Jaguars Week #4: Maiunagioia

Mai una gioia per i poveri (e pochi fans) dei Jaguars. E dire che il destino sembrava finalmente sorridere alla squadra della Florida visto che Andrew Luck è stato costretto a saltare la prima gara della sua carriera da professionista proprio nella gara tra i suoi Colts e i Jaguars. Il suo posto è stato preso dal non più giovanissimo ma sempre reattivo Matt Hasselbeck. Entrambe le squadre si presentavano in Indiana col record di una vittoria e due sconfitte, e per quelle che erano le aspettative a inizio stagione la squadra più in crisi era sicuramente quella di casa, considerata dalla maggior parte degli insiders al nastro di partenza della stagione come una contender e invece alla prese con una preoccupante involuzione di gioco totale che non ha risparmiato neanche la loro stella più brillante, Luck appunto.

Per i giovani Jaguars era sembrava un’occasione d’oro per porre fine alla striscia aperta di dieci sconfitte lontano dall’EverBank Field. Il blowout subito sette giorni prima a Foxborough per mano di uno spietato Tom Brady e dei suoi spietatissimi Patriots – che non hanno avuto alcuna pietà neppure di una squadra già scarsa di suo e in più falcidiata dagli infortuni – doveva aver caricato a mille la voglia di rivalsa dei ragazzi di coach Bradley desiderosi di rimediare a quella tremenda sconfitta con il primato solitario della AFC South che sarebbe arrivato in caso di sacco al Lucas Oil Stadium. Il più ardimentoso di rivalsa era senza dubbio il sophomore signal-caller Blake Bortles reo di aver rovinato un’altra gara della sua giovane carriera con l’ennesimo intercetto ammazza partita lanciato nel two minute warning del primo tempo contro New England.

Se a Indianapolis mancava il suo QB titolare, a Jacksonville mancavano molti dei suoi giocatori di maggior talento. In attacco fuori per tutta la stagione la guardia destra Brandon Linder, sicuramente il miglior uomo di linea a disposizione di coach Doug Marrone Marrone. A fargli compagnia in borghese domenica c’erano altri pezzi pregiati dell’attacco dei Jaguars: il TE Julius Thomas, i WRs Marquise Lee e Rashad Green e i RBs Toby Gerhart e Dennard Robinson. In difesa la situazione infortuni non è certamente migliore; fuori i deu migliori uomini di linea: l’edge rusher, terza scelta assoluta all’ultimo draft Dante Fowler Jr e il temibilissimo DT Sen’Derrick Marks. Durante la partita si sono infortunati anche il MLB e vocal leader Paul Posluszny, CB Aaron Colvin e la FS James Sample che già sostituiva il titolare Sergio Brown.

La lista infortunati non deve però essere in nessun modo una scusante per l’opaca prova fornita dalla squadra, specialmente dall’attacco che per l’ennesima volta che chiuso senza segnare un punto durante tutto il secondo tempo dopo che il primo si era concluso con i Jaguars in vantaggio per 13 a 10. A sei secondi dalla fine del tempo regolamentare Jacksonville ha avuto la possibilità di vincere la gara con un field goal da 53 yards, ma il rookie kicker Jason Myers ha calciato la palla ovale alla destra dei pali mandando le squadre all’over time. Dopo un driver infruttuoso per entrambe le squadre, i Jaguars erano di nuovo in area da field goal ma Myers sprecava anche questa opportunità calciando a sinistra dalle 48 yards concedendo un’ottima posizione di partenza ad Hasselbeck che ha potuto guidare i suoi all’interno della red zone avversaria da dove l’ottimo Adam Vinatieri ha potuto regalare ai suoi tifosi una soffertissima ma fondamentale vittoria contro una rivale divisionale.

La difesa ha tenuto bene il campo, concedendo solo 13 punti, forzando due palle perse all’attacco dei Colts guidati da un solido Hasselbeck (che ha completato 30 passaggi su 47, lanciando 282 yards e un TD) e contenuto tranquillamente uno spento Frank Gore tenuto a 53 yards su 17 corse. I due FG da 53 e 48 yards sbagliati si possono comprendere e perdonare a un rookie kicker, ma quello che lascia sempre più perplessi a Duval è l’incapacità dell’attacco di mettere punti a tabellone. Negli ultimi tre anni (cioè da quando è cominciata l’era Bradley) la media punti è sempre stata di 15,5 a partita; davvero troppo poco e il dato ancora più preoccupante è quello relativo alla produzione nei secondi tempi. Dal 2013 per ben 10 volte l’attacco dei Jaguars è stato tenuto a secco dopo l’intervallo e in ben 17 occasioni non ha segnato più di sette miseri punti. La colpa non è da attribuire a Bortles (molto buona la sua prova domenica con 28 su 50, 298 yards e un TD) ma piuttosto all’incapacità del coaching staff di apportare i migliori aggiustamenti a partita in corso.

Domenica i Jaguars sono di scena a Tampa Bay contro la peggior squadra della lega; un’altra sconfitta sarebbe veramente mal digerita anche da un ambiente tremendamente abituato a ricevere poche gioie dalla propria squadra. Chissà che anche la pazienza di Shahid Khan non cominci a vacillare.