Jaguars Week 6: finite le scuse per Bradley
Che imbarazzo! non c’è nient’altro da dire. Dopo aver subito un imbarcata mostruosa da Brady&Co, perso contro i Colts privi di Luck (nel senso di Andrew, di fortuna in quella partita ne hanno avuta fin troppa), averle prese nel derby della Florida contro la peggior squadra della passata stagione guidata da un QB rookie che lancia più intercetti di Bortles; i nostri eroi sono riusciti a perdere perfino contro i pessimi Texans di Brian Hoyer contro cui erano riusciti a vincere lo scorso anno quando guidava i Cleveland Browns. Domenica a Londra i Jaguars sfideranno i Bills guidati da nientepopodimeno che E.J. Manuel, Edward Murphy sta già sorridendo.
Se nelle altre occasioni coach Bradley poteva estrarre dalla tasca la lunga lista degli infortunati per cercare delle attenuanti al pessimo gioco della sua squadra , questa volta la squadra era quasi al completo. E’ vero che mancava il rookie RB T.J. Yeldon, ma rientravano i suoi compagni di reparto Toby Gerhart e Dennard Robison. Inoltre i due giocatori più forti a roster (il TE Julius Thomas e il DT San’Derrick Mark) sono scesi regolarmente in campo per la prima volta in stagione.
Blake Bortles non è stato affatto perfetto contro i texani, ma i suoi miglioramenti sono evidenti anche dal punto di vista statistico: 30 completi su 51 lanci tentati, 331 yards lanciate, 37 corse, con tre TD e altrettanti, sanguinosissimi, intercetti di cui uno riportato per un pick-six. I progressi del prodotto di UFC sono benefici anche a tutto il giovane reparto ricevitori; Bryan Walters è stato quello più cercato dall’ex Knight con 87 yards su otto ricezioni. Allen Robison, Julius Thomas e Allen Hurns hanno tutti ricevuto un TD pass.
La linea offensiva ha svolto un discreto compito in pass protection concedendo «solo» due sacks, mentre ha faticato come al solito ad aprire varchi per le corse. I Gerhart, Robinson e Grant hanno corso la miseria di 46 yards, e nessuno dei tre ha viaggiato a più di tre yards a portata. Il talento a disposizione di Greg Olson non è di primissima fascia, ma rispetto agli ultimi anni è sicuramente cresciuto ma nonostante ciò la produzione rimane pessima sia in termini di yards guadagnate che di punti segnati. Bisogna riconoscere che molti dei giocatori di maggior livello sono giovanissimi e di conseguenza ancora molto acerbi, ma è proprio compito del coaching staff far crescere i talenti a loro disposizione.
Passando alla difesa la situazione è perfino peggiore. La cosa è particolarmente grave considerando che Bradley è (o dovrebbe essere) una mente difensiva, arrivato direttamente da Seattle per rifondare un reparto che nelle ultime settimane appare perfino peggiorato rispetto alla scorsa stagione. Anche qui il talento non manca del tutto ma le prestazioni non soddisfano minimamente le attese di inizio stagione e l’assenza della prima scelta Dante Fowler Jr non deve essere una scusante. Per finire gli special team appaiono ancora sospetti.
Shahid Khan ha recentemente precisato di avere molta fiducia nel progetto Caldwell-Bradley e che non intende toglierli la fiducia, almeno in breve tempo. Il GM ha rimediato ai suoi (molti) errori iniziali con gli ultimi due draft e l’ultimo mercato estivo. In particolare, la scelta di scegliere alla terza chiamata assoluta Blake Bortles – che sembra assomigliare sempre di più al franchise QB mai avuto a Jacksonville – potrebbe essere quella destinata a salvargli il posto a fine stagione. Per Bradley, invece, il cielo della Florida appare sempre più scuro, e quello di Londra potrebbe esserlo anche di più.