San Diego Chargers 2015 Season Preview

Con il roster definitivo di 53 unità comunicato nella giornata di sabato, e con il debutto stagionale distante pochissimi giorni, è tempo per i Chargers di focalizzarsi sulla stagione che sta per iniziare. Una stagione importante, la terza sotto coach McCoy, e probabilmente quella delle verità: dopo le ottime cose mostrate nel 2013, e dopo il passo indietro della scorsa stagione (anche se, e non si tratta certo di attenuanti, ma di fatti, la raffica di infortuni ha avuto un grosso peso sui destini della squadra), una mancata qualificazione ai playoff metterebbe l’ex OC di Denver in una posizione difficile. Il roster ha certamente diversi difetti, ma anche svariati punti di forza che, con un po’ di fortuna, potrebbero permettere a San Diego di togliersi soddisfazioni. Andiamo quindi a vedere chi e come scenderà in campo per i Bolts in questa stagione 2015, ruolo per ruolo.

QUARTERBACK – Iniziare la stagione senza i patemi di un rinnovo di Rivers che ancora non c’è sarebbe stato decisamente deleterio per la serenità generale della squadra. Per fortuna, dopo speculazioni varie e silenzi, il capitano ha raggiunto un nuovo accordo con la squadra, di quattro anni a 84 milioni, di cui 65 garantiti. L’uomo da Decatur, Alabama, ha aspettato l’evolversi della trattativa per il rinnovo di Russell Wilson, per poi impostare le proprie richieste sulla base di quelle avanzate dal QB di Seattle, mossa legittima. Eventuali dubbi su durata/valore economico del contratto non hanno ragione di essere: se si vuole essere competitivi, la presenza di Rivers è imprescindibile, quindi bene.
Lo scorso anno, Rivers ha chiuso la stagione con 4286 yard, 31 TD e 18 INT (massimo in carriera), e possiamo tranquillamente dire che sia stata un’annata negativa per lui, il che dice tanto. Il passaggio dal playbook di Whisenhunt a quello di Reich non è il problema, quanto la mancanza di un running game efficace, a causa degli infortuni che hanno demolito backfield e linea offensiva, ovvero quello che ha fatto le nostre fortune nel 2013. Che Rivers sia uno dei giocatori più duri della NFL è noto, ma i guai fisici non hanno risparmiato neppure lui, per colpa di seri problemi alla schiena che lo hanno condizionato pesantemente nelle ultime partite, limitandone movimenti ed efficacia.
Tirato a lucido, e senza i patemi dell’estensione contrattuale, dietro una solida o-line e con runner, si spera, più sani dello scorso anno, Rivers e lo staff possono ricreare l’atmosfera della stagione 2013, anche migliorandola: running game a togliere pressione a Rivers e alla difesa, non eccelsa, evitando i rischi che i lanci inevitabilmente comportano. A proposito di rischi, uno è Kellen Clemens, vice QB con esperienza da starter sì, ma decisamente inaccurato: da utilizzare solo in caso di estremo bisogno (preghiamo per la salute del nostro numero 17). Brad Sorensen, invece, nonostante una preseason più positiva di quella dell’ex QB dei Rams, è stato mandato in practice squad.
VOTO: A

