Griffineide

Robert Lee Griffin III era considerato come uno dei quarterback più talentuosi e fisicamente performanti di tutto il draft 2012.

Il suo talento,“intangibles”, aveva incantato tutti i general manager dell’NFL. I suoi punti di forza come l’atletismo, la capacità, alla “Joe Montana” di aprire il campo e rimanere concentrato sulla profondità, ne facevano un prospetto attorno al quale costruire una squadra. Nfl.com sul draft profile gli diede un grado di 95.0:

“Many would argue that Griffin III is not only the most physically gifted quarterback in the 2012 draft, but also that he is the most talented player overall.”

Walterfootball lo metteva subito dietro Luck:

“Griffin is extremely intelligent. He is known as a high character individual off the field and a hard worker”.

La medesima scelta di inserirlo come secondo miglior prospetto del Draft 2012 veniva fatta anche da CBSsports.

Con la scelta numero uno gli Indianapolis Colts andarono come scontato su Andrew Luck, dopo una stagione da 2-14 per molti “tankerata” proprio per arrivare al prodotto da Stanford (“Suck for Luck”). La scelta numero 2 era dei San Louis Rams, una squadra che aveva scelto, due anni prima, Sam Bradford, un altro Heisman Trophy Winner, dall’Università dell’Oklahoma.
Proprio nella volontà di continuare con Bradford la squadra del Missouri decise di prendere accordi con i Washington Redskins e i Cleveland Browns; le due squadre più interessate al ragazzo nato nel paese del sol levante. Alla fine ebbe la meglio la squadra della capitale, che offrì le sue scelte più alte nel successivi tre draft: la prima scelta nel 2012 (6°), 2013 (22°), 2014 (2°) e il secondo round del 2012 (°39); da li in poi i Rams costruirono una squadra competitiva,con un front seven difensivo d’eccellenza.
Con la sua scelta al numero 2 Griffin divenne il secondo Baylor Bear ad esser scelto così alto in quattro anni (Jason Smith nel 2009) e il primo quarterback dai tempi di Adrian Burk nel 1950.
I siti di analisi si dimostrarono molto benevoli con Washington: BleacherReport diede A+ alla pick, SBNation si riservava di vedere all’opera RG3 dicendo che se il giocatore fosse diventato un franchise QB, il draft sarebbe stato da A++, FootballNation.com assegnò una A all’operazione, WalterFootball diede A alla trade aggiungendo che il giocatore valeva ogni singola pick spesa per acquisirlo.

Mike Shanahan

Nella stagione 2012 Griffin diviene il primo quarterback titolare ad esser nato negli anni ’90 e in 15 partite colleziona 3.200 yard, segna il quarterback rating più alto per un rookie (102.4) e un ottimo rapporto tra touchdown e intercetti (4:1). Porta gli Skins ai play-off, diventando immediatamente un pro-bowler e vincendo il titolo di roffensive ookie dell’anno.
La stagione si conclude però in maniera drammatica. Al FedExField di Landover, in Maryland, il 6 gennaio 2013 va in scena il Wildcard game della NFC tra i Redskins e i Seahawks. Washington segna due touchdown nei primi due drive. Nel terzo tentativo Griffin, che stava giocando con una distorsione del legamento collaterale del ginocchio rimediata contro Baltimore, subisce un ulteriore colpo all’arto già infortunato. La giovane stella rimarrà in campo, ma il suo rendimento non sarà più lo stesso. Infatti da li in poi segnerà solo Seattle, e l’incontro finirà 24-14 per la squadra del Pacifico, Griffin lascerà definitivamente il campo nel gelo dei tifosi dei Redskins, sostituito a Kirk Cousins. L’immagine del ginocchio di RG3 che si piega in maniera innaturale sul campo pessimo, fa il giro del mondo. Dopo la gara, la risonanza magnetica evidenzia una distorsione della parte anteriore e laterale dei legamenti crociati della giovane stella, che deve subire una operazione chirurgica per rimediare al danno subito.
L’allora coach Mike Shanahan affronta numerose critiche per la scelta di aver fatto giocare Griffin nonostante evidenti segni di sofferenza. Dan Wetzel di Yahoo Sports le sintetizza intitolando un suo breve pezzo “What was Mike Shanahan thinking in keeping injured Robert Griffin III in wild-card game?”.
Interessante notare però le sue risposte, in particolare quella rilasciata a Chris Wesselin, analista NFL:

”I think what you do is you rehab yourself and you get better. … You don’t have to have great running ability to run the read-option. You have to be able to know when to slide, when to throw the football away, depending on if you’re running or passing.”

Con questa frase l’allenatore fondamentalmente afferma che le successive difficoltà del Quarterback sono da imputare ad una cattiva lettura del gioco, più che a difficoltà strettamente fisiche.
Il fatto è checchè ne dica Shanahan, hanno tutti capito che il risultato è un pasticcio clamoroso, anche in considerazione dell’investimento che Washington ha fatto sul ragazzo. Shanahan scarica quindi la colpa sull’ortopedico del team, James Andrews, che si affretta a smentire dichiarando che non aveva mai dato il via libera al ritorno in campo di RG3 ma che anzi era “spaventato a morte” dall’eventualità che il ragazzo scendesse in campo per il WCG. Più tardi uscirono anche diverse voci secondo cui lo stesso coach era pronto alle dimissioni dopo quella prima stagione, per le troppe ingerenze dell’owner Daniel Snyder sul trattamento da riservare a RG3, non si sa se anche in relazione al singolo episodio dell’infortunio.

