Week 12: Chicago Bears @ Green Bay Packers Recap

Alla fine è successo davvero: il miracolo del Thanksgiving Day è avvenuto in un Lambeau Field martellato dalla pioggia e, fino a metà gara, infiammato dalla festa.
Succede un po’ di tutto in questa Quarterback Night durante la quale Brett Favre, storico campione dei Packers, viene insignito del suo nome stampato nell’anello dei grandi e onorato dal ritiro del suo numero 4; tra quelle più incredibili figura un Jay Cutler che chiude senza intercetti, di fronte ad un Aaron Rodgers che si fa pescare dal CB avversario e che, notizia delle notizie, manda i suoi in End Zona una volta sola e non mette a referto alcun punto per ben due quarti di partita.

Sotto una fitta pioggia novembrina, l’attacco di Green Bay è il primo a scendere in campo; partendo con una scarica di No Huddle, Aaron Rodgers si affida soprattutto al RB Eddie Lacy, stasera in grande serata, per mangiarsi la sua metà di campo e finire in territorio avversario con pochi, semplici giochi. Qui però il QB #12 è costretto ad un 4 & 2 che vede Lacy schiantarsi contro i Linebacker di Chicago senza alcun guadagno: palla ai Bears.
Jay Cutler parte dalle 49 ma in quattro giochi non guadagna che 7 yard dovendo ridare l’ovale  all’avversario.
La storia si ripete praticamente identica: con un filotto di No Huddle, Rodgers sbarca in territorio altrui senza riuscire ad andare oltre la metà campo mentre, nel possesso successivo, i Bears durano ancora meno riducendosi al Punt dopo una manciata di snap.
Il Drive di Green Bay riparte da circa centro campo e in pochi istanti arriva sulle 25 avversarie; da qui Rodgers pesca Eddie Lacy con un lancio corto nel mezzo, il quale si immola verso la End Zone avversaria per il primo TD di giornata.
Entrandoin End Zone il #27 lascia cadere la palla anticipando troppo la celebrazione della marcatura e da parecchie immagini sembra che perda l’ovale qualche centimetro prima di entrare in zona di meta; in assenza di prove concrete, comunque, la crew arbitrale assegna il TD. Otto minuti e Green Bay è già avanti di 7.
Il primo periodo si chiude senza altre marcature coi due attacchi che faticano incredibilmente ad entrare in partita mentre le rispettive difese sfruttano le condizioni atmosferiche per causare il maggior numero di incompleti all’avversario.

Il secondo quarto vede la stessa situazione ripetersi se non addirittura amplificarsi. Né Rodgers né Cutler riescono a chiudere il primo down dei rispettivi drive e il pubblico assiste ad un continuo cambio di possesso; a onor del vero, se questa è quasi la normalità per Chicago, per Green Bay è una grossa, bruttissima, novità che tiene il morale degli Orsi appeso ad un filo.
Filo che sembra spezzarsi quando Lacey, partito dalle proprie 12, scappa al front seven nemico arrivando fino alla linea delle 35 yard dove però viene placcato duro dalla S Chris Prosinski, perdendo l’ovale che viene ricoperto dall’OLB avversario Lamarr Houston.
Proprio dalle 34 parte il drive di Cutler il quale a suon di terzi down (tre di fila) manda in Touchdown il TE Zach Miller con un passaggio corto sulla sinistra che vede il #86 completamente solo in End Zone.
Il calcio di Robbie Gould è buono per la momentanea parità.
Al drive di Cutler risponde uno decisamente più arrembante di Aaron Rodgers il quale però si schianta contro la difesa avversaria che lo costringe a dare la palla al Kicker Mason Crosby per il momentaneo sorpasso, 7-10.
Con due minuti scarsi da giocare, Chicago riparte dalle proprie 42 grazie ad un discreto ritorno di Kick Off del WR/KR Deonte Thompson. Da qui Cutler parte in scioltezza e arriva dritto fino alle 20 avversarie.  Dalla shotgun il #6 pesca Marquess Wilson sulla destra che corre fino alla End Zone segnando un TD che verrà cambiato dagli arbitri in un 1 & Goal dalla 1 yard dopo la review.
Cutler consegna la palla al RB Jeremy Langford che corre nel mezzo e segna dalla 1: 14-10.
Nei trenta secondi successivi Rodgers ri porta i suoi in zona Field Goal senza però andare oltre e affidandosi di nuovo alla gamba di Crosby per il momentaneo 14-13.
Si chiude così la prima metà della gara che praticamente racchiude gran parte della partita.

Al rientro dall’Halftime, dopo la festa di Favre tornato eroe nella sua patria sportiva, il balletto dei cambi di possesso ricomincia.
Quasi sempre costretti al terzo o quarto down, i due attacchi finiscono per non vedere più nemmeno la zona Field Goal, lasciando inalterato il tabellone.
Aaron Rodgers vive uno dei periodi più difficile della sua intera carriera chiuso tra la difesa avversaria, sempre più concentrata, da una parte e i drop sanguinosi dei suoi ricevitori dall’altra.
Il meteo non aiuta e l’abbondante acqua che cade dal cielo rende l’ovale una saponetta un po’ per tutti; Rodgers si affida soprattutto a Eddie Lacy, stasera tra i migliori anche in ricezione, ma per 15 minuti di football non c’è niente che possa portare questi Packers a segnare.
Dal canto suo Jay Cutler cerca di pescare un po’ tutti i suoi assi con lanci quasi sempre corti mentre, sul piano delle corse, si rivede in campo Matt Forte il quale dividerà con Langford le portate in una delle serate più povere della stagione per la rushing offense dei Bears.

