NFL Draft 2015: New York Giants recap

Dopo mesi d’attesa, è arrivato il draft. Tre giorni lunghi, carichi di speranze, faticosi (per gli addetti ai lavori ma anche per gli appassionati che hanno passato due notti in bianco). I New York Giants si presentavano ai blocchi di partenza con otto scelte, per concludere il draft con sei nuovi giocatori. Anche quest’anno si è deciso di draftare ragazzi maturi, disciplinati, carismatici e affamati di football. Proviamo a conoscerli.

1.9 – ERECK FLOWERS, OT, Miami

Nonostante i rumor pre-draft nella direzione soprattutto di Scherff, avevo la sensazione che, se avessimo scelto un offensive lineman con la nona assoluta (cosa che non davo per scontata), il prediletto sarebbe stato proprio Flowers; anche con il prodotto da Iowa ancora disponibile (essendo poi stato draftato nella top5, non avremo mai la controprova). Ma perché questa convinzione? Perché se drafti un OL con la nona scelta assoluta questo deve essere un Tackle, o ancora meglio un Left Tackle. Flowers non è un prospetto pienamente NFL ready, ma ha un potenziale pauroso ed è uno scheme-fit nella offense di McAdoo. Ma soprattutto, a differenza di Scherff (a detta di molti il primo OL della nostra board), può essere un franchise Left Tackle, merce rara. Giocatore dalla condotta esemplare, nonostante la giovanissima età (classe 1994, 21 anni appena compiuti) e quindi un corpo ancora in formazione, è già dotato di un fisico tra i più imponenti della classe (149 kg distribuiti su 198 cm) e di una forza straordinaria (alla combine si è piazzato primo alla panca, con 37 ripetizioni). Nel gioco di corsa, grazie alla forza incredibile del suo upper body e ad una giusta dose di cattiveria, è una forza della natura. Per la pass protection invece c’è da lavorare parecchio; anche se è bene notare che, seppur ancora tecnicamente grezzo, durante la stagione 2015 non ha concesso nessun sack e solo tre pressures, pur avendo affrontato avversari del calibro di Randy Gregory e Vic Beasley.

Personalmente sono convinto che scegliendolo ci si sia assicurati uno dei giocatori con più potenziale, tale da valere senza dubbio una pick nella top10. Sicuramente non inizierà come LT ed al momento non sono sicuro sia già migliore di Pugh in pass protection (spesso ci si dimentica di come ormai quasi tutti i migliori rusher affrontino l’RT, non sarebbe quindi ideale schierare un giocatore ancora in costruzione in questo ruolo così delicato); la cosa più logica sarebbe impiegarlo come guardia (ruolo che durante le interviste pre-draft ha dichiarato di essere pronto a giocare), in questo modo potrebbe sfruttare la sua naturale abilità di run blocker essendo allo stesso tempo meno esposto agli attacchi degli edge rusher. In attesa di affinarne la tecnica e riproporlo nel ruolo per cui è stato draftato: Left Tackle. Ruolo che tutti ci auguriamo possa occupare almeno per il prossimo decennio.

2.1 – LANDON COLLINS, Safety, Alabama

Perché i Crimson Tide hanno da anni uno dei migliori programmi di football della nazione? Le ragioni sono molteplici, una di queste è che quando un giocatore importante si infortuna (in questo caso Vinny Sunseri) spesso questo viene rimpiazzato da un pari ruolo ancora più forte (il nostro Landon Collins). Uscito dalla scuola superiore come prospetto a cinque stelle, in Alabama prima si afferma come solidissimo special teamer, mettendo le basi per una carriera collegiale che sarà una vera parabola ascendente: prima rimpiazzo dello sfortunato Sunseri, poi promosso titolare e rapidamente diventato pilastro della squadra, nominato capitano (anche quest’anno la leadership, la passione per il gioco e la motivazione sono stati conditio sine qua non per la scelta dei nuovi Giants), arriva a vincere il titolo nazionale e guadagnarsi una nomina unanime come All-American.