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RUNNING BACK – Ecco un reparto da cui ci si aspetta tanto in vista della stagione, specie dopo la pochezza mostrata lo scorso anno a causa degli infortuni, che hanno minato l’intero sistema offensivo. Il running game dei Chargers, cruciale nella cavalcata del 2013, è passato dal 12esimo al 25esimo posto in DVOA nel giro di un anno: terzultimo per yard guadagnate (1367) e penultimo per yard a portata 3.4. Ryan Mathews e il suo corpo di cristallo sono stati mandati a Philadelphia, troppo rischioso legarsi a lungo termine ad un giocatore capace di avere un impatto da franchise back se sano, ma davvero troppo spesso acciaccato. Al suo posto, è stato scelto dal draft Melvin Gordon, stella dei Wisconsin Badgers, che si giocava con Todd Gurley il titolo di primo RB chiamato. Gordon ha avuto alcune comprensibili difficoltà in pre-season, evidenziate anche dallo stesso con grande spirito critico, e la sua crescita sarà graduale, facilitata dalla presenza di Rivers ma anche di altri due corridori estremamente efficaci come Danny Woodhead e Branden Oliver. Il primo è mancato terribilmente ai Chargers – dopo la rottura della caviglia alla seconda giornata – per la sua abilità di correre tra i tackle, per la sua abilità sui terzi down (soprattutto come ricevitore) e per la durezza del suo gioco. Oliver, undrafted free agent dall’Università di Buffalo, è stato una piacevole sorpresa. Catapultato in lineup come unico RB disponibile, Oliver (853 yard from scrimmage con 4 TD in 7 partite da titolare) ha dimostrato di possedere ottime mani, grande fisicità (nonostante l’altezza ridotta), e la capacità di creare highlights dal nulla. Come detto, la stazza è ridotta, ed è impensabile utilizzarlo come workhorse, ma può diventare un’ottima copia di Darren Sproles, giocatore che a San Diego ancora rimpiangono. Donald Brown chiude il reparto come quarto RB, decisamente costoso, peraltro, in rapporto al ruolo (3 milioni il suo stipendio per questa stagione, al termine della quale sarà free agent). Brown è reduce da una stagione disastrosa, e si pensava che Telesco risparmiasse quei soldi preferendo investire su un giocatore più giovane, più integro e più adatto al ruolo, come poteva essere Dreamius Smith, leading runner della squadra in pre-season con 74 yard guadagnate su 28 portate, finito in practice squad.
Gordon ha già grosse aspettative su di sé, ma non dimentichiamoci che si tratta di un rookie che si deve adattare al gioco NFL, ben diverso da quello NCAA per velocità e qualità degli avversari. A prescindere da quello, nel reparto sono presenti giocatori con caratteristiche differenti e complementari tra loro, capaci di togliere le castagne dal fuoco a Rivers e all’attacco in generale.
VOTO: B +

WIDE RECEIVER – Le quattro partite di squalifica che dovrà scontare Antonio Gates per aver violato le regole in merito all’abuso di sostanza vietate non sono uno scherzo. Nonostante i 35 anni, Gates è la prima opzione dei Chargers in red zone, con i suoi 12 TD (e 17 in receiving TD%), nonché la valvola di sicurezza su terzi down a cui Rivers si rivolge maggiormente. Ladarius Green, il sostituto designato, è un giocatore estremamente interessante: fisico da TE, velocità da WR. Lo scorso anno il suo nome ha iniziato ad entrare nei circoli (specie del fantasy football), credendo che Gates avrebbe goduto di maggiore riposo e, soprattutto, che il giocatore potesse ripartire dai buoni playoff 2013. Così in realtà non è stato, Gates si è confermato indispensabile, e Green ha visto pochissimo il campo (per lui solo il 27% di snap offensivi). Pare che il giocatore non avesse familiarità con il playbook, e che lo staff non si fidasse a lasciargli spazio. Dopo un buon training camp, comunque, è arrivato ufficialmente il momento per Green di mostrare il suo valore, fosse anche solo per non trovarsi senza squadra tra un anno, quando diventerà free agent. Tra i WR c’è grossa curiosità per vedere all’opera Keenan Allen, reduce da un sophomore slump se ce n’è uno, dopo un’annata da rookie ben al di sopra delle previsioni (pensate che, dopo la prima giornata, contro Houston, passata in panchina, il giocatore voleva tornare a California, sua alma mater, a continuare gli studi). Allen si è presentato al camp più magro, robusto e veloce, voglioso di diventare la prima opzione di questa squadra. Malcom Floyd sarà ancora la deep threat, per quella che sarà la sua ultima stagione di una carriera falcidiata dagli infortuni, non ultimo quello al collo di due anni fa, che ha fatto temere il peggio per la sua salute di essere umano, non solo di giocatore, mentre nella slot (alternandosi probabilmente con Allen) agirà Stevie Johnson. L’ex Bills e Niners ha già fatto girare più di una testa tra camp e pre-season per il rapporto molto solido che si sta creando con Rivers, lui che, fino a due stagioni fa, era reduce da tre anni consecutivi da oltre 1000 yard su ricezione, facendo ammattire i CB avversari (uno a caso, Darrelle Revis, con cui si è più volte scontrato in division). Johnson può essere un fattore estremamente importante, ancorché sottovalutato, nell’attacco blu e oro. Jacoby Jones, che ormai ha esaurito gran parte delle sue cartucce come ricevitore, assolverà la maggior parte dei compiti nel return game, dove i Chargers lo scorso anno sono stati decisamente insufficienti. Chiudono il reparto Dontrelle Inman – buoni spunti sul finale di stagione scorso ma camp mediocre – e Tyrell Williams, destinato verosimilmente alla squadra riserve dopo il rientro di Gates.
VOTO: B