Il quarto quarto riprende da dove era finito il precedente, con Chicago che stava arrancando in territorio nemico.
Dalle 26 yard, Cutler cerca Miller in End Zone mancando però il bersaglio. Sul gioco successivo il #6 trova invece Alshon Jeffery corto sulla sinistra, il quale riceve e porta la palla fin sulla linea delle 4 avversarie; da qui Matt Forte prima guadagna 3 yard sfiorando il TD, poi ne perde due costringendo l’attacco ad un 3 & 3 sul quale Cutler lancia un incompleto e da cui scaturirà un quarto down chiuso con un molto conservativo calcio con snap dalle 3.
Gould trova più che facilmente i pali e infila il Field Goal del 17-13.
La risposta di Green Bay è furiosa e totalmente giocata sull’asse Rodgers-Lacy mentre per quanto riguarda i lanci il QB chiama spesso in causa il quasi omonimo Richard Rodgers, TE stasera molto più affidabile dei WR. Il drive comunque non porta a nulla esattamente come quello successivo guidato da Cutler.
A quattro minuti dalla fine ecco il primo drive interessante di Green Bay che sfrutta le doti atletiche del proprio QB facendolo correre due volte su 3 primi down conquistati consecutivamente.
I Packers mangia yard sembrano tornati ma proprio su un primo e dieci in territorio avversario, Rodgers si fa intercettare dal CB di Chicago Tracy Porter mentre cercava di servire il WR  Davante Adams.
Porter riporta la palla per sole due yard per il successivo drive di Chicago che durerà non più di una decina di metri. Dalle 45 avversarie Pat O’Donnell deve ridare la palla a Green Bay che ha ancora quasi 3 minuti sul cronometro per riprendersi la gara.
L’arrembaggio della squadra del Winsconsin parte deciso a suon di primi down e il loro attacco si porta inesorabilmente sulle 8 yard avversarie; un calcio non basta visto il disavanzo di 4 punti ma ogni fan del footbal sa che in Red Zone, con un minuto da giocare, Rodgers può fare praticamente tutto.
La difesa di Chicago però, oggi in versione Monsters of the Midway, non si fa impressionare e copre bene ogni tentativo di Green Bay che incredibilmente non gioca mai la carta Eddie Lacy; i quattro tentativi a disposizione dei Packers finiscono in altrettanti incompleti di cui due direttamente in End Zone; uno dei due, il più sanguinoso, è figlio di un drop clamoroso di James Jones che riceve la palla proprio in mezzo al petto (per il momentaneo blocco cardiaco dei fan avversari) senza però riuscire a gestirla prima che gli scappi di mano.
Incredibilmente il drive di Rodgers e soci  si risolve in un nulla di fatto mentre, sdraiato a terra, il QB Gialloverde stava già festeggiano per il catch di Jones, salvo poi disperarsi dell’incompleto.
Con 22 secondi sul cronometro, a Cutler non resta che inginocchiarsi per portare a casa la sua seconda vittoria in 13 confronti con gli eterni rivali.

Si chiude così il match dell’impossibile che lascia tanto amaro in bocca ai tifosi Packers, sconfitti in casa e in una notte di festa, davanti ai fans avversari quasi increduli.
Il primo incontro fra le due franchigie durante il Giorno del Ringraziamento porta particolare fortuna a Chicago la quale sembra tornata in dietro di parecchi anni, ai tempi in cui si segnava poco ma si lasciava segnare ancora meno.
Più di tutti sale in cattedra la difesa Bears che ingabbia uno dei migliori QB della lega limitandolo ad un mediocre 22/43 per 202 yards, 1 TD e 1 INT, con tanto di metà gara passata senza mettere punti a referto.
Anche sul piano delle corse Green Bay produce poco nonostante l’esaltante prestazione da 105 yard di Lacy, stanotte uomo Jolly  offensivo, che resta a quota zero rushing TD (per lui solo un TD su ricezione).
A livello difensivo Green Bay si muove bene e relega Jay Cutler ad una più prevedibile prestazione di 19/31 per 200 yard e un TD.
Ciò che stupisce e salva Chicago è l’assenza di Intercetti da parte del #6, mentre sul piano delle corse l’appannata prestazione di Langford e Forte (92 yard in due) regala comunque un Rushing TD importantissimo.
La difesa di Green Bay si ferma a quota 1 sack (firmato Quinten Rollins) , zero INT e zero Fumble Forzati mentre quella di Chicago offre due placcaggi al QB (Lamarr Houston e WIllie Young), una costante pressione culminata in parecchie QB Hurry, un intercetto e un fumble forzato ricoperto in territorio avversario.

A fronte delle previsioni che davano i Packers largamente favoriti, l’attacco di Mike McCarthy e soci si inceppa mentre la difesa di Vic Fangio concretizza i propri miglioramenti in un match di vero football vecchia scuola che lascia poco all’avversario; così Green Bay inciampa nell’ostacolo Chicago droppando 7-4 mentre gli Orsi vanificano gli sforzi di Detroit, portandosi sul 5-6 e mantenendo le distanze.
Tanto rammarico e festa rovinata per uno dei top team della NFC che credeva di introdurre nella leggenda uno dei suoi campioni del passato proprio nel giorno in cui pareggiava in casa la serie aperta contro rivali di una vita, ospitati per la prima volta durante il Ringraziamento.
Gli underdog di Chicago, invece, hanno giocato come i Monsters dovrebbero sempre fare riaprendo una North da montagne russe all’interno della quale sembrava non avessero più nulla da dire.
E’ tempo di elogiare il Coaching Staff all’ombra del Soldier Field mentre, sotto il diluvio del Lambeau, è meglio che Green Bay si chieda se è davvero convinta di voler credere ancora in questi allenatori.