https://www.youtube.com/watch?v=6Pl6_FcMQfQ

Playmaker, abilissimo a mettere le mani sul pallone, fisico decisamente imponente per il suo ruolo, vederlo placcare è un piacere per gli occhi. La maggior parte degli analisti lo classificano esclusivamente come box-safety. Credo che questa definizione sia molto limitante. Spesso gli analisti fanno l’errore di pensare che un giocatore, solo perché impegnato o protagonista di highlight maggiormente in una determinata posizione, sia in grado di giocare solo quella. Mettiamo subito le cose in chiaro: Landon Collins non è assolutamente un giocatore monodimensionale. E se vi dicessi che durante l’ultimo anno di college, secondo College Football Focus, ha giocato il 77% degli snap (705/916) schierato a proteggere la profondità del campo o difendendo lo slot? Ciò non toglie che in copertura non sia perfetto e dovrà lavorare parecchio, ma non vuol dire non possa essere efficace anche in questo aspetto del gioco. Il prodotto di Alabama sarà da subito un componente fondamentale di una secondaria che aveva un disperato bisogno di talento e di playmaker. Già protagonista, a detta di Marc Ross (il VP of player personnel), di una delle nostre migliori interviste pre-draft, per salire a prenderlo abbiamo sacrificato il nostro secondo giro, il quarto e la nostra seconda scelta nel settimo giro (ottenuta dai Broncos nella trade per McManus), ottenendo la prima scelta del secondo giro appartenente ai Titans. Forse è presto per dire che ne valeva la pena, ma lo dirò lo stesso: trade onesta, pick fantastica. Bravo Reese.

 3.10 – OWAMAGBE ODIGHIZUWA, DE, UCLA

Soprannominato ufficialmente Owa (ho ricevuto assicurazioni in merito da un tifoso Bruins), molti analisti lo collocavano tra la fine del primo e l’inizio del secondo giro. Credo che la sua caduta fino al terzo giro (meglio per noi!) si possa spiegare con un qualcosa che spesso accade durante il draft: quando un giocatore perde qualche posizione rispetto a quella prevista, i GM delle squadre successive si insospettiscono (il più classico dei “cosa sanno loro che non sappiamo noi?”) e, soprattutto nei giri intermedi, il prospetto continua a cadere fino a che qualcuno non decide di premere il grilletto (pare che prima di noi abbiano provato a premerlo i Vikings, senza però trovare un trading partner per salire sul board e soffiarcelo). In questo caso cosa ha innescato la caduta delle sue quotazioni? Un brutto infortunio, con relative operazioni, ai fianchi; i medici del nostro team, il cui curriculum parla da solo, però hanno assicurato che il giocatore è pienamente recuperato. La cosa importante per noi è che Owa al terzo giro ha il potenziale per essere uno steal non indifferente.

Con la prima intervista post-draft è già diventato un beniamino, dichiarando come ad ispirarlo siano state proprio le storiche defensive line dei Giants, da Strahan a JPP, descritte con un’impressionante dovizia di particolari. Con un po’ di amarcord quindi, questa pick ricorda quella di Justin Tuck: entrambi scelti nel terzo giro con la settantaquattresima scelta assoluta, anche Owa arriva nell’NFL con la fama di giocatore molto fisico, molto abile nel difendere le corse, ancora piuttosto grezzo in termini di pass rush (il ruolo in cui era impegnato al college non gli permetteva di esprimersi al meglio in questo aspetto del gioco; le sue caratteristiche comunque lo rendono più adatto ad una pro4-3 che al sistema di gioco dei Bruins). Come Tuck, anche lui andrà necessariamente incontro ad un periodo di apprendistato (e militanza nello special team) prima di potersi esprimere al massimo del suo potenziale, anche in questo caso enorme, magari iniziando da subito a dare un contributo nella difesa contro le corse.

Owa può essere schierato sia come DE sia come 3-tech in situazioni di passaggio. Quest’anno il titolare opposto a Jason Pierre-Paul dovrebbe finalmente essere Damontre Moore (ormai giunto al suo terzo anno, ma addirittura cinque mesi più giovane del prodotto di UCLA). Ritengo che Owa sia il complemento ideale del suo più giovane collega (abilissimo rusher, ma non grande difensore contro le corse), andando a formare una coppia di defensive end che per caratteristiche ricorda molto il tandem Tuck-Umeniyora. La speranza è che possa ricordarlo anche in termini di produttività.