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OFFENSIVE LINE – Eccolo, il reparto più debole dell’attacco e quello giustamente più rimaneggiato. La presa di Orlando Franklin via free agent è ottima, anche per togliere uomini ai rivali divisionali dei Broncos, e tra camp e pre-season abbiamo già visto perché: il lato di sinistra, tra lui e King Dunlap, che si è visto rinnovare il contratto, ha creato grandi spazi per i RB, e anche dal punto di vista di leadership l’ex Broncos è già diventato uno dei leader dello spogliatoio, non facile né usuale per un volto nuovo. Franklin è chiaramente un run blocker, ma compie un buon lavoro anche in pass protection, come sottolineato dall’unico sack subito lo scorso anno (ancora immacolate, invece, le sue stats tra penalità e sack concessi in quattro anni di playoff). Chris Watt prende il posto di Nick Hardwick al centro della linea, e ha già mostrato miglioramenti durante il corso della scorsa stagione. Completamente nuovo è invece il lato destro, dove, nello slot di guardia e tackle abbiamo, rispettivamente, DJ Fluker e Joe Barksdale. Lo staff pare essersi finalmente deciso a dare spazio all’ex Alabama in questa nuova posizione, per sfruttare la fisicità del giocatore come bloccante per le corse, limitando al minimo gli spostamenti laterali, fondamentale in cui davvero mancava (basti pensare alle numerose penalità di false start commesse per cercare di anticipare il diretto avversario). Barksdale è arrivato dal mercato da St.Louis, e dovrebbe rivelarsi un giocatore adeguato al ruolo, o comunque non un downgrade rispetto a Fluker. Che invece rappresenta in teoria un grosso passo avanti rispetto a Johnny Troutman, precedente titolare del ruolo di RG, e ora ai box per un mesetto, sperando di vederlo il meno possibile anche quando guarito. Chris Hairston (RT) e Trevor Robinson (C, già visto lo scorso anno nel caos che la o-line è stato) sono le alternative.
VOTO: B

DEFENSIVE LINE – Arriviamo ora alle note dolenti. La d-line titolare vedrà Ryan Carrethers come DT, e sugli esterni Corey Liuget e Kendall Reyes. Il ruolo di nose tackle era uno dei più bisognosi di restyling, ma la dirigenza ha atteso fino al settimo giro per sceglierne uno, ovvero Darius Philon, progetto a lungo termine che però ha già mostrato buoni lampi tra camp e pre-stagione. Carrethers è finalmente sano dopo aver terminato anzitempo la scorsa stagione per la lussazione del gomito, e il coaching staff sembra essere decisamente carico per quello che il giocatore può dare. Kendall Reyes è un buon giocatore ma nulla più, reduce oltretutto da una stagione culminata con un solo sack, dopo averne messi a segno 10.5 nelle sue prime due annate. Corey Liuget, invece, è la stella del reparto, se così si può chiamare: negli ultimi due anni ha guidato la difesa per sack realizzati, ma lo scorso anno sono stati solo 4.5 – nonostante un ottimo lavoro contro le corse. L’ex Illinois, che nelle ultime due stagioni è stato sempre in campo, ha avuto anche il rinnovo del contratto da 50 milioni in 5 anni, di cui 30 garantiti: un contratto da top del ruolo, cosa che, onestamente, ancora non è. Stiamo pur sempre parlando di un giocatore che ha alle spalle solo tre anni nella Lega, in cui comunque ha mostrato grossi miglioramenti, ma per arrivare a giustificare quel contratto dovrà fare un ulteriore passo avanti. Completano il ruolo Sean Lissemore, terzo per tackle tra i giocatori della d-line negli ultimi due anni, Ricardo Mathews, che agirà principalmente sui terzi down, e Mitch Unrein, arrivato via free agency dai Broncos, utile in particolare contro il gioco palla a terra. Reparto nel complesso con poche alternative, giocatori che hanno ancora da dimostrare e onesti mestieranti.
VOTO: C+

