Patriots 30-6 Cowboys : recap
Il ritorno dal bye week, ovvero la settimana di pausa che ogni team ha a disposizione durante la stagione, è sempre un momento delicato; si corre il rischio di essere molli e aver perso il ritmo partita, oppure al contrario di essere troppo carichi e riposati e dare tutto subito. Per la prima volta nella storia dei Patriots si scende in campo all’ AT&T casa di recente fattura dei Dallas Cowboys, il team Americano per eccellenza. Certo, questo martch avrebbe avuto tutto un altro sapore se in campo ci fossero stati i playmakers principali come Tony Romo e Dez Bryant, ma qualche ritorno importante per Dallas c’è stato, come quello dell’esordio di Greg Hardy (non senza polemiche dopo esternazioni poco felici verso Brady e la moglie Gisele) e i linebackers McClain e Lee, ma come spesso accade a chi parla troppo in settimana, ci ha pensato il campo a rimettere le cose a posto, con calma e in silenzio come è giusto che sia nel football.
La Partita
Che la loro difesa sarebbe stata elettrizzata dal ritorno degli elementi che abbiamo citato in precedenza lo sapevamo, e fin da subito si è capito che sarebbe stato un pomeriggio a chi menava più forte; nel primo quarto che si è concluso in parità 3 – 3, si legge di un inizio molto contratto, e due difese sugli scudi. Da un lato, Hardy è impressionante, e gli va dato atto di essere a tutti gli effetti un “game-changer” ovvero uno di quei giocatori capaci di indirizzare la partita nel verso desiderato, e forse, dopo un paio di possessi di Brady dove ha subito fino a 5 sacks nel primo tempo, avrebbe potuto essere così, se non fosse che dall’altro lato la difesa nostrana non è stata da meno. Io me le ricordo le valutazioni della linea offensiva di Dallas, che non è certo passata dall’essere la migliore in circolazione all’essere un colabrodo in una partita sola, e mi ricordo anche gli “esperti” che ogni domenica dicono ” si va beh con la OL di Dallas potrei correre anche io…” ed è per questo che il lavoro diNinkovich, Sheard, Jones e Collins va premiato e sottolineato per spessore e rilievo. Ma dopo un primo quarto molto difficile, gli ospiti effettuano gli adeguamenti necessari, i padroni di casa no, ed il parziale di 10 – 0 col quale i Patriots vincono il secondo quarto permette alla truppa di Belichick di andare a riposo sul 13 – 3. Il touchdown dei Pats lo segna un Brady “on fire” con una QB Sneak dall’unica yard che separa i suoi dalla endzone, e l’esultanza la dice lunga sulla frustrazione per i numerosi colpi subiti ma anche su quanto, a 38 anni, questo mostro di fenomeno voglia ancora dimostrare.
Nella ripresa qualche aggiustamento lo trovano anche Weeden e co. e il match riacquista una parvenza di lotta seppur lievemente impari; Anche questa settimana, fresco del contratto biennale firmato pochi giorni fa, vediamo brillare quello che per molti è solo l’ennesima scommessa vinta da Belichick, Dion Lewis. Prendi un uomo dimenticato da tutti, in fondo alle depth charts delle squadre di appartenenza, rotto, infortunato, ma che secondo te fa esattamente al caso tuo; istruiscilo, responsabilizzalo e avrai un playmaker, ed ecco che ancora una volta Lewis fa parlare di se e stavolta non per numeri o statistiche particolari ( concluderà con 6 corse per 34 yards + 8 ricezioni per 59 yards ed 1 TD)ma per una giocata che ha dell’incredibile.
Il capolavoro successivo poi è della difesa; Weeden, come detto in precedenza, inizia sì a muovere la palla con maggiore cognizione di causa e riesce a trovare, in mezzo al campo, qualche completo che gli permette di macinare campo, ma è proprio qui il problema per Dallas. Macina campo troppo lentamente, i patriots schierano l’esempio perfetto di una difesa che “bend but don’t break” ovvero si piega ma non si spezza, e i padroni di casa impiegano 15 giocate per correre 75 yards ma soprattutto impiegano più di 8 minuti per doversi poi accontentare di soli 3 punti per il secondo field goal che sarà anche l’ultima segnatura dei ‘Boyz. Se mi dicessero concedi in ogni quarto 8 minuti agli altri ma soli 3 punti ditemi dove devo firmare.
Il quarto ed ultimo quarto, è gestione per i Patriots, che trovano anche un ulteriore touchdown su una giocata che è una caramella di Brady per Edelman, che in campo aperto dimostra come possa essere letale sgusciando tra i difensori, e finalmente si fa perdonare per aver, in precedenza, annullato due bellissime ricezioni di Amendola con due flags per interferenza a carico suo.
La ciliegina sulla torta è, a pochi minuti dal termine, un fantastico intercetto di Logan Ryan che chiude il match in modo impietoso per il povero Weeden. Per Dallas c’è da augurare loro una pronta guarigione soprattutto per Romo, che forse dopo tanta immondizia gettata sul suo conto, ora viene rimpianto dai suoi stessi tifosi fino a poco fa detrattori, e con dei Giants che sembrano aver trovato la formula per vincere con continuità, la division rischia di scappare via.
Per quanto riguarda New England, una prova più che convincente che porta il record sul 4 – 0 in vista dell’attesissima trasferta ad Indianapolis, anche se vanno monitorati gli infortuni di Hightower, uscito ieri a circa metà match per un infortunio al costato, Nate Solder (gomito) e le safeties Harmon e Chung che però sono rientrate in corso del match e sembrano subito ristabiliti.