San Diego Chargers 2015 season recap (pt.2)

Eccoci dunque al secondo e ultimo appuntamento con il recap stagionale, reparto per reparto, dei San Diego Chargers: dopo aver parlato di attacco, ci spostiamo sull’altro lato del campo, concludendo anche con due parole sulla situazione coaching staff.

DEFENSIVE LINE – La guerra si combatte anche in trincea, e non è un caso che San Diego abbia perso tante battaglie per via del pessimo lavoro svolto dalle due linee. Detto della o-line, dall’altra parte del campo le cose non vanno meglio. Tutte le stats di Football Outsiders relative al lavoro contro i RB avversari condannano la squadra, sistematicamente tra le ultime in tutti i ranking possibili. Il reparto di John Pagano concede quasi 5 yard di media a portata, ben oltre la media di Lega – 4.09 – e concede il 73% nel “power success” cioè la statistica che misura la percentuale di corse su terzo o quarto down, con due o meno yard da correre, che hanno portato alla chiusura dello stesso. Per non parlare della percentuale di corse fermate dietro la linea di scrimmage – run stuffed percentage – solo il 18%, o le yard concesse al secondo livello (1.38, trentunesimi). Insomma, comunque la si metta, quello che dovrebbe essere il primo baluardo contro le corse ha lasciato a desiderare (eufemismo) per 3/4 di stagione, quando le cose sono migliorate grazie all’arrivo di Perryman, di cui parleremo dopo. Neanche a dirlo, il migliore del reparto è stato ancora Corey Liuget, anch’egli vittima di un infortunio che ha causato la fine anticipata della sua stagione. L’annata di Liuget è stata nella media con qualche prestazione convincente, ma non tale da giustificare il suo stipendio da top nel ruolo, che non è, e che lo rende attualmente il secondo giocatore più pagato della squadra. Ormai Liuget è questo, un buon giocatore da cui ci si possono aspettare di tanto in tanto partite di ottimo livello, e che probabilmente avrebbe bisogno di compagni di reparto che gli tolgano le attenzioni avversarie, sfruttando il maggiore spazio concessogli (cosa che vale anche per Ingram). Dopo di lui, per rendimento c’è sicuramente Ryan Carrethers, che però ha giocato solo il 22% degli snap difensivi, nonostante fosse evidentemente il miglior run stopper della linea (7.4% di run stop come riportato dalle stats di Pro Football Focus, contro il 6.3 di Lissemore). Kendall Reyes è invece quello che ha giocato più sano di tutti, 812 snap, mettendo a segno 25 tackle e 2 sack: se fosse un giocatore di rotazione andrebbe benissimo, ma così vuol dire che la qualità nel reparto è bassa. Damion Square, Ricardo Mathews e Darius Philon – rookie, quello con l’upside più alto insieme a Carrethers – hanno trovato spazio per via degli infortuni dei loro compagni, ma non sono altro che comprimari o special teamer. Decisamente, per rendimento e qualità del personale, è il reparto che più andrebbe messo sottosopra tra draft e free agency. VOTO: 5