LINEBACKER – Ecco qui invece un reparto che potrebbe sorprendere in positivo. Iniziamo col dire che buona parte delle fortune difensive dei Chargers dipendono dalla salute di Melvin Ingram. L’OLB non ha mai avuto tregua dagli infortuni che ne hanno rallentato la crescita. L’impatto sulla difesa è evidente, soprattutto in pass rush, e il suo ritorno in lineup lo scorso anno, dopo aver saltato le prime sette partite, aveva dato nuova linfa alla difesa. In pre-season ha ricominciato dove aveva finito, dimostrando di avere tutte le carte in regola per essere un top nel ruolo. Dall’altra parte, ecco la giovane coppia Attaochu-Emanuel, sophomore il primo, rookie il secondo. Attaochu può diventare un ottimo pass rusher, ma sta ancora imparando la tecnica, a cui abbinare istinti e atletismo davvero di primo livello, mentre Emanuel è esattamente l’opposto. Il giocatore è stato scelto al quinto giro da North Dakota State, e, per quanto avesse avuto una carriera collegiale di prim’ordine, l’idea anche per lui era quella di svilupparlo con calma. Emanuel, invece, ha subito risposto presente, facendosi notare in questa pre-season per la tecnica affinata ben oltre le aspettative, che gli permette di essere un fattore sia contro i passaggi che contro le corse. Da tenere d’occhio. Al centro, spazio a due tra Manti Te’o, Donald Butler e il rookie scelto al secondo giro Denzel Perryman. Te’o ha chiuso forte la scorsa stagione, e lavora per diventare un ottimo ILB in entrambe le fasi, mentre Butler è reduce da una stagione decisamente sotto le aspettative, al primo anno del nuovo contratto firmato nella primavera di un anno fa. Butler è uno dei giocatori che più ha impressionato in pre-season, mostrando una velocità e un’aggressività che da tempo non si vedeva in lui: un vero sideline-to-sideline linebacker. Per quanto riguarda Perryman, la sua scelta ha fatto storcere un po’ il naso, non per il valore intrinseco del giocatore (indiscutibile), quanto per il secondo giro speso su un reparto in cui i ruoli sono abbastanza definiti. Certo è che Perryman potrebbe essere la polizza di sicurezza nel caso in cui Butler faccia di nuovo fiasco, andando ad aggiungere la propria aggressività nei tackle ad una difesa che troppo spesso ne ha sentito la mancanza (il GM Telesco lo ha definito un “thumper” un martello). Completano il reparto Kavell Conner (ottimo negli special team ma parecchio sottovalutato anche contro le corse), Cordarro Law, Tourek Williams – out però fino alla week 8 – e Nick Dzubnar, una delle sensazioni della precampionato.
Un reparto dalle grandi potenzialità, ma anche dai grandi rischi, sperando che la mano di Mike Nolan – coach di questa unità – continui a vedersi in maniera così evidente come nei primi mesi di lavoro.
VOTO: B-

