Lions preseason 2: A ruggire son le tigri (Bengals 30 – Lions 14)

Come previsto, alla prima al Ford Field i Lions prendono cappello e regalano ai loro sostenitori una partita pasticciata con fischi annessi.

Meglio ora che tra un mese, dico io, visto che tempo per tacitare i campanelli di allarme c’è ancora e poi non proprio tutto è da buttare.

Cronaca

Si parte con i Lions in attacco, Stafford è in forma e l’asse con Marvin Jones c’è. Quello che manca è il gioco di corsa.

Riddick non è un corridore naturale e in assenza di una linea in grado di aprir buchi si vede.
Complice un incompleto per Tate, il drive stalla e ci si accontenta di un FG di Matt Prater.

Peccato ci siano anche i Touch down.

A tal proposito, tocca a Cincinnati. La difesa Lions parte svogliata e Andy Dalton completa un passaggio dietro l’altro e, guarda un po’, aver Jeremy Hill nel backfield aiuta.

Tant’è vero che quest’ultimo segna su corsa da nove iarde.

Il secondo drive è simile ma è impreziosito da un bel sack su Stafford concesso dal rookie Cole Wick che si fa battere agevolmente e pare su una parabole discendente rispetto al buon training camp.

Dopo il punt, la difesa rientra più concentrata (credo di aver sentito le urla da qui) e forza un tre e fuori.

Il nuovo drive Lions non porta grosse novità, e dopo cinque drive l’attacco titolare torna in panca con solo 3 punti da mostrare ma senza grossi infortuni.

Altro tre e fuori forzato dalla difesa regolare per poi veder tornare in campo Orlovski che non delude le attese e spara un altro intercetto terribile, stavolta neanche con la scusa della pressione, che la safety Derron Smith riporta per 64 iarde direttamente in TD.

Bello sapere che su qualcosa si può contare al mondo. O forse se ne farebbe volentieri a meno.

Orlosvski rientra subito in campo[1], e aiutato da Zach Zenner e Dwayne Washigton alle corse e TJ Jones alla ricezione mette su un buon drive da 65 iarde che Prater finalizza con l’ennesimo Field Goal.

Anche l’attacco titolare dei Bengals, si riposa ed è il momento di AJ Mcarron che occupa gli ultimi minuti del secondo quarto con un drive che termina con un lancio da 12 iarde per il rookie Taylor Boyd[2].

Si va al riposo sul 20 a 6 per i Bengals.

Il terzo quarto inizia con McCarron che seziona chirurgicamente le seconde linee Lions fino a che Johnson Bademosi e Kherry Hyder non tirano il freno a mano e MIke Nugent non canna il FG dalle 45.

Un paio di drive inconcludenti dopo, è il momento delle terze file.

Jake Rudock, già incoronato a sproposito salvatore della patria, si mette subito in mostra sparando un bell’intercetto su pallone malamente indirizzatto verso Jace Billingsley, che era appena una ventina di iarde più in là. capita

La difesa fa il suo lavoro e i Bengals si devono accontentare di un FG dalle 50 che NUgent stavlta realizza.

Altro drive inutile per i Lions si trasforma in qualcosa si peggio quando il ritornatore, Alex Erickson, buca tutta la difesa fino a che non viene fermato direttamente dal Kicker di riserva Devon Bell sulle 31 Lions.

Da lì, vita facile per i Bengals e 30 a 6 per gli stessi.

C’è ancora tempo per un drive di 79 iarde guidato da Rudock fino in TD con menzione speciale per lo stesso che corre per un primo down e poi guadagna tempo fino a trovare il ricevitore giusto per un altro e per Washington che non solo corre in meta ma converte pure la conversione da due punti.

Si finisce sul 30-14 Bengals e un po’ di fischi.

Il box score via fox.

Impressioni

Poco da dire, non è stata una gran partita per i Lions e la cosa più preoccupante è la sciatteria che dominato la prestazione.

Certo, andare contro una squadra completa e profonda come i Bengals non ha aiutato ma anche i Lions ci han messo del loro.

Blocchi poco incisivi, la difesa supponente con tackle non perfetti, Orlosvky e Rudock poco di che e il gioco di corse che non decolla.

Tuttavia ci sono anche cose positive: la prima è che lo scorso anno le magagne iniziarono a venire al pettine quando le partite contavano davvero, quest’anno c’è ancora tempo per sistemare le cose.

Inoltre la chimica tra Stafford e Jones si fa sempre più forte (65 iarde in tempo limitato per l’ex bengals) e la pass protection è stata migliore della prima partita.

In difesa Whitehead ha mostrato una chiara propensione per il suo nuovo ruolo di MIKE titolare, mentre anche Van Noy ha mostrato chiari segni di progresso. Se Levy torna e gioca il comparto LB potrebbe passare da punto interrogativo a punto di forza.

In attacco i punti di preoccupazione maggiori sono due.

Il primo è il centro: Swanson non riesce ad ancorare la linea ed aprire i buchi per i corridori. Se non migliora ed in fretta, non biasimerei lo staff se sperimentasse Glascow con la prima squadra: del resto, forse è meglio rischiare che accontentarsi di un gioco insufficiente (magari non con Stafford in campo.

Il secondo è il reparto Tight End: dietro Ebron c’è il deserto. Wick non convince, specie come bloccatore e Mulligan non ingrana. Quarless (ammesso che sia una risposta) non potrà giocare le prime due partite.

Se lo schema d’attacco non prevedesse diversi giochi che richiedono il contributo di un TE, magari non sarebbe grave ma l’insistenza dei Lions nel far bloccare Wick pare far pensare diversamente.

Soluzioni? A parte un miglioramento miracoloso dei presenti, o una trade (magari per un DT, reparto in cui pare ci sia abbondanza) o giocare con 6 uomini di linea (con Dahl o Lucas nel ruolo di sesto).

In difesa, la qualità dei rincalzi della secondaria non sembra elevata e anche Diggs e Lawson hanno stentato. Tavon Wilson ha avuto una partita decente e pure Darrin Walls ma anche qui c’è da sperare in bene.

E, comunque, c’è da esser d’accordo con Caldwell: più che le singole posizioni o giocate, è stato lo sciattume globale a far da pensare.

Immagino sarà una settimana interessante ad Allen Park e vedremo domenica sera se il lavoro avrà portato i suoi frutti.

–Emanuele–

(immagine via Detroit Free Press)

[1]: capita, dopo un intercetto.

[2]: che vi avevo detto nella preview?