Week 15: Chicago Bears @ Minnesota Vikings Recap
C’è davvero poco da dire a proposito della trasferta dei Chicago Bears in Minnesota, se non che la sconfitta patita contro i Vikings è stata una delle più brutte dell’anno.
Succede di tutto in questo nulla sportivo che porta la squadra dell’Illinois sempre più vicina ad una scelta fra le top 10 al prossimo Draft, mentre gli avversari divisionali di Minneapolis continuano il loro inseguimento alle costole di Green Bay.
In attacco i Bears continuano a sopravvivere grazie ai singoli, immersi fino alle ginocchia in un pantano collettivo che crea sempre meno occasioni di mettere punti a referto.
Jay Cutler chiude con un opaco 26/37 per 231 yard, 2 TD e un INT mentre, dall’altra parte, Teddy Bridgewater porta a casa un ottimo 17/20 per 231 yard, 4 TD e zero intercetti. E’ lampante come le yard lanciate da Cutler e quelle messe assieme dai RB siano, di fatto, yard inutili che non portano mai la squadra a segnare punti mentre gli avversari fanno man bassa di marcature.
Nel primo quarto, infatti, è solo Minnesota a vedere l’End Zone avversaria con un bellissimo TD di Stefon Diggs, servito dalle 15 direttamente in area di meta e coperto da un impotente Tracy Porter.
Nel secondo periodo, i Vikings si mangiano la difesa avversaria e vanno prima al calcio piazzato con Blair Walsh (che la infila da ben 53 yards) e in chiusura di periodo in Touchdown con Jerrick McKinnon, servito sulle 20 da Bridgewater e capace di rompere tre placcaggi prima di cadere in End Zone.
A metà quarto si fa vedere anche Chicago con un TD pass da 10 yard di Cutler per Alshon Jeffery, bravissimo a tenere il CB Terence Newman a distanza senza prendere penalità.
Dopo l’half time è di nuovo un assolo viola con Minnesota che, senza il RB di punta Adrian Peterson (fuori per una distorsione della caviglia), fa il bello e il cattivo tempo contro una difesa che sembra non voler placcare.
Mentre i Bears non vanno oltre un Field Goal di Robbie Gould, sta volta a segno da 51 yard dopo due settimane sottotono, Teddy & Co. Trovano il terzo TD di giornata con Diggs che dopo aver ricevuto sulle 30 parte di corsa e annulla altri due placcaggi di burro per poi cadere con la palla oltre la linea di marcatura.
La difesa di Chicago, oggi, è una barzelletta.
Nell’ultimo periodo la squadra ospite si vede solo una volta, in occasione dell’ottimo TD del solito Matt Forte (sta volta su passaggio corto da parte di Cutler) che sfrutta benissimo un ottimo blocco del TE Zach Miller e si fa in solitaria le 4 yard che lo separano dalla End Zone.
Bridgewater, invece, trova la zona di meta ben due volte: la prima dopo una corsa personale di 12 yard tutta nel mezzo, alla fine della quale salta un Porter del tutto spiazzato, mentre la seconda di nuovo su passaggio col Fullback Zach Line che rompe l’ennesimo placcaggio avversario dopo aver ricevuto corto, durante uno scramble del proprio QB.
Si chiude quindi sul 17-38 una partita ridicola durante la quale Chicago ha pensato bene di non scendere in campo.
L’odore di Tanking è sempre più forte nell’aria visto che non ci sono altre spiegazioni per una squadra che dopo esser quasi risorta decide di non bloccare, non placcare, non correre.
Cutler subisce due sack, commette fumble e viene pure ridicolmente intercettato mentre appoggia una palla molle per Forte, piazzato appena oltre la linea di scrimmage.
In difesa, nessuno placca, nessuno copre, nessuno blocca: Pernell McPhee sparisce, evitando di mettere pressione al QB avversario anche durante ovvie fasi di lancio, la linea in generale non spinge mai e i Linebacker permettono qualsiasi cosa (corse al centro, passaggi corti, QB rush) ai giocatori avversari, mentre la secondaria non prova nemmeno a placcare.
Difensivamente parlando si vede tutto quello che non si dovrebbe, da parte di Chicago.
Se questo non dovesse essere Tanking, guai a chi spera in un futuro per questa squadra!
Certo di fronte non avevano una squadra raffazzonata come nelle sconfitte patite contro San Francisco e Washington. I Vikings sono ben impostati e funzionali con un Bridgwater sempre più confidente nei suoi WR e un’ottima linea che oggi lo protegge a dovere.
Sul piano difensivo c’è poco da eccepire visto la pochezza di risultati guadagnati dagli avversari.
Che gli orsi abbiano o meno calato le braghe conta poco, Minnesota è strutturata per vincere e di talento sembra essercene quanto basta: la loro rincorsa a Green Bay diventa quindi concreta in una Division apparentemente scadente ma che potrebbe terminare con una corsa senza fiato, capace magari di produrre una o due squadre davvero pericolose per i Play Off della NFC, ormai sicuramente preclusi ai Bears.