Washington Redskins 29 – New York Giants 27 : recap

Cominciamo con il dire che vincere contro un team che è 2-0 nella tua division mentre sei 0-2, è un toccasana per tentare di tenere viva la tua stagione. La squadra ha avuto note positive e note negative in questa importantissima vittoria, a cominciare da Kirk Cousins che se non è proprio guarito, ha almeno mostrato segni di ripresa. Ha chiuso con 21 su 35 per 296 yds 2 TD e 0 INT, con buona precisione, dimostrata da un tre su cinque nei pass sopra le 20 yards e con 17 su 22 sotto le 10 yards per 177 yards totali. Tra l’altro riprende una passata tradizione che quando non subiva intercetti, riusciva a vincere le partite. La verità è che ci sono voluti 5 field goal per vincere, il che la dice lunga sulla poca efficienza dell’attacco dalle 40 yards avversarie, e quindi se la vittoria deve avere un nome e cognome, è quello di Dustin Hopkins. In definitiva, quindi, la capacità offensiva in Red Zone è lontana da essere risolta, infatti i due TD nascono da una corsa da metà campo di Crowder e da un pass stratosferico di Cousins per una grande presa di DeSean Jackson. Il coaching deve lavorare, e parecchio in questo aspetto, se le difese sanno ora tenere coperto Reed, che resta la loro più grande minaccia, bisogna sviluppare, ed in fretta set alternativi, perché non è sempre Natale. Il richiamo alla nota festività è doveroso, perché Eli Manning si è ricordato quanto sa essere generoso nell’ultimo quarto in partite tirate, altrimenti probabilmente si commenterebbe un’altra sconfitta. Anche le corse mostrano qualche miglioramento ma Jones non è riuscito a toccare le 4 yds di media e senza la corsa più lunga ha una media da 3,3 yds/run. E’ ancora lontana una vera efficienza centrale, soprattutto nei telefonati primi down. Di positivo si sono visti i tre ricevitori in piena capacità lesiva, con D-Jax che resta forse la minaccia profonda più forte della NFL, leader della media per ricezione lo scorso anno e capace anche in questa partita di avere una media da 19,2 yds con una striscia di 5-96-1. Ottimo Crodwer nello slot, sempre più in confort, con 4-78-1 e prestazione di eccellenza anche per Garcon con 5-59. Al gruppo consolidato si è unito il solito grande talento di Jordan Reed, soprattutto nei terzi down, che ha raccolto 4-56. Purtroppo manca sempre all’appello Josh Dostson che non ha giocato neppure uno snap. Un po’ poco per un primo assoluto al Draft, vabbè se son rose… La secondaria ha lottato nel pass contro una delle squadre più attrezzate della Lega ed ha concesso pur perdendo i pezzi per strada, da Breeland ad Hall, un solo TD su pass e portando a casa i due preziosissimi intercetti. Contro le corse si soffre sempre, presi due TD, e si deve anche ringraziare la grande produttività dei Giants in tema di sanzioni (128 yards), che hanno deciso la partita, a mio avviso, oltre gli intercetti. In definitiva quello che piace nel team, ancora assolutamente da quadrare in vari aspetti, è lo spirito pugnace e poco arrendevole, che era totalmente stato assente contro gli Steelers e che sembra finalmente riaffiorare. Oltre allo spirito quello che sembra la squadra abbia trovato e che spesso mancava in passato è la profondità nel roster, un po’ una fissa di Scot McCloughan. Lui ha lavorato nelle ultime due offseason cercando di portare giocatori con grande duttilità che possano coprire più ruoli. Domenica, con un sacco di infortuni, la secondaria ha tamponato con Will Blackmon a safety al posto di DeAngelo Hall, sempre Blackmon per Dashaun Phillips a Nickelback, Quinton Dunbar e Greg Toler ha coprire il buco lasciato da Bashaud Breeland, Duke Ihenacho a Safety, e poi Trent Willians a Guard, Spencer Long a Center e Ty Nsekhe a Tackle per finire per aver la migliore OL della sera. Questa è una filosofia importante in un campionato competitivo e distruttivo come la NFL, in cui la versatilità sta diventando sempre più fondamentale. In difesa Joe Barry ha ricevuto un sacco di critiche da analisti e appassionati, e forse anche dai suoi giocatori. Ma Domenica si sono viste alcune modifiche piuttosto importanti. Ha tolto il Nose per andare in un front di quattro uomini, Chris Baker e Ziggy Hood hanno giocato a defensive tackle e Ryan Kerrigan, Preston Smith e Trent Murphy hanno ruotato come End. Barry aveva previsto anche di mettere Bashaud Breeland come Nickelback e Greg Toler sull’ esterno, ma l’infortunio a Breeland gli ha fatto rivedere i piani portando Dashaun Phillips nel suo ruolo. Quinton