LINEBACKER – Dopo una buonissima pre-season, che aveva fatto luce anche sul lavoro fin lì svolto da Mike Nolan, il reparto non ha esattamente mantenuto le promesse, nonostante alcuni lampi di talento. Melvin Ingram ha chiuso la stagione con 52 tackle, 28 pressioni e 10.5 tackle, 7.5 dei quali arrivati però nelle ultime cinque partite, quando ormai la stagione era abbondantemente andata a sud e, nonostante questo, il DC John Pagano ha mostrato una creatività nei blitz che prima non si era mai vista, e viene automatico chiedersi perché. Ingram ha una buona tecnica, specie con la spin move che ormai è diventata il suo marchio di fabbrica, ma è ancora parecchio discontinuo; certo, il fatto che abbia finito la stagione in crescendo fa ben sperare, ma, come detto sopra per Liuget, probabilmente farebbe meglio se ci fosse un rusher di livello superiore capace di prendersi tutte le attenzioni, distogliendole da lui (in aggiunta ai problemi fisici che, perlomeno, lo hanno lasciato libero in questa annata). 42 tackle, 31 pressioni (leader di squadra) e 6 sack per Jerry Attaochu, l’OLB al secondo anno che ha mostrato grossi miglioramenti da una stagione all’altra. Il potenziale è ancora decisamente grezzo, ma la sua esplosività sullo snap non si può insegnare, e quindi c’è speranza che, raffinata ancora di più la tecnica, il ragazzo possa evolversi in un giocatore ancora migliore. Lo sviluppo di Ingram e Attaochu, ma anche di Te’o e Perryman, sarà affidata a Bob Babich, nuovo coach dei LB che ha sostituito Nolan, il quale ha rassegnato le dimissioni, probabilmente, per accettare un incarico da coordinatore della difesa in qualche altra squadra. Babich ha passato le ultime tre stagioni a Jacksonville, migliorando pian piano una difesa che, pur essendo rimasta nella parte bassa della Lega, ha ben pochi playmaker, mentre nei nove anni precedenti ha lavorato a Chicago con due grandi del ruolo come Lance Briggs e Brian Urlacher. Per quanto riguarda Kyle Emanuel, il rookie è un altro progettone, impiegato soprattutto negli special team, che però, a differenza di Attaochu, ha un’ottima tecnica di base, ma ha lacune fisiche: utopico, forse, che possa svilupparsi in un 3-down LB, mentre lo sviluppo in rusher occasionale è un obiettivo.
Come anticipato prima, la crescita della difesa di San Diego è concisa con l’entrata in lineup di Denzel Perryman, dopo due mesi tra infermeria e special team. L’ex università di Miami ha dotato i Chargers di un run stopper come non ne avevano da anni, probabilmente dai tempi di Jamal Williams, limitando i tackle mancati di Te’o – che comunque è migliorato sul finire di stagione da questo punto di vista – e elevando il rendimento generale della difesa. Per fortuna, l’ascesa di Perryman ha fermato la discesa di Donald Butler, di gran lunga il nostro difensore peggiore in rapporto al contratto (se la gioca con Flowers, ma almeno l’ex Chiefs ha un passato – recente – da giocatore sopra la media, cosa che Butler non è mai stato). I 24 tackle sono career low per Butler, che però ha ancora 11 milioni di salario garantiti per un anno, e quindi fino alla prossima stagione non si muoverà. Fa specie che il coaching staff abbia insistito con lui anziché provare, ad esempio con Kavell Conner, eccellente special teamer e buon tackle. Per quanto riguarda la coverage, continuo la mia campagna personale a favore di Manti Te’o, che non sarà mai un Pro Bowler, ma ha buonissime letture in questo settore del gioco, oltre ad essere migliorato come placcatore (secondo miglior tackler di squadra per tackle efficiency, 6). Reparto che va completato aggiungendo un edge rusher, ma c’è del talento giovane con cui lavorare. VOTO: 6,5

