Minnesota Vikings: Bridgewater out for the season
La stagione 2015 si era chiusa con un field goal sbagliato dalle 27 yard nel Wild Card game contro i Seahawks e in quel momento preso dalla delusione e dallo sconforto qualsiasi tifoso dei Vikings avrà pensato che era impossibile che potesse andare peggio.Ebbene son bastati poco più di sette mesi per rendersi conto che,come recita un famosissimo spot pubblicitario,impossible is nothing!!E’ bastato apprendere della notizia dell’infortunio al proprio QB titolare per gettare nella depressione più assoluta un’intera tifoseria che guardava alla nuova stagione con sensazioni e aspettative molto alte.Tutto è andato polverizzandosi ieri 30 agosto quando dopo pochi minuti dall’inizio dell’allenamento quotidiano Teddy Bridgewater si è accasciato a terra dolorante dopo un infortunio al ginocchio sinistro senza alcun contatto(è ormai risaputo come questi tipi di infortuni siano i più gravi).Non ci sono immagini dell’accaduto ma son bastati pochi indizi per capire immediatamente la gravità dell’infortunio:l’allenamento è stato subito cancellato,compagni emotivamente scossi dall’accaduto,altri raccolti in preghiera tenendosi per mano,si dice che qualcuno abbia addirittura vomitato nel vedere la scena e per finire è intervenuta un’ambulanza(situazione abbastanza rara nella NFL) che ha portato il giocatore non all’ospedale più vicino bensì a un centro traumatologico.A quel punto su twitter son iniziate a uscire voci,accompagnate anche dagli ormai consueti account fasulli,che oltre alla stagione fosse a rischio l’intera carriera del 23enne ex Louisville;son state fatte similitudini con altri bruttissimi infortuni che negli ultimi anni hanno colpito sportivi statunitensi(Paul George e Kevin Ware su tutti,se nn sapete di cosa si tratta NON andate a cercare su youtube presi dalla curiosità,fidatevi) fino a che in piena nottata italiana i Minnesota Vikings non han rilasciato un comunicato ufficiale sulle condizioni di Bridgewater nel quale si menzionava dislocated knee,ACL e altri danni strutturali ma fortunatamente nessun interessamento a nervi o arterie.Il recupero,come da prassi in questi casi,sarà lungo e complicato però quanto meno si può pensare di rivederlo in campo prima o poi.
COSA ASPETTARSI ORA DA QUESTA STAGIONE?
I maligni diranno che non sarà difficile sostituire un QB che nella passata stagione ha lanciato per appena 3,200 yard e 14 TD,basta trovare un altro game-changer.La realtà,purtroppo,è assai più complicata e diversa:questa era la stagione in cui TebbyB avrebbe dovuto fare lo step successivo:in offseason si era puntato a rinforzare la linea offensiva e il parco ricevitori che erano stati i talloni d’Achille del 2015,si stavano ponendo le basi per creare un attacco più funzionale alle sue caratteristiche partendo maggiormente da formazioni shotgun,lui stesso aveva lavorato duramente per migliorare la sua precisione nei lanci profondi e seppur solo preseason dei risultati nelle tre gare fin qui giocate si erano intravisti.A tutto ciò si aggiunge che in una roster in cui le seconde linee sono decisamente solide l’unico vero buco è rappresentato nella posizione di riserva del QB:con Bridgewater fuori per la stagione diventa titolare Shaun Hill,un onesto mestierante che fa dell’esperienza il suo punto forte ma che giunto all’età di 36 anni ha sempre ricoperto il ruolo di backup senza mai disputare per intero una stagione da titolare.Alle sue spalle la situazione non è più rosea con la presenza dell’undrafted Joel Stave.C’è infine il secondo anno Taylor Heinicke che l’anno scorso si è messo in mostra con un’ottima preseason ma al momento è fermo ai box(leggasi PUP list) per un infortunio al piede e starà comunque lontano dai campi fino a metà stagione.Come se non bastasse tutto ciò,a complicare ulteriormente la situazione va segnalato una lista di free agent nel ruolo abbastanza esigua di talento (che vi risparmiamo per pudore);resterebbe quindi solo l’opzione trade con tutto quello che ne consegue di aggiungere un giocatore che non ha alcuna esperienza nel nuovo sistema e che quindi in poco tempo deve imparare un nuovo playbook,è una scommessa che nel passato ha sempre portato a poche gioie e tanti tanti dolori.
E’ per questi motivi che le speranze di una stagione comunque positiva piuttosto che verso un nuovo QB sono riposte nel resto della squadra.A cominciare da un HC che ieri davanti ai reporter è sembrato parecchio commosso ma al tempo stesso duro e determinato come sempre,facendo anche un parallelismo con una disgrazia,ben più seria,accadutagli 7 anni fa quando perse la moglie gravemente malata;la sua sicura determinazione a superare anche questo momento difficile è la base da cui ripartire.Poi c’è una giovane difesa ricca di talento in ogni posizione che già l’anno scorso ha mostrato parte delle sue potenzialità,che ora è chiamata oltre che a crescere ulteriormente a sentirsi responsabilizzata da quanto accaduto e per finire l’attacco tornerà ad a girare attorno a un solo giocatore,quell’Adrian Peterson che a 31 anni ha ancora parecchi obiettivi personali e di squadra da cogliere,un po’ tutti ora,forse esagerando nelle pretese,si aspettano da lui una prestazione stagionale ai livelli del 2012 quando da solo si caricò sulle spalle il peso dell’attacco e correndo per oltre 2000 yard portò la sua squadra ai playoff.
Infine per cercar conforto si può anche chieder aiuto alla scaramanzia:nel 1999 gli allora Saint Louis Rams persero in preseason per tutta la stagione il loro qb titolare causa ACL,ciò però non gli impedì ugualmente di arrivare fino al Super Bowl e alzare al cielo di Atlanta il Vince Lombardi trophy;già perché come recita sempre quel famosissimo spot televisivo impossible is nothing