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SECONDARIA – Altro reparto che nel corso degli ultimi due anni ha ricevuto diverse modifiche. San Diego era ultima per DVOA contro i passaggi nel 2013 e 25esima lo scorso anno: risultato chiaramente mediocre, ma che comunque rappresenta un passo avanti di sei posizioni, per cui si deve ringraziare in maggior parte l’acquisizione di Brandon Flowers. L’ex Chiefs ha ottenuto il rinnovo del contratto che era scaduto (4 anni a 36 milioni, cifra più che onesta), mostrando come Telesco cerchi di fare il possibile per trattenere giocatori importanti, come anche Dunlap, Liuget o Butler, a differenza del predecessore AJ Smith. Secondo Football Outsiders, Flowers, che comunque difetta di stazza a differenza di tanti pari-ruolo, è stato il sesto tra i primi CB delle 32 franchigie NFL per Successful Rate, ossia la percentuale di volte in cui il giocatore ha evitato di concedere un guadagno al diretto marcatore – nonostante abbia concesso 8.9 yard di media per ogni passaggio completato. Anche il suo compagno di reparto è undersize, ma non per questo inadeguato (anzi: l’aggressività e la capacità di reazione sono di primo livello). L’ex TCU è stato una piacevole sorpresa finché ha messo piede in campo, solo sei per via di un infortunio alla spalla, e anche le indicazioni giunte dal camp vogliono il giocatore come estremamente migliorato e lodato dal coaching staff per i progressi: se dovessimo indicare un unico giocatore attorno a cui si concentra il maggiore hype, quello è proprio Verrett. Patrick Robinson, altra presa passata sotto silenzio ma che potrebbe rivelarsi più che utile – non sarebbe nuovo per Telesco – è Patrick Robinson, ex Saints, che si occuperà degli slot receiver: dopo un inizio di stagione non semplice, Robinson è diventato un punto importante nella difesa dei Saints, nella top 10 di Football Outsiders per yard concesse in media a passaggio e Success Rate (ovviamente non tra i CB numero 1). Completano il ruolo Steve Williams e Craig Mager, terza scelta dell’ultimo draft che, nonostante i netti miglioramenti durante il camp, ha ancora tanto da imparare per poter vedere il campo con continuità. Per quanto riguarda le safety, Eric Weddle si appresta ad iniziare quella che potrebbe essere la sua ultima stagione in maglia Chargers, salvo eventuale franchise tag applicatagli (tutti i segnali circa il rinnovo contrattuale portano alla separazione tra le due parti in causa). Weddle, però, a differenza di tanti altri, ha deciso di evitare l’holdout, preferendo lavorare sul campo, dove sarà ancora una volta il leader carismatico della difesa grazie alla sua eccelsa comprensione del gioco. Al suo fianco, Jahleel Addae, particolarmente aggressivo e utile contro i giochi di corsa, con il nativo di San Diego Jimmy Wilson e Darrell Stuckey, Pro Bowler con lo special team nel 2014, a guardare loro le spalle.
Un altro reparto potenzialmente molto interessante ed efficace, la secondaria ha tutti i mezzi per essere tra le 12 migliori della NFL, a patto che la salute di Verrett regga.
VOTO: A-

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SPECIAL TEAM – Il taglio più sorprendente fatto dai Chargers è probabilmente quello del kicker Nick Novak, la cui dipartita permette alla squadra di risparmiare un milione a livello di cap. Novak è un buonissimo kicker, che però ha finito la stagione in calando, sbagliando 3 dei suoi ultimi 5 calci, per di più in partite delicate e punto a punto, quelle in casa contro Denver e l’ultima in casa dei Chiefs. Al suo posto, Josh Lambo, undrafted free agent con un passato da portiere nella nazionale statunitense di calcio, che ha mostrato una gamba molto solida, non solo nei field goal (calcio della vittoria contro Arizona da 47 yard, un altro calcio contro San Francisco da 53 yard), ma anche nei touchback, punto debole di Novak. Mike Scifres continua ad essere un punter più che affidabile (media di 45 yard a punt, la più alta nella storia dei Chargers), giunto alla sua 13 stagione con la medesima maglia, e Mike Windt sarà lo snapper, ruolo che ricopre da quattro anni.

VOTO: B-

CONCLUSIONI FINALI – In generale sono restio a crearmi aspettative, di qualunque genere, e l’ambito sportivo non fa eccezione. Per questa volta, però, ho sensazioni positive, per il modo in cui la squadra è stata assemblata e rimaneggiata nelle aree che più avevano bisogno. San Diego è una squadra difficile da prevedere, anche perché molto passa attraverso giocatori giovani o nuovi, e soprattutto attraverso la condizione fisica di alcuni di loro, il che rende tutto molto più volatile. L’attacco ha tutto per essere uno dei migliori della Lega, costruito attorno ad un running game (e, di riflesso, alla o-line) per togliere pressione a Rivers e alla difesa, tenendola a riposo il più possibile – la ricetta della bella annata 2013, ma anche della grande stagione disputata dai Cowboys lo scorso anno. Pensare di imitare proprio quei Cowboys è legittimo, con l’unica differenza che la nostra difesa, per quanto difettosa, ha più armi a disposizione. Nella peggiore delle ipotesi, la sfortuna si accanisce contro di noi ancora una volta, perdiamo giocatori importanti, e la difesa non cresce secondo le aspettative, portandoci solo 7 vittorie e il licenziamento di McCoy. Se le cose andranno bene, invece, vedo possibili 10 vittorie e una corsa ai playoff che può avere le Finali di Conference come traguardo raggiungibile.