SECONDARIA E SPECIAL TEAM – I Chargers hanno chiuso la stagione come decima squadra nella Lega per yard su passaggio concesse (4008) e nella stessa posizione per TD su ricezione concessi (22), e buona parte del merito va a Jason Verrett, CB al secondo anno che si è anche regalato una gita al Pro Bowl: come alternate visto il forfait di Darrelle Revis, ma poco importa, anche perché, se tutto va come deve andare, questa sarà solo la prima di varie convocazioni. Il ragazzo da TCU ha finito la stagione con 3 intercetti, 11 passaggi deviati e 47 tackle, prendendo in consegna ogni settimana il miglior ricevitore della squadra avversaria. Una delle sue partite migliori dell’anno è coincisa con una delle peggiori per San Diego, ossia la sconfitta casalinga contro gli Steelers, in cui però è riuscito a concedere 3 ricezioni (minimo stagionale eguagliato solo nella partita contro i Cardinals, una delle difese top) per 45 yard senza TD al miglior ricevitore della Lega, Antonio Brown: qui si è visto che Verrett ha ottima capacità di rimanere incollato all’uomo – per di più un route runner come il numero 84 dei giallo-neri – e, anche quando concede la presa, è un ottimo placcatore. Non è raro, inoltre, vederlo gravitare intorno alla linea di scrimmage per uno stop su una corsa. Insomma, un giocatore che, pur avendo saltato più della metà della stagione da rookie, sta scalando in fretta le gerarchie del ruolo in NFL, mentre in squadra è già di gran lunga il CB numero uno. Chi ha sorpresa particolarmente in negativo, invece, è stato Brandon Flowers, reduce da una stagione caratterizzata da rendimento pessimo e problemi fisici – verosimilmente, si spera, la causa dei suoi travagli – proprio al primo anno del suo nuovo contratto da 36 milioni in 4 anni. L’ex Chiefs ha concesso 44 ricezioni, 5 TD e un passer racing di 123.5 ai QB che lanciavano su di lui. Molto meglio invece Patrick Robinson, arrivato dai Saints per ricoprire il ruolo di slot corner, dove si muove meglio, e finito poi per occupare la zona di campo opposta a Verrett, prima per scambiarsi di ruolo con Flowers e poi, una volta infortunatosi l’ex Kansas City, per sostituirlo. Solo un TD concesso e per i QB che hanno lanciato su di lui un passer rating di 74, il migliore di squadra. Decisamente una buona presa a costi ridotti per Tom Telesco.
Al terzo giro dello scorso draft, invece, è arrivato Craig Mager, rimasto nascosto per quasi tutta la stagione prima di farsi vedere al grande pubblico all’ultima giornata insieme a Greg Ducre: nessuno dei due ha fatto male, ma sul primo rimangono i tanti interrogativi sulla sua scelta a quel punto del draft. Uno dei giocatori più deludenti della difesa, spostandoci alle safety, è stato probabilmente Eric Weddle, a livello statistico e non. I 53 tackle messi a segno sono il numero più basso dal suo anno da rookie, mentre i placcaggi mancati e qualche coverage blanda fanno sorgere più di un dubbio sull’effort mostrato dal giocatore in stagione. La sua off-season è cominciata con il gelo tra il suo agente e la società, che fin da subito è apparsa molto poco incline a ridiscutere del contratto che scadrà a marzo, e l’holdout ai camp volontari avevano già fatto presagire storie tese. La sua scarsa voglia di competere per la squadra alla quale ha sempre dato tutto ha a che vedere con la delusione annunciata di non far più parte del progetto e con la decisione di risparmiarsi per la nuova stagione con una nuova squadra: il suo valore è indiscutibile, ma se il suo rendimento ha come obiettivo quello di non farsi male e di volersi preservare fisicamente per la free agency, è altrettanto vero che la stagione 2015 non ha mostrato certamente un buon Weddle, anzi.
