PROMOSSI E BOCCIATI – New York Giants vs. Cowboys
Vittoria brutta, vittoria fortunata, ma pur sempre vittoria. Vittoria che conta tantissimo, perché ci riconsegna il primato divisionale, perché arrivata proprio contro un team dell’NFC East, perché non battevamo i Cowboys da cinque partite, perché arrivata dopo la brutta sconfitta contro gli Eagles, scongiurando per ora una debacle simile a quella dell’anno scorso, quando fu proprio la sconfitta contro il team di Philadelphia a dare il via al filotto di risultati negativi che affossò la stagione. Almeno per ora pericolo scampato e Giants ancora in gioco. Certo, forse più per demeriti altrui che per meriti propri.
PROMOSSI
Dominique Rodgers-Cromartie. Due intercetti decisivi, di cui uno riportato nell’endzone avversaria, portandoci in vantaggio. Cassel non è quasi mai riuscito a completare un passaggio quando ha lanciato dalla sua parte (contro DRC infatti il rating è stato un misero 16.7). Partita praticamente perfetta in una stagione di altissimo livello: con ieri sera infatti è salito a quota quattro turnover provocati (2 INT e 2 Forced Fumble) e ben due TD.
Dwayne Harris. Chissà che qualcuno dalle parti di Dallas non si stia mangiando le mani per averlo lasciato andare con tanta leggerezza. Qualcuno, tra cui il sottoscritto (ma anche firme ben più autorevoli), deve anche cospargersi il capo di cenere ed ammettere che forse il contratto offertogli non era così sproporzionato al valore del giocatore. Perché Harris si sta meritando ogni singolo penny. Pur con qualche drop, giornata dopo giornata si sta affermando come un valido slot-WR. Inoltre ha fornito ai Giants un’arma che mancava ormai da anni (ad eccezione della brevissima, purtroppo, parentesi di David Wilson): un ritornatore di punt e kickoff degno di questo nome. E contro la sua ex squadra, in un momento delicatissimo, ha spezzato la partita con un bellissimo ritorno in TD, ciliegina sulla torta di uno special team ancora una volta autore di una partita praticamente perfetta.
Le Corse. Per la prima volta in stagione vengono superate le 100 yarde corse ed i nostri RB corrono con 6.4 yarde di media a portata. Particolarmente sugli scudi Vereen (4 portate a 14.0 yarde di media) e soprattutto Orleans Darkwa, utilizzato per la prima volta anche in attacco ed autore di una prestazione maiuscola da 48 yarde in 8 portate (6.0 di media) ed un TD. Con lui in campo l’attacco ha eseguito il miglior drive offensivo della partita, peccato poi però il coaching staff si sia dimenticato di lui per il resto della partita.
Weston Richburg. Il draft del 2014 verrà ricordato come quello che ci ha portato in dote Odell Beckham Junior. Se le premesse verranno mantenute, e gli infortuni daranno tregua, magari si parlerà anche di Devon Kennard come di uno degli steal più clamorosi. Forse però è arrivato il momento di parlare anche di questo ragazzo texano che quest’anno, dopo aver giocato fuori ruolo una stagione difficile da LG, ha iniziato ad occupare il suo ruolo naturale di centro e lo sta facendo a livelli da ProBowl.
Myles White. Per chi non ha un posto fisso in attacco o in difesa, farsi trovare pronti quando chiamati in causa è fondamentale. White ha fatto esattamente questo, mettendo la parola fine alla partita recuperando un pallone perso da Cole Beasley, che maldestramente stava cercando di ricevere e ritornare un punt.
RIMANDATI
L’attacco. Doveva essere il nostro punto di forza, probabilmente invece è il reparto che sta giocando peggio. Le corse hanno iniziato a funzionare meglio, ieri sono state messe a referto, per la prima volta stagionale, più di 100 yarde, correndo con oltre le 5 yarde di media a portata. Quello che non ha funzionato è il gioco areo. C’è da dire però che gli infortuni occorsi a Beckham e Randle, che per precauzione vengono limitati in allenamento, oltre all’infortunio ormai storico di Cruz, obbligano Eli Manning ad allenarsi tutta la settimana con le seconde linee e poi dover ricalibrare in partita gli automatismi creati in allenamento con un personale diverso (e che dunque automatismi non sono). Questo ha un’ovvia conseguenza sulla fluidità dell’attacco, che spesso si è visto frenare da imprecisioni nella connessione tra i nostri ricevitori ed il QB. Forse sarebbe il caso di far giocare qualche snap in più a Geremy Davis e Myles White.
Josh Brown. Dopo 7 partite, 15 FG messi a segno su 15 tentativi. Meriterebbe una promozione a pieni voti, peccato però che stia eseguendo dei kickoff a volte ben oltre il limite del disastroso. Se dovesse continuare così, non è da escludere che i Giants, al pari di altre squadre, possano ricorrere ad uno specialista che si occupi di questa fase del gioco.
BOCCIATI
Jayron Hosley. Non placca, non copre. Ha dimostrato di essere cresciuto e di poter essere utile entrando a cottimo, non ha però il talento ed il fisico necessario per imporsi come CB titolare. Amukamara non potrà mai tornare troppo presto.
La difesa contro le corse. Dopo 5 partite era tra le prime cinque della lega, ora, dopo Eagles e Cowboys, è ventunesima. Cosa è cambiato? E’ tornato Kuhn. Ed il centro della linea che con la rotazione Hankins–Bromley–Jenkins–Nix era praticamente impenetrabile, con l’uscita di scena di Nix in favore del tedesco è diventata un colabrodo. Con tutto ciò che ne consegue, quindi LB costretti a giocare più vicini alla LOS, concedendo qualcosa in copertura ed edge rusher costretti a dare una mano al centro della linea, risultando quindi più attaccabili all’esterno. Può un uomo solo fare tanti danni? Probabilmente sarò ingeneroso, ma sembra di sì.
Chi stila il calendario. Nota polemica finale. I Giants erano reduci da un Monday Night, il che significa avere un giorno in meno per allenarsi. Ogni tanto deve succedere e succederà ancora. Ed allora dove è il problema? Il problema è che per il secondo anno di fila, dopo aver giocato di lunedì, andiamo ad affrontare una squadra reduce dal bye, dunque con otto giorni di preparazione a disposizione in più rispetto a noi. Per di più ci sono toccati i Cowboys, di conseguenza uno scontro divisionale che ai fini della classifica vale praticamente doppio. Perché dunque, tra due diretti rivali, avvantaggiarne in modo così palese uno?