NFL: I (miei) Top 5 Cornerback
Ogni difesa, negli schemi base, ha due cornerback schierati al lati della formazione. Hanno una assegnazione principale: non far ricevere la palla ai Wide Receiver. Certo, possono avere altre assegnazioni: andare nei tackle o scendere nella linea di scrimmage per schemi di copertura contro le read option o per fare blitz, ma la quasi totalità del tempo di gioco si ridurrà a quanto detto sopra . Il formato ideale per il corner: si è sempre detto 6’2” e 195 libbre (188 cm per 88 kg) ma per la verità le dimensioni sono legate alla capacità del giocatore. Alcuni corner sono piccoli, ma hanno rapidità esplosività e senso dell’anticipo che compensano ampiamente le dimensioni. Nel ruolo, lasciando da parte la dimensione, quello che conta fondamentalmente sono velocità e esplosività. Lo sprint secco è importante, l’ideale sarebbe, per un corner, le 40 yard sotto i 4,5 secondi, ma, anche qui, la capacità di corsa all’indietro, la fluidità del movimento nel cambio di passo, il timing sulla palla possono ampiamente compensare spunti non eccelsi. Giudicando un corner, infine, non si può trascurare l’attitudine al tackle su un runner, che sia uno proveniente dal backfield, o dopo che ha bucato il secondo livello ed è braccato dalle safety, o che sia un TE in un taglio che ha sezionato la difesa, o ancora che sia un ricevitore che ha vinto i duelli nel medio o nel corto e che corre in campo aperto. Insieme a tutte queste capacità fisiche, il cornerback deve essere emotivamente resistente. Deve continuare a funzionare dopo che i pass completi arrivano dalle sue parti o dopo che ha concesso un pass da touchdown. Ci vuole un atleta totalmente equilibrato per passare sopra questi giochi, e quindi deve avere una fiducia interiore, e perché no, una sfrontatezza, che lo mettono al riparo dalla indecisione e dalla poca convinzione. I grandi cornerback eccellono nella copertura ad uomo e non temono i confronti diretti con i grandi wide receiver. Nella cover a zona, il cornerback può essere responsabile di una sezione specifica del campo e protegge qualsiasi giocatore in quella zona. Non segue i ricevitori che lasciano quella parte del campo. E’ una difesa complicata per le assegnazioni e per il sincronismo dei ruoli che richiede, ma è ideale se si possiedono cornerbacks che possono essere sopraffatti, nella loro posizione, da ricevitori superiori, avendo un aiuto dagli altri defensive backs e dai linebackers. In fase pre-snap il corner si allinea di fronte al WR, o molto vicino; se il WR è uno Split End o X, (cioè si posiziona sulla linea di scrimmage, generalmente sono i WR più fisici ) deve essere pronto al ‘jamming’ cioè al contatto nelle prime 5 yard, e mantiene una posizione a due punti, con le gambe piegate e i piedi non più larghi delle ginocchia, la schiena dritta e le braccia anch’esse piegate davanti al corpo. In quella fase deve avere un occhio sul ricevitore ed un occhio sulla palla. Se sta fronteggiando un Flanker o ricevitore Z che parte da dietro la linea di scrimmage per avere velocità e possibilità di finta quando arriva alla sua altezza, ha una posizione leggermente più rilassata, sapendo che dovrà correre all’indietro uno spazio che può essere anche di parecchie yard. Deve avere l’intuizione del gioco imminente vedendo i movimenti del quarterback, perché se deve essere pronto al pass nella sua direzione, deve altrettanto essere pronto ad una corsa nel suo lato, magari con il WR che tenta di bloccarlo. Il cornerback, quando lascia spazio al WR, deve saper correre velocemente con equilibrio a passo indietro e deve essere pronto a rompere questo tipo di corsa appena il WR rompe la traccia; appena questo avviene deve ridurre la distanza dal target nel minor tempo possibile correndo a fianco o verso di lui. Deve idealmente trovarsi tra il QB e il WR, o perlomeno in posizione interna rispetto al WR. Questo è uno dei punti più tecnici per un corner, con l’esecuzione del passo d’arresto e il primo passo di corsa, dove nasce la forza dei giocatori d’élite (oltre all’atletismo, chiaramente). Il wide receiver e il cornerback mettono insieme uno dei matchup più esaltanti della NFL, perché si fronteggiano due tipologie di atleti tra i più performanti della NFL.
I miei top five.