Tuttavia, nel cancan di dichiarazioni, Griffin si opera e compie il percorso riabilitativo, e sebbene non abbia giocato un singolo snap in prestagione, secondo le dichiarazioni dello staff è pronto a giocare in Week 1 del 2013. Curioso come il 6 giugno avesse dichiarato a NFL.com di essere pronto per il training camp, e di averlo poi disputato tutto, per poi non essere comunque utilizzato nella preseason. Il ritorno in campo appare evidentemente inficiato in qualche modo dal precedente infortunio, e voci che abbia forzato il recupero tornano a sussurrare, non si sa se la rigidità del giocatore sia dovuta alla paura o ad un effettivo impedimento, tuttavia non riesce a bissare il successo dell’anno da rookie, e l’11 Dicembre l’allora l’allenatore Mike Shanahan lo panchina definitivamente per Kirk Cousin. Proprio in questa stagione nascono i primi dissapori, tanto che alcuni analisti notano come i suoi compagni lineman offensivi non lo aiutino ad alzarsi dopo un sack subito, Phil Savage, ex dirigente dei Browns, segnala questo comportamento come significativo ma parte una polemica tra chi legge questi segnali come una sfiducia degli OL al loro QB e chi sostiene che è normale che i lineman non rialzino il loro QB. Nello stesso tempo alcuni “spifferi” come i commenti di Santana Moss alle motivazioni che dà Griffin dei propri errori, fanno capire che l’aria non è buona. RG3 dopo gli Eagles sembra addossare la colpa della sua inefficienza alle chiamate scontate del coach, che finisce per essere licenziato a fine stagione da Daniel Snyder, assumendo le sembianze del vero e quasi unico colpevole della stagione da 3-13 e della gestione balorda del preziosissimo QB.

(Mark J. Rebilas-USA TODAY Sports)
Jay Gruden

Anche l’anno 2014 è una stagione di passione. Arriva come coach Jay Gruden, ex offensive coordinator dei Cincinnati Bengals ed ex quarterback, che ha appena concluso la costruzione di Andy Dalton, e che si spera ricostruisca l’ex-Baylor. Dopo una distorsione alla caviglia subita nella seconda settimana contro i Jacksonville Jaguars, Griffin torna alla settimana 9 contro i Minnesota Vikings. I Redskins, che fino a quel momento erano 3-5, perdono la partita, e le successive due contro i Tampa Bay Buccaneers e i San Francisco 49ers. Gruden insiste sul fatto che Griffin debba estraniarsi da tutto quello che non è sé stesso ed il proprio potenziale:

“Robert needs to understand he needs to worry about himself number one and not everybody else. It’s his job to worry about his position, his footwork, his fundamentals, his reads, his progressions, his job at the quarterback position”

Il 25 Novembre Griffin viene messo in panchina e sostituito dal Kirk Cousin, che diventa titolare contro gli Indianapolis Colts. Lo stesso Cousin si infortuna al collo contro i Giants dopo un pessimo 0-3 nelle tre gare da starter, Griffin torna titolare mostrando sprazzi del suo talento contro gli Eagles e nell’ultima gara contro i Cowboys, nella quale lancia per 336 yard e 2 touchdown.
Dopo due anni così disastrosi l’allenatore Jay Gruden quest’estate lo conferma comunque comee quarterback titolare, ma le difficoltà emerse nella partita contro i Baltimore Ravens hanno fatto trapelare crepe già viste nello spogliatoio, secondo le quali lo stesso Griffin non sarebbe amato proprio da coloro i quali lo dovrebbero difendere: gli Offensive Lineman.
In un articolo apparso su Profootball Focus del 27 Agosto Griffin afferma di non puntare il dito contro alcuno di loro, nonostante molti analisti siano concordi nell’ affermare la scarsa protezione della tasca come uno dei maggiori problemi di Washington in questo momento.
Secondo Jason Reid di ESPN, proprio il non volersi prendere le colpe di una cattiva gestione di tutto l’huddle offensivo, è il motivo per il quale sono nati tutti questi dissapori tra il quarterback e la linea stessa. Lo stesso Reid su twitter afferma che a molti tra i tackle e le guardie dei Redskins non piace RG3.
Due sono i suoi “capi d’accusa”: il primo è che semplicemente non ha più giocato bene dopo i molti infortuni al ginocchio subiti durante la sua stagione da rookie; il secondo è che il ragazzo non sembra avere la leadership che serve ad un quarterback per guidare una squadra NFL. Il risultato di tutto questo è che è stato panchinato in favore di Kirk Cousin, un prodotto da Michigan State che in 9 partite ha lanciato 10 touchdown ma altrettanti intercetti, con uno sconfortante record di 2-7.

Per quanto riguarda il futuro sarà difficile vederlo fare il back-up quarterback per tutta la stagione; ma altrettanto improbabile appare un taglio, che costerebbe agli Skins 6.7 milioni di dollari. Alla fine la soluzione potrebbe essere una trade, magari con i Browns, che vengono sempre infilati in ogni vicenda che abbia a che fare con un quarterback. Tuttavia va valutata anche la situazione neurologica dopo il colpo subito (che sembra risoltasi secondo i bollettini medici del 13 settembre). Alla luce di tutto questo la situazione resta difficile e ingarbugliata per il team, ma soprattutto per un ragazzo, che a soli 25 anni vede il suo futuro nella NFL addensarsi di molte nubi. Le ultime notizie lo vedono addirittura allenarsi nello scout team come defensive back, nella fattispecie come safety.

Ma, seriamente, qualcuno pensa che un giocatore del genere possa riciclarsi a safety NFL caliber alla sua età e, soprattutto, con tutto il cancan mediatico che ha giornalmente attorno?

 

– Francesco Grigolo –