Per quanto riguarda i compagni di reparto, anche qui i Chargers hanno dei need da colmare. Darrell Stuckey è un eccellente special teamer, e una discreta safety, soprattuto in coverage, ma non molto di più: come cambio dei titolari può andare. Di certo, chi non può andare è Jahleel Addae, che manca di abilità in copertura, e, per quanto sia un tackler molto duro, ciò va spesso a discapito della precisione e delle letture (vedi penalità evitabili per colpi proibiti). L’IQ di Addae non è esattamente la sua qualità migliore su un campo da football ed è per questo che, con la probabilissima partenza del numero 32, i Chargers hanno assoluta necessità di mettere mano al reparto con innesti di qualità. VOTO: 6
Per quanto riguarda gli special team, abbiamo detto che i Chargers sono la squadra con la peggior posizione di campo di partenza nella Lega, a causa della mancanza di un playmaker sui ritorni. Nella scorsa primavera si pensava che Jacoby Jones, ormai finito come WR, avesse almeno qualche cartuccia da sparare come KR, ma niente: per lui addirittura uno yardaggio negativo (-4) sui punt. Perlomeno, Javontee Herndon ha mostrato qualche lampo in un campione di partite comunque ridotto. Per quanto riguarda i kicker, direi molto bene Josh Lambo. La scelta di tagliare Novak (anche) per risparmiare denaro inserendo un giocatore di prospettiva sta pagando. Pur con qualche passaggio a vuoto, seppur ridotto, l’ex portiere delle nazionali giovanili americane ha finito la stagione con 26 su 32 nei field goal (e 4/5 dalle 50 o più yard) e 28 su 32 negli extra point, mai come quest’anno – per via della distanza più ampia – problematici. Questa è stata anche l’ultima stagione di Mike Scifres, eccellente punter che però lascia dopo una stagione non entusiasmante (e dopo ben oltre 3200 yard su punt, terzo peggior dato in carriera per lui). VOTO: 5

SLIDING DOORS – Doveroso spendere anche due parole sui cambiamenti nel coaching staff, anche se però non quelli che in tanti si sarebbero augurati. Mike McCoy è stato confermato sulla panchina della squadra e, come se non bastasse, ha ricevuto un prolungamento annuale sul contratto, ora in scadenza nel 2017. Posso capire anche la scelta di volerlo tenere per evitare tanti cambi di allenatore, che non sono mai nella ricetta di una squadra vincente, per quanto la stagione sia stata negativa, ma il prolungamento del contratto davvero è difficile da comprendere. L’unica spiegazione che mi sono dato è che la dirigenza voglia dare a McCoy quanta più tranquillità possibile per lavorare, e cosa c’è di meglio di un rinnovo di contratto per avvertire la fiducia attorno a te? Se poi anche la prossima stagione sarà negativa, allora credo che verrebbe licenziato in tronco, estensione o meno. Chi invece non è sopravvissuto ai tagli è Frank Reich, che ha guidato il 17esimo attacco per DVOA: d’accordo gli infortuni alla o-line, ma la sensazione è sempre stata quella di aver visto, giornata dopo giornata, lo stesso game plan, il tutto con Rivers chiamato a fare e disfare i giochi pre-snap. Se l’attacco ha prodotto oltre 4000 yard, decimo nella Lega, il merito va quasi esclusivamente a Rivers, non certo a Reich. Al suo posto, un graditissimo ritorno, alla piazza in generale e al sottoscritto, cioè Ken Whisenhunt, tornato alla base dopo l’esperienza nel 2013 – in cui aveva orchestrato il quarto attacco della Lega per DVOA, con un efficacissimo running game e con molto meno talento che nelle ultime due edizioni della squadra. La speranza è che possa di nuovo creare un attacco bilanciato, senza gravare troppo sulle spalle del numero 17, e che faccia fare qualche passo in avanti a Melvin Gordon, dopo un’annata da rookie decisamente negativa. Chi invece è rimasto in sella è il DC John Pagano, probabilmente grazie all’ultimo mese di stagione in cui la difesa ha mostrato evidenti passi avanti, anche se c’è da chiedersi dove Pagano avesse messo tutta l’aggressività che mai nella prima parte di stagione era emersa. Tra i nuovi coach arrivati, detto di Babich, ci sono Chris Harris ex safety, tra gli altri, di Chicago e Chris Davidson, nuovo coach della linea d’attacco che ha passato le ultime cinque stagioni ricoprendo lo stesso ruolo in quel di Minnesota, con ottimi risultati: in questo lasso di tempo, i Vikings hanno corso in media per 4.2 yard (miglior dato di Lega), per oltre 11mila yard totali (secondi) e 87 TD su corsa (terzi).