Dunbar ha ruotato molto con Toler, e Barry ha anche cambiato anche gli allineamenti dei safety, portandoli spesso insieme nel profondo, contribuendo ad annullare la minaccia dei Giants di andare in profondità. Un certo numero di volte, un safety si è avvicinato, appena prima dello snap, per fornire aiuto nel box. Barry ha chiamato più di qualche volta il blitz nei terzi down, usando gli stunts degli End. Magari i Redskins hanno registrato solo due sacks ma hanno ottenuto pressione su Eli Manning quando contava, , costringendolo a lanciare di fretta e in corsa. Infine, una delle più importanti modifiche ha coinvolto Su’a Cravens, spesso portato nelle zone dove può mettere in mostra il suo atletismo. Come detto si corre meglio, non è una costante per tutta la partita, ma Sean McVay hafatto un buon lavoro di miscelazione togliendo gli aspetti unidimensionali dell’attacco. Nel primo tempo i Redskins hanno corso su cinque primi down, cinque secondi down e sono state chiamate corse consecutive per due volte. Questo toglie pressione da Cousins, e mette i Redskins in condizione di avere maggior successo nella play-action. Il team ha corso poco nel terzo quarto per tornare ad usare le run nell’ultimo quarto, in particolare nel drive vincente, con 8 giochi su 10 fatti per terra. Non è un caso che Washington ha avuto un tempo di possesso a 33 minuti 26 secondi contro i 26 minuti e 34 dei Giants, e che il drive che ha portato al vantaggio nel quarto sia durato sei minuti mettendo Manning in una situazione molto difficile. Certo, c’è ancora molto da lavorare, come detto, soprattutto in difesa. Sono troppi i tackle mancati, e sono tante 5.7 yards per corsa concesse ai Giants, che non hanno LeVeon Bell. Continua sempre ad essere il reparto dei Linebacker interni quello che deve riuscire a fare uno scatto in avanti. Will Compton è di solito molto solido, ma ha avuto un paio di incertezze che sarebbero potute costare carissimo. Cravens è un ottimo giocatore ma da ILB ha una dimensione che diventa uno svantaggio: è 222 lbs e va contro ragazzi di 75 e 100 lbs di più. In attacco, Cousin deve trovare quella sicurezza dell’anno scorso nei terzi down visto che i Redskins stanno convertendo solo il 39% che li colloca nella metà inferiore della classifica. L’anno scorso, Cousins e il suo attacco, in particolare alla fine della stagione, erano una sicurezza in quei giochi e alla fine il team ha avuto un tasso di successo del 43,5%, quinto in campionato. Altro punto dolente sono le sanzioni. Lasciamo stare che in questo campo i Redskins sono stati surclassati dai Giants, 8 bandiere per 70 yards sono troppe. Si sono visti bei giochi annullati per le penalità. I Redskins devono trovare il modo di evitare di incorrere in sanguinosi arretramenti o in guadagni da prendere troppo esosi, anche se c’è ’a dire che dalle prime uscite, anche grazie ad un counter migliorato sulla linea di scrimmage, le cose stanno, lentamente migliorando. Chi piace in difesa è Preston Smith, che ha registrato due hurries ed ha abbattuto un pass sulla linea di scrimmage, oltre a fare quattro tackle in solitario, tutti eseguendo uno stop. In più è stato autore di tackle decisivi che se mancati sarebbero stati con conseguenze drammatiche per la difesa. Nel complesso il reparto ha mancato 11 tackle che sono sempre un numero troppo ingente, ed ha lottato per raggiungere Eli Manning, mettendo insieme solo due sacks e nessun hit. Per concludere, è da evidenziare che, a parte tutto, grandi meriti in questa vittoria dei Redskins vanno dati alla onda verde di giovani che sono nel roster della squadra della capitale. I vari Jamison Crowder, Quinton Dunbar, Su’a Cravens, Dustin Hopkins hanno contribuito a portare a casa il risultato e questo fa ben sperare per il futuro della franchigia. Crowder ha 23 anni ed ha fatto un TD decisivo conquistato con la sua velocità. Poi c’è Cravens. Il linebacker rookie ha impressionato quest’anno. Ha avuto tre tackle e l’intercetto che ha chiuso il match visto che ai Giants con un minuto da giocare, non avevano tanto terreno da conquistare per arrivare al field goal. Infine, c’è il kicker, Hopkins, come detto, il vero vincitore della sfida. Il 25enne era 6 su 6 ed è andato 5 su 5 registrando 17 punti nella partita. Adesso è il kicker più prolifico in NFL con 38 punti, anche se, ripetendosi, non depone a favore dell’efficienza offensiva. Ora la prossima è con i Cleveland Browns in casa, un’occasione da non perdere assolutamente, per raddrizzare la stagione.