La Offseason dei Redskins
Solida. Se c’è una parola che possa indicare la offseason dei Redskins è questa. Il team ha salutato il quarterback su cui aveva scommesso il precedente front office mettendo in piedi, nel 2012, una costosissima trade che è stata pagata per anni con scelte importanti perse al Draft. La storia ci dice come finì la corsa, con Robert Griffin III azzoppato, emarginato ed liquidato dagli eventi, dal coach e dai dirigenti che si sono avvicendati al comando del team. Per tutti i tifosi Skins resta scolpita nella memoria quella indimenticabile cavalcata del 2012. Ma nel football si deve sempre guardare avanti e il presente si chiama Kirk Cousins, senza la certezza che possa essere anche il futuro. Lo stesso giocatore dice di essere contento della franchise tag, e con una punta di malizia si può pensare che conti, con un’altra buon annata, di spuntare quei 20 milioni all’anno di cui si vociferava quest’anno. Forse è vero, ma c’è curiosità nel vedere se la svolta che dalla metà stagione ha subito in positivo il gioco del quarterback ha le caratteristiche della stabilità o era solamente un fuoco di paglia. Ci sono state altre perdite nel roster, primo fra tutti Alfred Morris, altro artefice delle vittorie di qualche anno fa, un po’ in declino negli schemi di Gruden. Ma ci sono stati arrivi importanti, in Free Agency e nel Draft. Primo fra tutti, secondo uno schema per nulla convenzionale ai sistemi di Scot McCloughan, è arrivato il CB Josh Norman con un mega contratto oneroso, a portare dopo tanti anni un All Pro nella secondaria di Washington DC. Ma andiamo per ordine e partiamo proprio dal GM e da come la sua filosofia nel gioco stia influenzando le scelte in campo, a segnare una sorta di prevalenza del front office sul coaching staff. Da quando è arrivato, Scot ha sempre perseguito un suo piano, costruito con pervicacia. Ha sempre detto che vuole giocatori intelligenti, duri, forti ma soprattutto grandi. Ha affermato che gli interessano le dimensioni anche nella pass rush e che non è interessato particolarmente ai veterani. Da due anni sta lavorando in questo modo. L’anno scorso portò nella O-line come prima scelta Brandon Scherff, un 6’5″-320, tackle / guardia e nel quarto round Arie Kouandjio, una Guard Mauler. La linea dei Redskins ora si trova ad avere Trent Williams a LT, un blind side d’elite ( 6’5”-337), Spencer Long a LG,(6’5”-311) Josh LeRibeus (6’2”-313) o Kory Lichtensteiger(6’2”-296) a Center, Scherff a RG e Morgan Moses (6’6”-318) a RT e nelle mani di Bill Callahan è un linea performante, tra le più grandi e più giovani di tutta la NFL. Il backfield vede un altro entrato dal Draft 2015 Matt Jones, che non ha brillato per produttività nè di presa nelle mani, ma che sembra possa integrarsi meglio negli schemi delle run di Gruden, con dietro Chris Thompson abbastanza produttivo lo scorso anno din cui , con 35 corse , ha avuto 216 yards guadagnate e una media di 6,2yds/run. Il punto di forza offensivo del team resta l’attacco per aria, però. Il primo chiamato del Draft, un po’ a sorpresa è stato un ricevitore, che per ora va in un reparto piuttosto affollato, Alla pick 22 assoluta è arrivato Josh Doctson, 6’2”- 205 chiamata complementare agli schemi offensivi del team. Il 23enne porta un atletismo un po’ acrobatico che mancava tra i ricevitori, dove eccellono la velocità di DeSean Jackson e la potenza e la tecnica di Jordan Reed, con una futura minaccia suppletiva in Red Zone. Il reparto è di assoluto livello con Reed, Doctson, Jackson, Garçon e Crowder con Grant, Ross e Roberts a subentrare da backup o in set alternativi. Nei TE è stato confermato Logan Paulsen un blocker di livello ed è arrivato per una alternativa dinamica a Reed, da Denver Vernon Davis, come free agent. Alcuni cambiamenti drastici sono arrivati al reparto difensivo dei Redskins. I cambiamenti possono significare anche solo un leggero cambiamento di filosofia e negli schemi, dato che i l team sembra andare verso un maggiore atletismo e versatilità tra l’unità. Il fatto che il team non abbia perseguito la ricerca di un Nose, dopo l’addio a Terrence Knighton può voler significare che non si prevede un uso esclusivo della 3-4 di base come schema. Si potrebbe supporre un uso per un buon numero di snap di un hybrid a 4-2-5 con quattro uomini di linea portati alla pass rush, due linebacker atletici, e 5 back versatili. Giocatori come Chris Baker, Stephen Paea, Kendall Reyes, Trent Murphy, e il rookie Matt Ioannidis in combinazione con i tre rusher Kerrigan, Gallette e Smith, evidenziano la ricerca di una difesa flessibile, capace di adattarsi a diverse situazioni di gioco. I Redskins hanno lasciato andare il FA anche il linebacker Keenan Robinson trattenendo i due LB più veloci e più piccoli, Mason Foster e Will Compton, evidentemento in una visione di questo tipo. Hanno confermato Junior Gallette, che ha saltato l’intera stagione 2015 a causa della rottura del tendine d’Achille credendo nelle sue innegabili doti di rusher, ed hanno provveduto a spostare l’ex linebacker esterno Trent Murphy, non efficace come rusher, all’interno per iniziare nuova carriera come uomo di linea. Sia Murphy che Kendall Reyes prenderanno il compito di sostituire Jason Hatcher, pensionato. Come rusher il team ripone molte aspettative su Preston Smith, secondo round 2015, che ha chiuso la scorsa stagione con un ottimo crescendo. La secondaria vedrà, oltre l’arrivo già detto, del corner Josh Norton, i veterani Will Blackmon e Duke Ihenacho, e il free agent David Bruton, arrivato dai Broncos. Blackmon e Bruton hanno la versatilità per allinearsi in diverse posizioni del back-end, e mostrano come il team stia cercando alcune modifiche sostanziali nella difesa. Una delle aggiunte più interessanti è il secondo chiamato al Draft 2016, l’ibrido LB / S Su’a Cravens. E’ la tipologia di difensore che darà al reparto un giocatore diverso da qualsiasi altro che abbia mai avuto la difesa. E’ un 6’1”-228 che corre in 4.68 secondi, e può schierarsi come Will linebacker sideline-to-sideline nella 3-4 base, ma ha anche la versatilità di andare il cover come Strong Safety, dove può coprire i TE nello slot, e forzare i blitz. La sua versatilità, unita a quella del quinto scelto lo scorso anno Kyshoen Jarrett, che gioca safety in tante soluzioni difensive potrebbe dare un vero nuovo look alla difesa, sempre che il sophomore risolva i suoi problemi alla spalla ed al collo, che per ora non gli permettono neppure di sollevare pesi. Altro giocatore arrivato al Draft che gode di stima maggiore del livello della sua chiamata (3° round) è Kendall Fuller. Ha talento e troverà certamente impiego nei subpackage della Nickel. La free safety titolare resta il veterano DeAngelo Hill e a sinistra, ormai titolare stabile, Bashaud Breeland con una depth che dà una certa tranquillità con giocatori come Bruton, Fuller, Dunbar, Blackmon, Ihenacho e Cravens. Forse, dopo tanti anni, la secondaria non alimenterà gli incubi dei tifosi.