5.8 – MYKKELE THOMPSON, DB, Texas

Nato a Napoli (!!!), dopo un’infanzia da giramondo, trova la sua dimensione da giocatore di football in Texas tra le file dei Longhorns. Dato da quasi tutti gli analisti come probabile undrafted, pare che, durante la visita pre-draft (siamo stati l’unica squadra ad offrirgli questa opportunità), abbia talmente impressionato il nostro front office che Ross gli abbia anticipato l’intenzione di draftarlo. Durante i suoi quattro anni in Texas ha giocato da starter tutte le partite, mettendosi in mostra grazie alla sua velocità e abilità di placcaggio (pur non essendo un grande playmaker), sia come safety sia come slot CB, gli stessi ruoli che dovrebbe ricoprire nei Giants. Coughlin ha dichiarato di vederlo come il complemento ideale di Landon Collins, anche se, a differenza di quest’ultimo, sarà difficile vederlo contribuire fin da subito al di fuori degli special team; è però vero che attualmente a roster non c’è una FS di riferimento, quindi un camp sopra le aspettative potrebbe anche precocemente consegnargli una maglia da titolare (che personalmente credo alla fine andrà sulle spalle di Berhe). Innegabilmente è una pick piuttosto criptica, si tratta di un giocatore poco studiato dagli analisti e forse anche dagli altri team, che per qualche ragione ha attirato le nostre attenzioni. L’anno scorso Reese con il quinto giro ha trasformato un eccellente draft in un possibile capolavoro, non resta che fidarci.

6.10 – GEREMY DAVIS, WR, UConn

Possession receiver. Molto fisico, non ha paura di sporcarsi le mani con blocchi aggressivi, abile route runner, ampio catch radious, il suo punto di forza è la capacità di conquistare palloni nel traffico, cosa che durante la sua carriera universitaria ha fatto spesso. Il problema è che se l’occasione di cimentarsi in questo tipo di ricezione è capitata così spesso, è anche perchè separarsi dal CB, insieme ad una bassa velocità di punta, è la sua più grande debolezza. Inoltre si parla di lui come un abile special teamer. I report dei vari analisti lo descrivono come un Kevin White “dei poveri”, lo stesso Coughlin ha ammesso che non siamo davanti ad un giocatore che ha molti margini di miglioramento. Non sarà certo lui a farci dormire sonni tranquilli in attesa del rientro a pieno regime di Victor Cruz, ma non significa che questa pick non possa avere la sua utilità. Reese ha detto di paragonarlo a Jason Avant, non esattamente Jerry Rice, ma un onesto mestierante, di quelli che possono risultare decisivi per vincere le partite (qualcuno ha detto David Tyree?). Ad ogni modo, posto a roster tutto da conquistare, la concorrenza sarà agguerrita.

7.9 – BOBBY HART, OG, Florida State

 Classificato come prospetto a 5 stelle all’uscita dalla scuola superiore, nelle file dei Seminoles alla giovanissima età di 17 anni si ritrova a giocare otto partite come LT (a causa di una serie di infortuni dei titolari). Diventa titolare nella terza stagione, occupando per due anni, e senza mai saltare una partita, il posto da RT nell’OL che ha permesso a Jameis Winston di conquistare l’Heisman Trophy e ai Seminoles di vincere il titolo nazionale. Il ragazzo quindi, ancora giovanissimo (non compirà 21 anni prima di agosto), vanta già una notevole esperienza di football giocato, dimostrando di sapersi migliorare di anno in anno. Anche se in Florida ha occupato principalmente la posizione di Tackle (alle otto partite da titolare come LT, si sommano le ventiquattro da RT), Reese ha dichiarato che è stato draftato per giocare come Guardia, posizione che più si sposa con le sue caratteristiche. Hart si presenta come un efficace e potente run blocker, con però delle lacune tecniche in pass protection, soprattutto nei movimenti laterali ed in particolare nel contenimento degli speed-rusher (quindi schierandolo come G sarebbe meno esposto a questo tipo di attacchi). Si tratta di un investimento a lungo termine: il talento e le potenzialità fisiche ci sono, molto a questo punto dipenderà da lui e dalla sua voglia di lavorare. Intanto mi aspetto comunque di vederlo conquistare un posto da backup nei 53 del roster di fine agosto.

 

(ndr: chi si aspettava dei voti alle varie pick, spero non sia rimasto deluso: credo che NCAA e NFL siano due leghe con dinamiche talmente diverse che da parte mia sarebbe presuntuoso giudicare un giocatore prima che questo possa essere sottoposto alla prova del campo)