Richard Sherman, Seattle Seahawks
Da tanti considerato il migliore. Da altrettanti no. Le sue misure sono 6’3 ” e 195 libbre, ma parecchi dicono che bisognerebbe mettere anche la lunghezza della sua lingua. Il punto è proprio questo. Tra estimatori e detrattori corre un sottile filo che li lega: la strabordante personalità del giocatore che lo porta ad avere, anche, una esagerata esposizione mediatica, e che fatalmente lo porta ad essere amato o odiato. Guascone, gigione, strafottente, sincero, alternativo, eccentrico, scherzoso, simpatico di appellativi ne ha avuti tantissimi. Ma giudicando l’atleta per come gioca ne merita uno: forte. Ma molto forte, questo è il punto. Si può dire che è spesso al limite della pass interference ma anche questo fa parte della bravura del giocatore. L’anno scorso su 65 tentativi dalla sua parte, ne sono andati a catch 31 per un solo touchdown. In 16 partite. Ci sono da aggiungere quattro intercetti e quattro pass deviati con solo tre penalizzazioni in copertura. Con la sua altezza e fisicità sa dominare anche i ricevitori più prestanti e la sua esperienza da ex WR lo mette in condizione di conoscere benissimo i movimenti avversari. In più sa giocare contro le corse, del resto non puoi giocare nella difesa di Seattle senza essere disposto a fermare le corse. Sherman ha le dimensioni e la rudezza per battere i WR che cercano di bloccarlo e per andare contro il running back. E’ un difensore sul bordo efficace a tutto tondo. Sono nate polemiche sulle sue assegnazioni che lo portano a non seguire il miglior WR avversario a spasso per il campo. Indipendentemente dalle opinioni rispettabilissime di chiunque, viene da pensare che Sherman è l’ultimo dei corner, vista la sua autostima, che si sottrarrebbe, di sua iniziativa, da una guerra a tutto campo, e soprattutto è un giocatore dei Seattle Seahawks inserito negli schemi della secondaria della squadra, di cui deve seguire le disposizioni nello spazio. In quattro anni non ha mai mancato una partita, ed un pilastro inamovibile, con le due safety, della ‘Legion of Boom’ una secondaria che sarà ricordata nella storia della NFL. Questo è più che sufficiente per riconoscere in lui un corner d’elite, che se continuerà negli anni a questi livelli, ne ha 27, resterà segnato come uno dei migliori interpreti di sempre nel ruolo.
Vontae Davis, Indianapolis Colts
E’ un atleta più basso (5’11”) e più pesante di Sherman ( 207 libbre), mette insieme una delle migliori cover della NFL. Preso di mira 71 volte,e, uno dei dati più alti della maggior parte dei top-cornerbacks, ha ammesso solo 31 ricezioni senza nemmeno un touchdown. Se ha un problema, sono le sanzioni, sette nella stagione, che appaiono un po’ troppe, ma dalla sua ha anche quattro intercetti, sette pass deviati. Davis ha la prontezza per giocare a ridosso ai ricevitori e la massa per fare valere il suo fisico nel jam dalla linea di scrimmage. Con anche quattro intercettazioni e sette passaggi deviati, Davis ha dimostrato di avere le abilità ed il talento per essere considerato, ormai costantemente, un cornerback elite. Ha la fisicità per andare nei tackle, ne ha fatti 43 l’anno scorso, è sempre efficace quando si impegna contro il running game. E’ un dominante nel ruolo.
Darrelle Revis, New York Jets
Per gli statistici del ruolo è il top. Il termine “shutdown corner” sembra fatto per lui. Ha otto stagioni in NFL, è alto 5’11” per 198 libbre, ed è sempre stato un elemento decisivo nella secondaria in cui ha giocato. Durante la stagione 2014, in cui ha vinto l’anello con i Pats, Revis è stato preso di mira 79 volte ma ha consentito solo 41 ricezioni, 2 intercetti e 11 pass deviati, con il controverso dato di due TD concessi. E’ il corner accreditato della tecnica migliore, capace di difendere in ogni assegnazione e contro ogni tipo di WR. Non è considerato un grande difensore contro le corse, perché se non ha problemi nel portare i placcaggi, dove risulta anche potente, non trova una buona posizione e non ha la dovuta consistenza contro il running game. Ha quasi 30 anni, per molti esperti è il corner n°1 in NFL.
Chris Harris Jr., Denver Broncos
Piuttosto basso (5’10” per 199 lb) quattro anni ai Broncos, esce da una grande stagione che lo ha fatto classificare n°1 per PFF. E’ veloce ed agile, capace nella lettura delle tracce, un talento d’élite. L’anno scorso Harris ha visto nella sua zona 89 target, concedendo solo 46 catch, 3 intercetti fatti, 10 pass deviati e zero touchdown concessi. Il suo dato must è la concessione di 7.7 yarde per catch che, per completezza si può paragonare a quelli di Richard Sherman (13,6 YPC) o di Darrelle Revis (13,6 YPC). E’ stato molto attivo nei tackle (54), ma il suo grande uso nello slot lo ha messo contro giocatori più forti e prestanti dei classici WR, il che ha influenzato il suo rendimento nelle corse. Visti i suoi 26 anni sembra abbia un’ottima carriera da cornerback in NFL, davanti.
Patrick Peterson, Arizona Cardinals
Lo so, esce da una annataccia e non è certo uno dei migliori corner del 2014. Ma questa è la (mia) classifica dei giocatori in attività, e non riesco a non tener conto di come ha giocato Peterson nei tre anni precedenti. Esce da una diagnosi ignorata di diabete che lo ha messo in crisi lo scorso anno e questa è la probabile lettura di alcuni suoi sconfortanti dati. PFF lo ha messo 69esimo su 108 corner, ma ora è calato 13 libbre, portando il dato al suo peso normale. E’ alto 6’1″ con circa 220 libbre ed è considerato, dagli osservatori NFL, come uno dei migliori corner per cover e press man di tutta la Lega. E’ rapido, ha grandi doti atletiche e conosce benissimo il ruolo. Guardare le sue statistiche 2014, però è un po’ deprimente ma la sua tecnica il suo talento nel ruolo non si discutono. Ha permesso 54 catch su 95 target con tre intercetti, e sono numeri di un certo rispetto, ma ha subito otto touchdown ed è stato penalizzato 13 volte che al contrario sono numeri che non hanno nulla a che fare con la sua classe. Peterson ha tutti gli strumenti fisici e di talento per dimostrare, nella prossima stagione, il suo valore. Non è un buon run contender, sbaglia dove correre, perde la traccia e desiste molto in fretta, ma,quando serve e quando arriva, porta bene il tackle, con la decisione di un OLB.