmo, Buffalo si ritrova ad affrontare Kansas City in casa e Miami in Florida, ma da entrambe arrivano brucianti sconfitte pregiudicando il cammino verso i tanto agoniati playoff. L’altalena di prestazioni prosegue con due vittorie, contro i Jets (giocata a Detroit per la bufera di neve abbattuta in tutto il Western New York State) e contro Cleveland dell’ex Mike Pettine. A dicembre il calendario presenta il mese di ‘fuoco’ per Buffalo, in quanto si affrontano le tre top della NFL, in ordine i Denver Broncos di P.Manning in Colorado, Aaron Rodgers ed i suoi GreenBay Packers nell’ultimo incontro casalingo stagionale, in California contro la cenerentola Oakland e i New England Patriots di Tom Brady all’ultima giornata. Dopo la prevedibile sconfitta a Denver con qualche rimpianto, dove la difesa è riuscita ad interrompere la striscia di 51 partite consecutive di Payton Manning con almeno un lancio in TD e l’esaltante vittoria contro Green Bay, grazie ad una super difesa che ha fatto registrare la peggior gara in NFL di Rodgers, arriva l’inaspettata sconfitta ad Oakland e quindi la conseguente esclusione ai play-off per l’ennesimo anno. Inutile la seguente vittoria (se non per il record della prima vittoria assoluta al Gillette Stadium) sulle seconde linee dei Patriots, già sicuri del primo posto nella AFC Conference.
Neanche il tempo di digerire la cocente delusione dall’esclusione dalla post-season, che nel giro di una settimana, la squadra perde il proprio QB Kyle Orton il quale sceglie di appendere le scarpette al chiodo e il coach Doug Marrone (15-17 nei suoi due anni sulla panchina), il quale opta di esercitare la clausola dal suo contratto, dimettendosi ed intascando i 4 milioni di dollari garantiti.
Lungo tutto l’arco della stagione si è apprezzato tantissimo il lavoro di Jim Schwartz, prendendo per mano la difesa e trasformandola, dalla 3-4 di Pettine, ad un 4-3 molto aggressivo arrivando ad essere una vera macchina da sack (primi per sacks totali: 54!!) e esaltando le doti del trio Mario Williams, M.Dareus, e Jerry Hughes rispettivamente con 14.5 , 10 , 10 sacks. Terminata in quarta posizione per punti concessi a partita (18.1) e in yards concesse a partita (312.2). A giudizio di tanti la difesa è stata fondamentale ed ha passato l’esame a pieni voti anche dei più scettici. Occorre lavorare per la conferma di pedine come Jerry Hughes, Brandon Spikes e Da’Norris Searcy.
Il punto debole e privo di continuità è risultato l’attacco. Nonostante l’aver punto su WR Sammy Watkins quest’anno e WR Robert Woods al secondo giro della scorsa stagione, è mancata il ruolo fondamentale della squadra: il quarterback. EJ Manuel, prima scelta del draft 2013, è risultato inconsistente e quindi accantonato dopo 4 gare (2 vittorie e 2 sconfitte) ed il backup Kyle Orton, con le sue 36 primavere, ha traghettato il team nelle restanti 12 gare (7 vittorie e 5 sconfitte) evidenziando spesso vistosi limiti e lacune. Nathaniel Hackett alla prima vera esperienza da coordinatore di un team NFL, non ha pienamente soddisfatto evidenziando un game plan conservativo e povero basandosi prevalentemente sulle corse.
Arriviamo ai primi giorni del nuovo anno in cui, il GM Doug Whaley con Terry Pegula, sono alla ricerca del nome giusto per guidare i Bills già dalla prossima primavera (sarà l’ottavo coach dopo l’era Marv Levy). La lista dei candidati è lunga e affidabile, da Pat Shurmur a Greg Roman, passando per Mike e Kyle Shanahan o Hue Jackson, senza dimenticare il possibile e gradito ritorno di Frank Reich a Buffalo, in un mix di amarcord d’altri tempi per portare i Bills ai livelli di inizio anni novanta. Senza dimenticare il nuovo nome in cabina di regia: ci sarà l’ennesima nuova chance per EJ Manuel o si guarderà al mercato con i vari Sam Bradford, Brian Hoyer o Jack Locker pronti a prendere il comando e guidare Buffalo verso l’unico traguardo possibile: i play-off.
Daniele Marinelli